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Ricette per un viaggio nel Sahara

Racconti e Articoli di Viaggio

Istanti di viaggio nel deserto, con ricette e ironia incorporate, nel Sahara della Libia e del Marocco, di Alighiero Adiansi - Inviato il 04 maggio 2004 da Alighiero Adiansi.

Ricette per un viaggio nel Sahara

Sito o fonte Web: web.tiscali.it/alitour/ Chi l'ha mai detto che durante un viaggio nel Sahara ci si debba accontentare di biscotti e scatolette? Ecco alcune ricette collaudate per voi tra le dune del deserto libico, con un po' di fantasia e di allegria, in mezzo ad un paesaggio stupendo. Per chi non lo sapesse, il deserto libico comincia dentro Ghadames, tra le mura ristrutturate, i vicoletti ricoperti, le porte ridipinte, le moschee vuote, le case museo e l’ingresso a pagamento. Imbalsamata dall’Unesco come un’animale estinto, l’antica stazione carovaniera sonnecchia sullo scaffale d’asfalto polveroso, di fianco alla città nuova dove i negozi sono piccoli supermarket in cui si trova di tutto, ma proprio di tutto dall'attacco del gas che sembrava introvabile a Roma, alle baguettes appena sfornate, e poi patate, cipolle, zucchine, melanzane, cetrioli, limoni, pomodori, carote, mele, angurie, peperoncini, uova, banane, meloni… Caso mai non vi bastassero le cinque casse di viveri faticosamente trasportati dall'Italia! Gli scatoloni di acqua minerale sono allineati in grattacieli più rassicuranti delle allarmate relazioni di viaggio. Al ristorante, davanti alle patatine ammosciate dal gelo e al pollo grondante sangue sembra piu’ difficile trovare il fuoco dell’acqua. Ma passiamo al tema centrale di questo articolo. Prima cena con la cassa, improvvisiamo:



1) - Farfalle all’hamada rossa. (per 8 persone, come tutte le altre ricette)
Circa due ore prima di cena, mettere sul fornellino una quantità abbondante di acqua, naturalmente in una pentola altrimenti il fuoco si spegne. Dopo un’ora e mezza, spostare la pentola sul fuoco a legna dei tuareg altrimenti non bolle più... Nel frattempo sbucciate 4 grosse melanzane e tagliatele a dadini sempre più grandi via via che vi rompete i coglioni. Nella pentola bassa scaldare 4 cucchiai d’olio, uno spicchio d’aglio e un velo di cipolla. Mettete a rosolare le melanzane, quando si sono ammosciate (le ragazze sanno bene come sono le melanzane ammosciate!) aggiungete due barattoli di fagioli, mezzo di Pomì, pepe, sale e peperoncino. Lasciate cuocere finchè il tutto si sarà trasformato in una poltiglia informe. A questo punto, gettatevi dentro la pasta cotta al dente, o comunque prima che si sciolga. Se nel gruppo c’è una santa che ha portato il grana, spolveratelo sopra (la pasta). Se Riccardo rutta, la ricetta è venuta bene...

Stamattina non si vede niente. Fisso il finestrino, ma niente, mai visto un niente del genere. Non è nemmeno deserto: mancano le dune, la sabbia, le pietre, gli arbusti, la polvere e l’ombra attorno alle jeep. Quando mai capita di vedere tanto niente, di guardare la terra fino in fondo? Siamo così abituati ad avere qualcosa davanti e invece ecco laggiù il confine del mondo: l’orizzonte sembra un gradino e vien voglia di andare fin là per guardare di sotto. Seconda cena con la cassa. Bisogna usare tutte le verdure prima che marciscano, quindi:



2) - Spaghetti al verde.
Per la pasta ripetete le stesse operazioni subdole della sera prima, tanto i tuareg lo sanno e prendono più legna del necessario. Invece delle farfalle usate gli spaghetti (sono quelli lunghi e stretti), fate conto circa 120 grammi a persona, TLF. Aprite due scatole di latta con le palline verdi sull’etichetta. Tirate fuori i piselli stando attenti a non tagliarvi perchè poi è difficile farsi succhiare la ferita. Prendere la pentola larga e, siccome per imitare i tuareg l’avrete pulita con la sabbia, dategli prima una risciacquata altrimenti vi giocate i ponti d’oro che avete in bocca. Affettate un paio di cipolle, versate i piselli, aggiungete mezza dozzina di zucchine, lavate, mondate e tagliate in almeno una decina di rondelle. Completate con mezzo bicchiere d’olio, due di acqua da tanica, mezzo dado, il Pomì avanzato ieri sera se non si è impiastricciato sul fondo della cassa, sale, pepe e lasciate cuocere per una ventina di minuti a fuoco lento ( l’unico che c’è...). Quando le zucchine cominciano ad attaccarsi sul fondo versate gli spaghetti al dente, mescolate, spolverate con foglie di menta e non aggiungete grana altrimenti non sarebbero più al verde!



3) - Pomodori ricchi.
Mettete i pomodori in acqua sterilizzata per circa mezz’ora, poi toglieteli, asciugateli e tagliate a metà quelli che non si spappolano in mano. Preparate un ripieno con la carne in scatola (una ogni pomodoro), due fette di pancetta tritate fini, un paio di uova, sale, pepe, baguette grattuggiata (per grattuggiarla bene, tenetela nel sacco di similjuta, appoggiate il tutto sopra una pietra piatta e passateci sopra con la jeep), spezie varie a portata di mano e qualche cucchiaio d’olio. Quando il ripieno è ben impastato, staccatevelo dalle mani, dai gomiti, dalle ginocchia e accomodatelo nei mezzi pomodori opportunamente svuotati dei semi. Appoggiate le verdure ripiene nella pentola larga e ben oliata e cuocete a fuoco vivace fino a quando i pomodori raggrinziscono. Se il fuoco non è abbastanza vivace provate a cantargli qualcosa tipo “Bella ciao, bella ciao...” Se il gruppo è di quelli esigenti fate sciogliere sopra ogni pomodoro un pezzetto di formaggino. Se è ancora più esigente, portatelo al ristorante (sono 436 km a piedi di notte nel deserto, i primi trecento tutti dritti!)

Notte serena, aria limpida, riesco a contare le sorelle dei Tuareg. Sono sette, una più bella dell’altra. All’orizzonte, un chiarore lattiginoso sfuma nella Via Lattea. Non può essere una città perché non c’è nessuna città da quella parte, e neanche dalle altre. Per Elvio è il sole che, sotto il profilo dell’orizzonte, impedisce al cielo di oscurare completamente. Però alle dieci di sera ... che tramonto lungo! Vediamo col tele... proviamo col canocchiale ... niente... poi Carla nota il secondo chiarore un po’ più in là, poi un terzo poco lontano... Mille soli? Ma no! I pozzi petroliferi algerini lasciano poco spazio alla poesia...continua "Ricette per un viaggio nel deserto" (Pubblicato il 04 maggio 2004) - Letture Totali 76 volte - Torna indietro

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