Home Destinazioni Destinazioni Africa Africa Marocco Marocco Marocco: La donna velata La donna velata

La donna velata

Racconti e Articoli di Viaggio

La donna velata, di Michela Papavassiliou

La donna velata

La città mi appare dall’alto, per la prima volta, come appena lievitata dal deserto. Sono in aereo e già la sbircio come osserverei una donna velata.

Gli edifici sono affollati, monocromatici.

Metti un piede a terra e senti l’Africa tutta in una volta. Raggiungo un punto qualsiasi della città che prima vedevo dalle nuvole. Osservo i muri e mi sembra di fare un balzo nei secoli. Sono tranquillamente in una urbe romana.

La terra rossa è impastata con della paglia e le case si reggono su questo semplice artificio. Le donne impastano la farina mentre gli uomini le pareti delle loro case.

Camminare per la Medina, il quartiere antico della città, è come giocare a non farsi colpire dalla palla. Qui la palla è il motorino con a bordo una famiglia al completo, o la carrozza trainata da due ronzini pelle ed ossa, che ti aspetti possano tirare le cuoia voltato l’angolo, o un taxi imbufalito.
A Marakkesh non c’è auto che non si muova in modo schizofrenico.

I mezzi si sfiorano, l’autobus fa il pelo alla bici, che taglia la strada al pedone.

E’ un incrocio frenetico che viaggia al millimetro eppure ha una sua dialettica e segue ritmi unanimamente approvati dalla comunità. In definitiva tutti corrono nella medesima direzione seguendo una traiettoria del tutto personale e ad ognuno va bene così. Vorrei camminare per queste strade vedere senza essere vista ma la mia matrice occidentale è una calamita con scritto _ straniero_

Come donna sono tentata più di una volta di mettermi un velo in testa, ma i miei ciuffi biondi scivolano all’aria e i 30 gradi li vogliono assorbire tutti. In Italia eravamo già dentro all’inverno. Le ossa scricchiolavano, l’umido scivolava addosso come un cappotto scomodo o un ospite indesiderato. Qui la profusione di rose a perdita d’occhio, l’aroma di queste scosso dalle grandi foglie di palma, ti fa perdere di vista più di un obiettivo che uno come me appena arrivato potrebbe prefiggersi.

Sai dove vorresti andare ma non è detto che ci arriverai senza una miriade di soste ed eventi non previsti.

Così è prendere o lasciare. Una cosa mi è da subito chiara.

In questo posto io voglio prendere. Immagazzinare immagini, captare umori per me nuovi. I miei sensi sono tutti tesi. Il neonato che ascolta i primi suoni e li memorizza, il bambino che impara la prima canzoncina, mi sento esattamente così. (Pubblicato il 13 novembre 2009) - Letture Totali 70 volte - Torna indietro

2 Commenti - Voti : 2 Media :   Commenti Leggi i commenti...

Ti è stato utile (ti è piaciuto) questo contributo? Votalo!

Pagine correlate...


Marocco: tutti gli articoli/racconti Marocco: tutti gli articoli/racconti
Marocco, terra di contrasti Marocco, terra di contrasti. Viaggio in Marocco effettuato dal 16 al 29 Settembre 2006, Casablanca e ritorno (Rabat, Fe...
Invia ad un amico Invia ad un amico Condividi Marocco, terra di contrasti su Twitter
Chefchaouen: la città blu in mezzo al deserto Chefchaouen: la città blu in mezzo al deserto. Se state pianificando un viaggio in Marocco, non potete non recarvi nella bellissima citta...
Invia ad un amico Invia ad un amico Condividi Chefchaouen: la città blu in mezzo al deserto su Twitter
Su e giù per il Marocco Su e giù per il Marocco. Dal titolo si capisce che abbiamo corso: una settimana cercando di vedere e avere tutto, s...
Invia ad un amico Invia ad un amico Condividi Su e giù per il Marocco su Twitter

EBOOK-AUSTRALIANDO.jpg

Questo contributo e' frutto di un invio esterno a Viaggiatorionline.com. Se sei certo che esso violi le regole del Diritto d'Autore o della Proprieta' Intellettuale ti preghiamo di avvisarci immediatamente utilizzando i Commenti, aggiungendo poi Abuso e motivazione. Grazie

EBOOK-AUSTRALIANDO.jpg

Registrati come Operatore Turistico

EBOOK-SANGREAL.jpg