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Sapete quante volte mi sono chiesto


Inserito il: 29/10/2007 da Claudio Montalti
Email: claudiomontalti@gmail.com
Sito web: http://www.claudiomontalti.net
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E' un paradiso se BA e vento che urla nelle orecchie costituiscono la tua idea di paradiso, ma non c'è stato proprio il tempo di stare lì a rimuginare perché, dopo il meritato e lungo riposo, più mattinieri di me, ed anche più decisionisti, credo, i miei compagni avevano già affittato una 4WD dal gestore del motel e stabilito che si andava tutti alla Burrup Peninsula. Rintronato dal sonno, nemmeno avevo capito che quel giorno si andava a pesca. E dove, se no, vistoi che avevamo fatto ben 1800 chilometri (e altrettanti ci attendevano al ritorno) solo per quello!!! E' nostro "ospite" (naturalmente pagato), la guida e proprietario dell'auto, uno strano individuo. L'aspetto è normale, pacifico direi: circa 50 anni, statura media, abbigliamento del bushman medio, sorriso medio, vivacità media... e rimango davvero sorpreso quando egli ammette con modestia - sempre media - che scrive regolarmente articoli per i mensili, bimensili, settimalali e quotiani australiani, e che viene regolarmente invitato in televisione. A fare che? Ma a parlare di pesca, of course!!! Ci vogliono però molte insistenze per fargli ammettere che, in effetti, suo era il record australiano (ed anche mondiale visto che quel pesce non vive altrove) del più grosso Barramundi mai pescato. Insomma, Cotzie era una vera celebrità, una grande star relativamente agli ambienti delle pesca che - come avete potuto bene immaginare fin dalla premessa - in Australia costituiscono una lobby piuttosto numerosa. Capire da dove venisse questa fobia, io che di pesca conoscevo solo quella della parrocchia - sapete, quella col numerino arrotolato demtro a un maccheroncino, che solo l'ultimo giorno permetteva di vincere il motorino o la bicicletta - era una delle curiosità che volevo togliermi. Non mi sarei altrimenti lasciato coinvolgere da una simile escursione. Dunque, ho cominciato a fissare Cotzie se non come un eroe, quasi.

Abbiamo percorso numerose strade sterrate e sfiorato baie perfette per la pesca, ma evidentemente non per Cotzie. Non conoscendo ancora le sue qualità dipescatore, potevo intanto apprezzare la sua guida: un vero mago col volante. E' stato un piacere vedere come il nostro 4WD affrontava e oltrepassava le asperità. Quasi non ho subito scossoni o sballottamenti: la jeep sembrava procedere come sui binari di un treno.Ciò permetteva di godere completamente uno spettacolare panorama. Qualche mese prima, un incendio aveva fatto fuori tutta la rada vegetazione e ciò ne esaltava ancora di più la somiglianza con Marte di ciò che vedevo: roccie rosse, sabbia rossa, graniti rossi... Sottoposte a erosione continua, le asperità avevano le forme più strane. Tutto molto affascinante... a patto di non viverci ovviamente. Il programma di Cotzie prevedeva una pesca al largo dell'isola più esterna dell'arcipelago Dampier, detta Huoy Island, ma un forte vento sollevava onde contrarie per cui egli ha fermato la capace pilotina poco prima, nel passaggio tra essa e Legendre Island. Per me è cominciata un'altra lunga agonia, non differente da quella vissuta nelle due lunghe tappe in macchina. Dovevo immaginare che non mi sarei affatto divertito a starmene per ore con una canna da pesca in mano, così ogni tanto mormoravo maligno: "Embè, è tutto qui pescare in W.A.?” Però il pesce era tanto e abboccava come se non aspettase altro che di uscire dall'acqua. Lo faceva in maniera giuoiosa, direi... tanto che ho provato a tenere il retino a pelo d'acqua per verificare se le canne e l'esca servissero effettivamente, guadagnanodomi lo sguardo compassionevole dei compagni più Cotzie. Li ho sorpresi più volte a fissarmi, a soppesare quanta follia ci fosse in me e quanta normalità. Non conoscendomi, non potevano sapere che sono solito fare esperimenti. Semplicemente, sono incapace di prendere per buono tutto quel che mi viene detto, un vero S.Tommaso, insomma...

Di tanto in tanto ci spostavamo. Ogni baia era un ribollire di attività sottomarina. Per 150 metri verso riva, il fondale straripava di coralli. Non per niente, quella baia aveva il nome di Coral Bay, toponimo piuttosto diffuso, direi... Ma era un vero spettacolo l'affollamento di pesci piccoli che al loro volta attiravano i grandi che a loro volta abboccavano come affamati. Ingordi... Ogni urletto anticipava la fuoriuscita di un pesce più grosso e, visto che l'attività non mi entusiasmava, per la gioia di tutti mi sono autopromosso videoperatore ufficiale del gruppo. Con quattro cineprese appese al collo, filmavo e filmavo per posteri quel particolare fishing game senza giganti. Filmavo e studiavo ogni centimetro di Legendre Island. Un posto davvero interessante, un lungo lastrone di granito che esce dal mare anche per 50 piedi, circa 17 metri. Interessante era anche tutto il lavoro prodotto dalle onde sulla sua costa, piena di cavità come un formaggio svizzero. Solo giallo spinnifex cresceva sull'isola. Mi sono molto emozionato, e non poteva essere altrimenti, quando piccoli squali hanno cominciato a zigzagare come forsennati vicino a noi. Le lenze fuori (è proibito pescare squali in Australia) abbiamo attentemante osservato, e io ho filmato. E' stata l'emozione più grande di quel giorno, soprattutto dopo che Cotzie ha ammesso di non avere mai vsito dei macks (così si chiamano) tanto grandi. Onestamente, a me non sembravano così grandi. Forse Cotzie dice la stessa cosa con tutti. In ogni caso, le emozioni e i brividi lungo la schiena non sono mancati. Il vento era nel frattempo calato per cui siamo usciti in mare aperto qualche centinaio di metri al largo di Huoy Island. Ragazzi... era Oceano, vero Oceano.

Di lì a Capo di Buona Speranza non c'era mica più nulla. L'acqua era profondamente e intensamente blu e le onde di circa 2 metri e... beh lì ho cominciato a capire cosa significa prendere un grossa preda all'amo. Io filmavo e filmavo e i miei compagni sudavano e imprecavano, imprecavano e sudavano... Tre pesci regina, uno di oltre un metro e mezzo, sono atterrati in coperta. Quasi quasi, speravo, qui tirano fuori un bel pesce volante, un marlin d'argento tipo quello de "Il vecchio e il mare"... Vana speranza...     continua "Sapete quante volte mi sono chiesto"

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