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Racconto di un fuoristrada Invernale alla Penisola di Kola, nella Russia Artica, di Giovanni Dondi

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Sito o fonte Web: www.viaggiscoop.it Introduzione. Il Gruppo Sextant, dal 1974 autore di viaggi esplorativi motorizzati, ha compiuto una spedizione nella Russia Artica attraverso il cuore della Karelia e la Penisola di Kola. Il Gruppo, partito dall’Italia il 6 Marzo, ha raggiunto San Pietroburgo via Svizzera, Austria, Germania, Finlandia. Da qui si è diretto a Nord, penetrando l’interno della Karelia su strade secondarie e piste forestali, fino a raggiungere il Mar Bianco e la Penisola di Kola.

La fascia climatica attraversata è quella della taiga, contenuta tra la foresta boreale (a Sud) e la tundra (a Nord). Questa fascia cinge l’intero globo, dal Canada alla Siberia e con la foresta boreale costituisce il più grande polmone verde del pianeta: di gran lunga maggiore a tutte le foreste tropicali messe insieme, Amazzonia compresa. I mezzi utilizzati sono stati due, con equipaggi di due persone. Giovanni ed Erina Dondi su Defender 110HT 300Td, Mario Doria e Fabio Bresciani su Daily 4x4 camperizzato. Entrambi i veicoli erano coibentati, dotati di riscaldatore Webasto e attrezzati per il pernottamento a bordo.



Le temperature non hanno mai superato i 3 gradi sotto zero, giungendo spesso a toccare i –25°. Tali temperature hanno imposto l’utilizzo di additivi per il gasolio e batterie supplementari. La trazione sui terreni ghiacciati è stata garantita da speciali chiodi della Best Grip, montabili e smontabili in loco.

Il percorso in Karelia si è snodato tutto su strade secondarie, dal fondo completamente innevato. La spedizione ha raggiunto la Penisola di Kola e percorso una pista costiera sul Mar Bianco per raggiungere il remoto villaggio di Varzuga, estremo baluardo di civiltà in una delle aree più selvagge della Russia. A Kirovsk il Gruppo ha incontrato un operatore olandese, specializzato in percorsi estremi all’interno della penisola. Con un possente camion militare russo si è tentato di compiere un raid su terreno vergine, ma la profondità della neve ha costituito un ostacolo invalicabile anche per questo straordinario veicolo.

Il viaggio è stato caratterizzato dal violento contrasto offerto dalle devastazioni ambientali dell’era sovietica. Città industriali, miniere, centrali nucleari, fonderie, porti militari, ecc. si sono contrapposti ad un ambiente naturale di straordinaria bellezza, con foreste inviolate e la grande tundra che ospita i superstiti delle popolazioni Sami e Komi e di cacciatori-pescatori come i Pomori. Il Mare di Barents ed il porto di Murmansk, teatro del 2000 della tragedia del sommergibile nucleare Kursk, hanno costituito il punto più a Nord toccato dalla spedizione.



Racconto. Ci siamo ormai lasciati alle spalle i palazzi imperiali di San Pietroburgo, i suoi viali popolosi e le stupende ragazze inguainate in jeans rivelatori di forme. Al ticchettìo dei tacchi da 12 cm che ci facevano volgere continuamente la testa, si è ora sostituito lo sferragliare di colonne di caracollanti camion che sollevano spruzzi di fango gelato. E’ la M18, la strada che da San Pietroburgo volge a Nord-Est, sfilando il grande Lago Ladoga interamente ghiacciato, per piegare poi a nord verso Petrozavodsk. Sopra la coltre di neve pressata che ricopre l’asfalto è stato gettato uno strato di sabbia e terriccio che ha trasformato la strada in una pista sterrata.

Per giungere fin qui abbiamo attraversato Svizzera, Austria e Germania. Da Rostock ci siamo imbarcati sul traghetto Tallink che ci ha condotti ad Helsinki, in Finlandia. Le prime avvisaglie della severità del clima di quest’anno le abbiamo avute proprio nella capitale finlandese, investita da una bufera di neve. Il passaggio di frontiera con la Russia è stato relativamente facile (circa due ore), anche se reso disagevole dal vento gelido che si incanalava nell’hangar del valico, investendo la fila dei frontalieri. Il primo tratto della M18 è in pessime condizioni. La strada che collega San Pietroburgo alle estreme propaggini della Russia Artica è paradossalmente più disastrata nei pressi delle città, forse a causa del traffico pesante che vi gravita. continua "Dalla Russia con amore" (Pubblicato il 14 gennaio 2017) - Letture Totali 140 volte - Torna indietro



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