Deserto bianco
Racconto di viaggio tra le particolarità della Groenlandia, a cura di Francesca Chiolerio - Inviato il 10 marzo 2005 da F_Chiolerio.
Sito o fonte Web: digilander.libero.it/fchiole/
A Oslo per lavoro, ho ancora qualche ora libera, poi l’aereo; e allora via a Bygdøy per musei, il Vikingskipene e il Polarskipet Fram. I Vichinghi escono dalle saghe colorate con una potente aura di mito ed una tecnologia così sviluppata da essere tuttora ammirata dagli architetti navali per la semplicità e forza.
Navi con prue alte e vele quadrate le loro, usate per le spedizioni verso le coste dei mari del nord. Trovo la nave vera e originale di Oseberg, bella e ricca di incisioni ornamentali, e quella di Gokstad, più imponente. E poi la Fram – Avanti! – costruita nel 1892 per la prima spedizione di Nansen al Polo Nord, riutilizzata da Sverdrup per l’esplorazione delle coste groenlandesi e da Amundsen per la sua spedizione antartica, l’unica al mondo ad essere arrivata più al Nord e più al Sud. Fatta apposta per resistere alla pressione dei ghiacci, è impressionante immaginarla alla deriva per 18 mesi fra ghiaccio e tenebre.
Adesso è una vecchia signora a riposo, ma nelle minuscole cabine claustrofobiche ci sono i parka, le giacche, i pantaloni e gli stivaloni di pelo di foca di chi l’ha vissuta. E’ ancora animata la sala dei giochi e della musica, grandiosa la cucina, temibile l’infermeria con in bella mostra ordinata le pinze cavadenti, siringhe e strumenti vari che sembrano di tortura. E gli sci lunghissimi di legno con i laccetti di cuoio, nella stiva, e la sala motori ed io, con il cuore di pappa, che mi commuovo ancora con i singhiozzi per un nonnulla, io che mi attacco al timone perché anche “loro” una volta stavano là... e la bussola nel tabernacolo di ottone con la finestrella che si chiude ed il vento ed il verso dei gabbiani… Mammamia, tutto mi aiuta a rivivere un viaggio davvero un po’ speciale.
In viaggio con sei uomini. Ne conoscevo solo uno, altri quattro erano amici del mio amico, del sesto nessuno sapeva niente. Sono stati i compagni più splendidi, meravigliosi ed intelligenti che avessi mai potuto sperare di incontrare.
Kalaallit Nunaat, la terra degli uomini, è la più vasta isola della Terra. Grønland in danese, la terra verde, neologismo-beffa ideato dal condottiero e navigatore vichingo Eirik il Rosso che intorno al 982 avvistò quei fiordi desolati. Rientrato in Islanda raccontò di una terra fertile ed accogliente con l’evidente intenzione di convincere altri a ritornare con lui; tornarono tre anni più tardi e vi si stabilirono.
Territorio autonomo della Danimarca compreso tra l'Oceano Atlantico settentrionale e il Mar Glaciale Artico, si estende in gran parte oltre il Circolo Polare. Da Capo Morris Jesup a Capo Farvel sono 2.650 chilometri con 5.800 chilometri di coste scolpite da spettacolari fiordi.
Lo straordinario di questo paese è già tutto nella sua bandiera, metà bianca e metà rossa con un cerchio metà rosso e metà bianco: disegnata da un artista locale vuole rappresentare il sole, il mare, i ghiacciai, gli iceberg. continua "Deserto bianco" (Pubblicato il 10 marzo 2005) -
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