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Bhutan e Sikkim: riflessioni sparse


Inserito il: 26/05/2005 da Marco Cavallini
Email: marcaval@libero.it
Sito web: http://www.marcocavallini.it
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Già dai primi passi capisco di essere entrato in un mondo a parte e questa Svizzera himalayana continuerà a stupirmi nella successiva settimana. Da buon vizioso mi informo subito se si può fumare scoprendo che per adesso è solamente bandita la vendita delle sigarette ma dal 25 novembre ci saranno anche pesanti sanzioni per chi fuma ... intanto consegno le foto per ottenere il visto di una settimana!

Per andare in Bhutan è necessario comprare un pacchetto da 200 dollari al giorno tutto compreso (trasporti - guida - albergo - colazione - pranzo - cena , questi ultimi due decisamente abbondanti e succulenti!), anche se pare che diverse agenzie riescano ad ottenere prezzi più bassi; il servizio è decisamente ottimo, molto superiore alle modalità di viaggio cui sono abituato io. Una volta entrati con tutte le carte in regola, bisogna consegnare passaporto e due foto tessera all'ufficio di Rinsheding, 5 Km. da Puentsholing poi si aspetta vagabondando per quest'ultima piccola città di frontiera, anche perché la pericolosa e franosa strada per Paro apre soltanto alle 14. Qui l'unico svago è osservare i fedeli che pregano e girano attorno al piccolo Chorten in completo silenzio.

Una volta partiti ci aspetta una tortuosa strada di montagna, lungo la strada di fianco a notevoli precipizi e attraversando lunghi tratti franati che mettono una certa ansia, fanno bella mostra di sé una bella quantità di cascatelle, alcuni delle quali vengono sfruttate per lavare auto e camion. Tutti i camion recano nel retro la scritta "suona il clacson", ovvero indicano l'unico metodo possibile per affrontare sorpassi su queste strade.

Così come lessi che in Bhutan la scuola è obbligatoria fino ai 14 anni e che poi chi vuole proseguire è aiutato dallo stato, in quanto ai bhutanesi vengono risparmiati i lavori pesanti, a parte chi si dedica all'agricoltura e alla pastorizia, gli altri si dedicano al commercio o a lavori d'ufficio ... così mi accorgo che tutti i lavori pesanti sono fatti da immigrati indiani e nepalesi. Infatti lungo le strade in tanti sono impegnati con lavori pesanti, stradini e soprattutto tanti spaccatori di pietra tra cui spiccano addirittura giovani donne con in braccio bambini di pochi mesi; in poche parole ci scontriamo con la tristemente poco nota "servitù da debito", una modalità di schiavitù molto diffusa soprattutto in queste zone e di cui pochissimo si parla. Il governo bhutanese dà in appalto la costruzione e sistemazione delle strade alle compagnie private indiane chiudendo gli occhi su come poi vengono effettivamente svolti questi lavori.

Mentre procediamo per Paro piano piano il paesaggio cambia, dalla foresta tropicale si passa a grandi boschi di conifere (con il risultato che anche la luce è più nitida!), dopo circa 5 ore di bus arriviamo ad un bivio caratterizzato da un check-point da cui la strada prosegue verso Paro o verso la capitale, Thimpu. La nostra prima tappa è Paro con il suo maestoso Dzong sotto il quale transitiamo mentre procediamo verso il nostro alloggio. Paro è molto piccola, ha un lungo viale attorno al quale sono insediate le tipiche case ... queste a prima vista possono ricordare i nostri masi ma da vicino eccellono per i fini particolari intagliati nel legno e per alcuni disegni che spesso ne abbelliscono i muri, essendo nel sub-continente indiano non poteva certo mancare qualche "notevole" immagine fallica!

Da Paro ci trasferiamo di qualche chilometro all'interno di una grande pineta, da qui dopo tre ore di scarpinata in salita arriviamo all'entrata dell'affascinante monastero di Takshang, appollaiato suggestivamente sotto il cucuzzolo di una montagna, sopra ad alcuni strapiombi di roccia dritta. Purtroppo ci dobbiamo accontentare di questa suggestiva immagine ma per entrare bisogna avere un permesso speciale, ci consentono di arrivare fino alla porta, vicino alla quale scorre un ruscelletto grazie al quale una tipica preghiera (un cilindro posto su un perno sotto il quale scorre l'acqua, n.d.r.) ruota senza sosta facendo sì che "le preghiere vengano lanciate al cielo dal vento" ... una situazione decisamente tipica e ancor più evidente in luoghi come il passo di Dochu La a 3200 metri circa, dove attorno ai tanti chorten (piccoli stupa, n.d.r.) vengono appesi file di preghiere (per essere chiari: sembra di vedere panni stesi) ai tanti alberi creando così un luogo di preghiera maggiormente vicino al cielo, io vi appenderò le preghiere che mi hanno regalato in un antico monastero a Thimpu.

Nel salire a Takhtshang faccio un incontro ravvicinato con una mucca gigantesca con due corna che insieme raggiungono circa il metro di apertura, la chiamerò mucca-yak ma in verità deriva da incroci, cui hanno collaborato specialisti svizzeri, tra le magre mucche indiane e mucche Jersey. Alla caffetteria utilizzata come belvedere per il monastero facciamo un primo incontro-scontro con i prezzi dell'artigianato locale, per una piccola preghiera tipo tibetano mi vengono chieste 650 , ma non rupie bensì USD ... tenendo presente che il cambio è 1 Euro = 55 Rupie indiane, inoltre le rupie indiane sono spendibili in Bhutan mentre i Ngultrum bhutanesi (stesso valore della rupia) non sono spendibili in India. Altra particolarità bhutanese è che causa la diffusione di banconote false, la banconota da 500 rupie indiane è difficimente utilizzabile nel regno buthanese.     continua "Bhutan e Sikkim: riflessioni sparse"

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