ICELAND 2007 –The Challenge


Inserito il: 28/09/2007 da Roberto Bertuol
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3 agosto 2007.
Il tempo oggi non è clemente, vento e pioggia e per arrivare a Geysir, la mia prossima meta, ci sono circa 60 chilometri. Una buona colazione, mi vesto di tutto punto e parto pian piano di buon ora sotto la pioggia. D’altronde l’Islanda è anche questo. La pioggia non mi consente di godermi molto il paesaggio circostante, tuttavia qualche occasionale schiarita mi dà la possibilità di ammirare la vastità delle praterie puntinate qua e là da piccoli greggi di pecore. Faccio tappa a Laugarvatn per fare i rifornimenti di cibo e poi riparto sempre sotto la pioggia. Arrivo a Geysir alle 18 di sera, stravolto e completamente inzuppato d’acqua. Monto la tenda nell’unico campeggio di Geysir, e vado subito ad immergermi nella vasca geotermale (gratuita!) all’aperto di un hotel dove si trova la reception del campeggio. Che spettacolo! Fuori pioviggina e fa freddo e la temperatura dell’acqua è di 35 gradi. Rimango a mollo per quasi due ore, poi decido che è ora di andare a vedere questi famosi geyser. L’intero campo geotermico è costellato di piccole pozze con acqua che bolle a circa 100 gradi e l’unico geyser ancora attivo e quello chiamato Strokkur che emette zampilli fino a 30 metri di altezza ogni dieci minuti. Beh la pedalata sotto la pioggia valeva la pena.

4 agosto 2007.
Parto il giorno dopo per imboccare la pista di Kyolur, uno dei due deserti centrali dell’Islanda, tuttavia prima voglio fare tappa a Gulfoss dove si trova una delle cascate più famose dell’Islanda con un salto di circa 32 metri. Dopo avere fotografato quest’altra meraviglia della natura, imbocco controvento ma inesorabilmente l’inizio della F35, la mitica Kyolur. Dopo circa 10 km di pista ancora asfaltata, finalmente inizia la pista sterrata. Solo ora per me inizia la vera avventura. Sento tutto un fremito dentro di me, ora sono veramente eccitato e contento di avere intrapreso quest’impresa. Il paesaggio è incredibile, sassi, terra e rocce per chilometri e chilometri. Alla mia sinistra vedo in lontananza il ghiacciaio del Langjökull e alla mia destra quello del Hofsjökull, vedute che mi accompagneranno anche i giorni seguenti. Il vento è incessante, tuttavia la giornata è stupenda e la fatica è compensata dalla meraviglia degli spazi immensi del deserto. Occasionalmente incontro qualche automezzo e ben tre ciclisti che hanno preso la pista al contrario e con il vento dietro si stanno godendo il paesaggio un po’ più di me. Verso le 19 sono stremato e dopo avere spinto la bici su per una salita, arrivato alla cima decido di fermarmi per la notte. Non riesco però a trovare un posto riparato dal vento. Mi ci vuole più di un’ora e mezza per piazzare la tenda a causa del forte vento. Sopra ogni picchetto devo piazzare un sasso pesante per impedire al vento di scardinarlo, inoltre fisso la tenda alla bici. Che impresa! Il vento non cessa per tutta la notte e in tenda non riesco a dormire nonostante la stanchezza a causa del rumore continuo del vento contro la tenda.

5 agosto 2007.
Riparto il mattino seguente sempre controvento. La giornata è comunque soleggiata e il paesaggio sull’altipiano centrale è ancora più suggestivo di quello del giorno precedente. In alcuni momenti il vento cessa pure e finalmente riesco ad “ascoltare” il silenzio dell’immenso deserto. È una sensazione indescrivibile nota solo a coloro che hanno avuto l’opportunità di attraversare deserti in solitaria. Mi guardo attorno e mi sembra di dominare tutto il paesaggio. Allungo le braccia e tocco in lontananza i ghiacciai. Scatto decine di foto con la consapevolezza che non saranno mai in grado di raccontare quello che provavo in quel momento né la bellezza del paesaggio. Man mano che procedo nel deserto e passano le ore i ritmi rallentano ed entra dentro di me una serenità e contentezza mai provate. Un altro giorno nel deserto e un’altra notte in tenda nel mezzo del nulla. Vorrei che non terminasse mai.     continua "ICELAND 2007 –The Challenge"

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