Home Racconti, Articoli, Diari, Reportage di Viaggi Racconti, Articoli, Diari, Reportage di Viaggi A briglia sciolta verso l’Afghanistan A briglia sciolta verso l’Afghanistan

A briglia sciolta verso l’Afghanistan


Inserito il: 08/05/2009 da Fabio Migli
Email: redazione@viaggiatoriweb.it
Sito web: http://www.viaggiatoriweb.it
Letto 5709 volte

 Clicca per ingrandire Clicca per ingrandire Clicca per ingrandire

UN’IDEA STRAMBA

Ecco allora balenarmi nella mente un’idea pazza che rendeva inquiete le mie notti: tornare a sud, in Uzbekistan, provare ad attraversare l’Afghanistan e finalmente entrare in Pakistan, luogo che mi è rimasto nel cuore dal precedente viaggio in Panda del 2004. Nella capitale uzbeka, inaspettatamente, il percorso che sembrava senza sbocchi acquista nuovo vigore. E’ emozionante quando entro nell’ambasciata afghana di Tashkent. La rappresentanza si trova in una palazzina contornata da un muro composto da mattoncini color crema. All’interno un bel giardino, non grande ma ben tenuto, abitato da alberi di melo e melograno circondati da roseti. Un piccolo paradiso fresco. Qui incontro un anziano signore di origine afghana, il quale mi racconta della sua nazione: “Nella mia terra c’erano tanti posti meravigliosi. Ora forse non esisteranno più, sono tanti anni che non torno in quei luoghi. Ricordo, per esempio, di un lago dall’irreale colore turchese puro intenso a circa 200 chilometri da Kabul, era un dono della natura”. Mi indica la località sulla mappa stradale che ho con me. Prosegue, visibilmente commosso, gli occhi lucidi velati dalle lacrime: ”Adesso soltanto guerra e desolazione. Io non posso più tornare là, ma ti auguro buona fortuna nella mia patria, sii prudente.” Mi stringe calorosamente la mano e si eclissa nel caldo di mezzodì. Il breve colloquio, effettuato con il mio stentato russo, mi lascia in una strana sensazione a metà tra il voler proseguire verso l’ignoto, ma affascinante Afghanistan, ed il desistere e tornare verso casa. L’ago della bilancia pende però in modo preponderante verso la prosecuzione del viaggio quando una graziosa signora del consolato, dallo sguardo dolce e dal sorriso gentile, mi consegna il visto, con mia sorpresa, in solo due ore d’attesa. “Le ho fatto fare, eccezionalmente, un permesso di transito della durata di 14 giorni anziché gli standard 7 giorni”, mi dice porgendomi il passaporto vistato. E’ la prima volta che vedo il passi afghano sul mio documento. E’ l’unico riempito a mano con penna a biro! Non credo ai miei occhi, mentre rigiro tra le mani il passaporto con il visto. Afghanistan: il solo nominarlo fa un po’ paura, ma ben presto capisco che si trattava di un timore più che altro indotto dai media. Il 10 settembre, con emozione adrenalinica, attraverso il lungo ponte metallico sul fiume Amudarja che divide l’Uzbekistan dall’Afghanistan. In fretta la preoccupazione svanisce, quando incontro gli amichevoli e sorridenti militari di frontiera sotto il cartello di “Wellcome to Afghanistan”, sovrastata dall’immagine dello scomparso comandante Massud.     continua "A briglia sciolta verso l’Afghanistan"

Torna indietro

Per Votare/Commentare chiudi questa finestra e clicca Ti è stato utile (ti è piaciuto) questo contributo? Votalo

CARTACEO-SANGREAL.jpg

I Top LIKE...
Le destinazioni
Viaggi Oceania Viaggi Africa Viaggi Europa Viaggi Nord America Viaggi CentroAmerica Viaggi Caraibi Viaggi SudAmerica Viaggi Asia Viaggi Medio Oriente Clicca sul Continente Viaggi ZONA_ITALIA