Deserto bianco


Inserito il: 10/03/2005 da Francesca Chiolerio
Email: fchiole@libero.it
Sito web: http://digilander.libero.it/fchiole/
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Come un gelido e candido mantello, l’ice cap ingloba quasi totalmente l’isola.

Si appoggia su rocce sedimentarie che risalgono alla formazione della piattaforma groenlandese, geologicamente analoga allo Scudo Canadese, una delle zone più antiche della crosta terrestre. Lambito dalle onde, il fronte della calotta di ghiaccio rilascia ogni anno innumerevoli blocchi che attraverso i fiordi raggiungono il mare formando migliaia di iceberg; la parte che affiora e che si vede può elevarsi fino a centocinquanta metri ma quello che sporge è circa un decimo della massa totale, giusto la… punta.

Fluttuano liberamente e trasportati dalle correnti se ne vanno lontano alle latitudini più basse, a migliaia di chilometri dalla zona d'origine, in continuo movimento, difficilmente localizzabili, pericolosissimi per chi naviga. L’aspetto è irreale e fantastico, ci raccontano favole e storie infinite. Sono archi, poi isole e piscine, montagne da fiaba, templi e palazzi incantati, preziosissime gemme di vetrosa lucentezza, abbaglianti, trasparenti, traslucide e limpide; madreperla iridescente, verde puro, blu-verdastro, verdazzurro, azzurro intenso. Il merito è dei sali minerali che, presenti nel ghiaccio, esaltano la diffusione della componente blu della luce solare.

L’iceberg è ghiaccio di terra, uno scampolo di ghiacciaio nella sua forma più spettacolare; ma il ghiaccio più comune nell'Artico è quello che deriva dall'acqua salata. Durante il lunghissimo inverno polare una lastra ininterrotta di questo ghiaccio ricopre la superficie del mare. E’ la banchisa che poi d'estate s'incrina e si spezza nel pack, schegge ammassate e compresse a formare vere e proprie creste alte anche oltre dieci metri.

I groenlandesi sono rappresentati quasi totalmente dal ceppo inuit o misto danese, il rimanente è danese-norvegese. Nella lingua locale inuit significa uomini. Così questo popolo indicava se stesso, supponendo che le altre razze fossero indegne del nome. “Eschimesi” è invece un termine dispregiativo e molto offensivo che significa "mangiatori di carne cruda". E’ gente che ha imparato a vivere nel gelo senza temerlo, orgogliosa e un po’ fanciullesca, ingenua e crudele, spontanea e allegra.

Ridere con qualcuno, nel suo significato primario è… fare sesso, semplicemente.

La lingua degli inuit - kalaallisut - è formata da una catena di dialetti che si estende dall'Alaska orientale a tutta la Groenlandia. Ciascun dialetto è capito soltanto da chi è geograficamente più prossimo, un po’ come succede anche da noi fra una regione e l’altra. I suoni ci arrivano come un rosario fittissimo di schiocchi della lingua sul palato, le consonanti salgono dal profondo della gola, le vocali sono quasi inesistenti; la sfida è cercare di capire.

Molti inuit si sono convertiti al cristianesimo ma altri praticano ancora oggi una forma di animismo che assegna uno spirito a ogni cosa o essere vivente. Sono superstiziosi e non hanno del tutto abbandonato le tradizioni del passato quando, nomadi nell’Artico centrale, si spostavano con i cani e le slitte alla ricerca di cibo. Allora compivano riti individuali o collettivi e poiché incantesimi e talismani potevano ammansire gli spiriti si caricavano di amuleti contro le insidie del destino; persino i cani li portavano, perché viaggiare senza sarebbe stato un’estrema follia.     continua "Deserto bianco"

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