Diario di viaggio in Malesia


Inserito il: 14/09/2004 da Marco Ciccone
Email: ciccone.marco@inwind.it
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Marco+Ciccone
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La mattina seguente ci troviamo all’Istana Hotel alle 8 con il nostro voucher per il Taman Negara, che raggiungiamo nel tardo pomeriggio dopo un lungo, estenuante ma a tratti affascinante viaggio, tra pullman e barca. Ora, a mente lucida, posso analizzare le offerte e le disponibilità di questo parco nazionale: il Mutiara o Taman Negara Resort è sicuramente il più bello, ma i pacchetti per tre giorni costano 300 dollari, e una struttura così lussuosa stona in mezzo ad una foresta, mentre; il Nusa Camp ha un minore ambientale (ma sarà da verificare dopo la costruzione del ristorante a due piani…), e permette di dormire tra i rumori notturni della foresta, rumori che si materializzano in tutte le possibili forme e colori se si passa una notte nelle scomode e sporche camerate con bagno all’aperto! È successo perché a KL ci hanno venduto solo questi posti letto, e nonostante il Camp non fosse al completo, abbiamo dovuto insistere parecchio per richiedere che ci fosse assegnato uno dei tanti cottage ancora liberi. Altre strutture, private, si trovano nel paese di Kuala Tahan, che però essendo disboscato risulta molto afoso e anche poco attraente. La maggior parte dei turisti, noi compresi, arriva al Taman Negara con pacchetti completi di pernotto, pasti e tour con guide, cosa che abbiamo apprezzato tantissimo, partecipando ad escursioni con non più di 6 persone. Chi si aspetta di incrociare felini o grossi mammiferi non può che rimanere deluso. Noi abbiamo avuto la “fortuna” di osservare un branco di scimmie, tranquillamente intente a rovistare tra gli avanzi di qualche pasto umano… Infine, è sconsigliabile fermarsi solo per due notti, considerato che il viaggio da KL occupa mezza giornata, ma veniamo ai dettagli….

Su tutti i depliant compare l’emozionante camminata sospesa nel vuoto sul Canopy Walkway. Sono sicuramente dei passaggi in tutta sicurezza, ma devo ammettere che più di una volta ci siamo chiesti per quali motivo fossimo saliti su quei ponti dondolanti, mentre con il respiro pesante e i piedi incollati alla passerella, cercavamo in tutti i modi di non guardare sotto. Di altro genere è stato il tubing pomeridiano: mentre scivolavamo dolcemente sul fiume, abbiamo assistito al riappacificante spettacolo della natura che ci circondava e a tratti sembrava avvolgerci, tanto eravamo piccoli, al confronto, all’interno dei nostri gommoncini. L’eventuale giornata successiva prevede un trekking di qualche ora, che solitamente si conclude nei pressi di una cascata con un ristoratore bagno e l’escursione in una grotta. Tra le tante, Gua Telinga rappresenta un’emozionante esperienza, ma è indispensabile non soffrire di claustrofobia o aracnofobia (i ragni che la abitano sono giganteschi!!) e soprattutto non si deve urlare spaventati dal volo radente dei pipistrelli, altrimenti si potrebbero svegliare tutti… Sono tutte escursioni tra sentieri ben segnalati, per cui teoricamente si potrebbero fare in autonomia, ma da un lato la convenienza economica e dall’altra il fatto che con una guida locale si possono apprezzare piccoli e grossi particolare naturalistici, fa propendere per la seconda scelta. A dir la verità il programma prevedeva anche un tour notturno alla ricerca degli insetti, o piccoli animali nella boscaglia, ma noi non vi abbiamo partecipato: eravamo stanchissimi e ci era comunque bastata “l’escursione” della prima sera nei bagni all’aperto del Camp…     continua "Diario di viaggio in Malesia"

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