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Full immersion fra magiche leggende e alchimie di sapori

Racconti e Articoli di Viaggio

Itinerario raccontato da Anna Maria Piscitelli per “L’eco della Sibilla” Info: anny@elissa.net

Full immersion fra magiche leggende e alchimie di sapori

Sito o fonte Web: www.elissa.net A chi, stimolato dal nostro virtuale viaggio sui ‘sentieri delle stelle’, vuole personalmente visionarne il tracciato programmando una vacanza nel versante piceno dei M.ti Sibillini, sarà la stessa Sibilla, indiscussa Leader della community montana, a porgere il doppio filo che aiuterà a non sperdersi nel suo labirintico e trasgressivo regno e a meglio calarsi, sullo sfondo di un incredibile retroterra culturale, nell’incanto di un paesaggio ancor selvaggio e incontaminato, circoscritto nel perimetro di un Parco Nazionale. Il percorso consigliato, che ricalcherà la stessa viabilità contrassegnata dal tipico brand stellato rievocante l’eco lontana di antiche tradizioni sapienziali e della fiorente economia di un tempo che fu, comprenderà due principali mete escursionistiche: Monte Sibilla, il Venusberg centro-italico, con la sua grotta fatata e Monte Vettore, la vetta più alta della Catena, con il suo lago stregato.

Dopo il Solstizio d’Estate e fino ad Autunno inoltrato, ogni periodo è buono per avventurarsi, superato il paesino di Montemonaco, lungo il ripido serpentone sterrato che si snoda su monte Zampa e in circa 8 Km conduce a quota 1540 e al Rifugio Sibilla (http://www.rifugiosibilla1540.com/ - info@rifugio1540.com). La strada è battuta, percorribile anche in auto fino al rifugio, e a circa metà del tragitto s’incontreranno le Grotte Nere che anticamente erano deputate, per il loro particolare microclima, a scopi terapeutici. Non va perso mai di vista il panorama che salendo si fa sempre più ampio e suggestivo spaziando dall’orizzonte bluastro del Mar Adriatico al Grande Corno del Gran Sasso e alle irte cime dei Monti della Laga. Ad accogliervi sul belvedere di questo tipico rifugio montano troverete la simpatica coppia dei gestori Angelone e Cinzia con la loro bimba Marika (mini-sibilla di nuova generazione!) che vi assicureranno un soggiorno confortevole e ogni indicazione, consiglio e assistenza per proseguire a piedi sempre più su, verso la cresta di Monte Sibilla e la famosa Grotta, percorrendo lo stesso fantastico itinerario che nel Quattrocento il Cavaliere Provenzale Antoine De La Sale, intellettuale e alchimista, descrisse nel suo diario di viaggio ‘Il paradiso della regina Sibilla’ dedicato ad Agnese di Bourbon-Bourgogne. I buongustai non potranno far a meno di apprezzare le specialità di Cinzia, dalle ‘tagliatelle ai corbini’ (olibri), una specie selvatica di spinaci che cresce sul crinale limitrofo al rifugio, agli ‘gnocchi di polenta’ con funghi e tartufi “cercati freschi” da Angelone e dal suo cane, al locale ‘cinghiale in salmì’ …il tutto, ovviamente annaffiato dal Rosso Piceno e stemperato da freschissima acqua di sorgente e… dalla grappa alla ‘genziana dei M.ti Sibillini’.

Ma per chi volesse davvero vivere un’esperienza off-limits, non va persa la scalata notturna con pernottamento in sacco a pelo sulla vetta, magari scegliendo una notte di Plenilunio, con l’auspicio di un incontro ravvicinato (noto a livello popolare come il sogno della Fatacina) con la Sibilla in persona o, quantomeno, con una delle sue leggiadre e sensualissime Fate. Come pure si potrebbe assistere, nei pressi di ciò che ormai resta dell’arcaica grotta, a strani fenomeni luminosi che interagiscono a livello neuronale creando ampliamento di coscienza e simbiosi con le energie del luogo fino a sentirsi, alle prime luci dell’alba, non più semplici spettatori, ma attivamente compartecipi di quegli strani giochi di geometrie ed esplosive cromie che lo spettro solare suole pennellare lungo il misterioso profilo della Montagna nel mentre la luna piena tramonta, sempre più diafana nel cedere lo scettro al signore del nuovo giorno… E sulla via del ritorno, volteggiante sulla vetta, potreste scorgere l’aquila reale a porgervi l’ultimo saluto della Regina, o percepire la presenza del suo invisibile ‘piccolo popolo’ di fate, elfi e gnomi che vi scorterà nella discesa, infine consegnandovi alle dolci o salate alchimie di una megacolazione corroborante imbandita sulla terrazza del rifugio, per rimirare dall’alto e con sguardo ormai disincantato, quel mondo di laggiù che non riuscirà mai più ad alienarvi, né a cancellare l’indimenticabile e trasformante esperienza vissuta nel magico regno della Circe dei Sibillini.

Risalendo l’antico percorso dei ‘sentieri delle stelle’ verso M.te Vettore per l’escursione al Lago della Sibilla e preferendo una soluzione di soggiorno in B&B, sarà ideale La Baita di Pilato (http://www.labaitadipilato.it/) che vi accoglierà piacevolmente nel suo borghetto ristrutturato ad oc e munito persino del confort di una fresca piscina posizionata sullo sfondo di M.te Sibilla. Quasi speculare alla Baita La Locanda della trota con annesso vivaio, ove gustare le trote sguazzanti nelle limpide acque dell’Aso, sapientemente preparate da ‘Felicetta’ e servite in sfiziosissimi antipasti, carpacci, fritte in pastella e come ripieno delle tipiche olive all’ascolana, filettate e arrostite con le erbette aromatiche o sposate ai profumi del bosco per farcire le sue inimitabili lasagne alla trota e funghi porcini, pasteggiando con un buon Verdicchio o con un Rosso Piceno d’annata. Proseguendo verso Rocca, dopo aver sostato a contemplar le ‘stelle’ scolpite sulla monofora della chiesetta di Santa Maria in Casalicchio, chi predilige la struttura alberghiera in stile montanaro, potrà fermarsi in pensione presso Il Guerrin Meschino (www.guerrinmeschino.com) ove assaporare le specialità di Gabriele e Francesca fra cui gamberi di fiume, lumache di monte, zuppe di farro e lenticchie, e il doratissimo fritto all’ascolana in cui risaltano fra olive, cremini e verdure dell’orto, le tenerissime costatine di agnello dei pascoli locali. Dalla frazioncina di Rocca partiva anticamente un sentiero alternativo verso la Grotta, chiamato del Guerin Meschino, cioè di quell’eroe del romanzo cavalleresco di Andrea da Barberino, che ivi giunto per interpellare l’oracolo della Sibilla sulla vera identità del suo casato, restò prigioniero per un anno intero nell’infero regno di piaceri della Fata appenninica. Proseguendo e costeggiando le gorgoglianti acque del torrente che si insinua nella macchia e fra le gole, formando fresche radure a mo’ di ninfei, cascatelle e cristalline pozze, salendo in su fino alle sorgenti dell’Aso si giungerà a Foce, ritrovo, un tempo, per le gaie danze di leggiadre Fate e miti pastori. Qui si potrà sostare al Rifugio la Taverna della Montagna (info: tel. 0736856327) dotato di numerose camere, per ritemprarsi con le tipiche specialità alla brace in vista dell’impegnativa scalata a Monte Vettore e al Lago della Sibilla.

Denominato di Pilato, per il sovrapporsi di una leggenda più tarda che ne volle scaraventate da buoi infuriati le spoglie maledette del Proconsole Romano, questo Lago di origine glaciale fu meta nel Medioevo di maghi e negromanti che vi salivano per impetrare ai demoni la consacrazione dei grimoires e dei loro libri del ‘comando’. Pare lo frequentasse lo stesso Cecco d’Ascoli, contemporaneo di Dante, astrologo, alchimista e ‘Fedele d’Amore’, arso sul rogo con l’accusa d’eresia e stregoneria. Caratteristico per la posizione impervia a circa 2000 m. s.l.m. resta unico nel suo genere per il proliferarvi del Chirocefalo Marchesoni, una specie rara di gamberetto rosso-arancio che periodicamente lo tinge del suo vivacissimo colore. Alle prime luci dell’Alba, lasciato alle spalle il Rifugio di Foce e la strada asfaltata, si dovrà proseguire a piedi attraversando il Pian della Cardosa fino a un ameno e ombroso boschetto di querce da dove inizierà la vera e propria scarpinata lungo la Salita del Carraccio. Affrontati di buona lena i perigliosi tornanti delle Svolte, il tragitto si farà più comodo e panoramico fino alla pietraia che costeggia il laghetto. Sostare a lungo sulle sue sponde immergendosi nella quiete circostante per ricaricare mente e corpo della purissima energia che esala da ogni pietra, da ogni filo d’erba e da quelle cristalline acque, costituirà il meritato trofeo per le fatiche spese… Stesso percorso a ritroso per il ritorno alla base di Foce o, in alternativa, per gli esperti di trekking di montagna, la possibilità di travalicare il Vettore e scendere verso Forca di Presta per proseguire la vacanza nel versante umbro delle terre della Sibilla, e scoprire sui ‘sentieri delle stelle’ altri magici luoghi, leggendari racconti e gastronomiche golosità… parola di Sibilla. (Pubblicato il 13 febbraio 2009) - Letture Totali 135 volte - Torna indietro

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