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Thailandia 2001

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Racconto di viaggio in Thailandia, attraverso Bangkok, Khao Sok e Samui, di Marco Ciccone - Inviato il 09 gennaio 2004 da Marco Ciccone.

Thailandia 2001

Non so se ricordare con maggior emozione l’energia che aleggiava al tramonto in cima ad Angkor Wat in Cambogia, o i suoni della foresta nella notte passata in una palafitta in un angolo sperduto del Chiaw Lan Lake nel Parco Nazionale di Khao Sok. Tutto questo (e altro) nel mio ultimo viaggio, di nuovo accompagnato dall’ennesima guida EDT, che ora fa bella mostra nella mia libreria. Ma andiamo con ordine.

Dopo essere usciti dall’aeroporto di Bangkok ci siamo diretti verso la stazione ferroviaria di Don Muang, e qui con il treno, che credo sia il mezzo più economico, abbiamo raggiunto la città.



Abbiamo alloggiato in piena Chinatown, un ottimo compromesso per chi, come noi, si vuole fermare a Bangkok per pochissime notti (2), e vuole essere vicino da un lato ai luoghi di maggiore interesse turistico e dall’altro alla stazione di Hualamphong. Nonostante ci fossimo ben preparati, ci siamo trovati più di una volta spaesati di fronte ad una metropoli di tale estensione.

Si rimane affascinati dall’odore speziato e avvolgente dei banchetti ambulanti di cibo disseminati lungo le strade. Il cielo perennemente plumbeo, il traffico e il rumore caotico di una città che sembrava non dormire mai creavavano un’aria pesante, e a volte opprimente. I tuk-tuk che richiamavano i turisti a colpi di clacson, offrendo loro di accompagnarli verso ogni genere di divertimento, si fondevano con un mare di automobili, e creavano una coda interminabile che si snodava (o meglio si annodava) per la città, tanto che anche il Chao Praya, con i suoi battelli affollati, sembrava essere l’estensione naturale di un luogo unico al mondo.



Bangkok merita di essere scoperta ed esplorata autonomamente in quanto ogni soi offre una novità, una sorpresa. Sono una sorpresa i menù, i massaggi tradizionali thai dai quali si esce camminando mezzo metro sollevati da terra. Per spostarsi in città il battello è sicuramente il mezzo più economico e veloce, ma anche i tuk-tuk lo sono se si seguono alcune accortezze, come giocare al ribasso sui loro prezzi, e "minacciare" di proseguire a piedi per ottenere le tariffe più eque.

Dopotutto la città straripa di questi veicoli. Conveniente utilizzare le tessere telefoniche "International Phone Card" (quelle gialle, acquistabili ovunque, per telefonare a casa da una una qualsiasi delle tantissime cabine telefoniche che le accettano. Difficile però prendere la linea.



All’aeroporto di Bangkok per la seconda volta, di ritorno dalla Cambogia, ci siamo diretti all’Avis per noleggiare un’auto solo per scoprire che dalle 12 alle 14 l’ufficio era chiuso per pausa pranzo. In ogni caso, la parte più difficile non è stata noleggiare l’auto, non certo a buon mercato, ma uscire dal traffico della tangenziale...

Da ricordare che per guidare in Thailandia serve la patente internazionale. Viaggiare in auto non è caro (un pieno costa circa 13 euro, cui va aggiunto il regalo di un un graditissimo litro di acqua potabile che riceverete ad ogni rifornimento) e le strade sono quasi sempre in ottime condizioni. Abbiamo sostato per una notte al Prachuap Khiri Kan, una località sul mare poco raggiunta dai turisti occidentali, che ricordiamo perché nel dopocena, camminato sul lungomare, ci siamo imbattuti in una compagnia teatrale itinerante che rappresentava il Khon. Pur stanchi per il viaggio, siamo rimasti affascinati dalle luci, dai costumi, dai trucchi e dai movimenti aggraziati degli attori.

Inoltre, eravamo gli unici stranieri e ciò ha fatto in modo che fossimo sotto le attenzioni e le gentilezze degli spettatori, stupefatti nel vedere dei farang assistere allo spettacolo. Nonostante fosse gratuito, ci siamo sentiti in obbligo di lasciare una mancia. continua "Thailandia 2001" (Pubblicato il 09 gennaio 2004) - Letture Totali 57 volte - Torna indietro



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