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Le Perle nere di Tahiti

Itinerari, Tour e Idee di viaggio

Breve ma completo saggio sulle Perle Nere, un gioiello della Natura, a cura di Michele Salvatore - Inviato il 19 marzo 2008 da Michele Salvatore.

Le Perle nere di Tahiti

La Polinesia è la patria delle perle nere e quale occasione migliore per acquistare un gioiello come questo e, non è un caso che parlo di gioiello, poiché deve essere considerato come tale e, per alcuni aspetti un piccolo investimento. Tenete presente che la stessa perla che acquisterete in Polinesia viene venduta in Italia minimo al doppio del prezzo che pagherete in Polinesia. Se volete utilizzarle per un anello o degli orecchini o un pendente , vi consiglio di farvele montare già in loco poiché di norma il montaggio è gratuito ed eviterete qualche furbizia da parte di gioiellieri made in italy.

Ma perché sono così rinomate e apprezzate ?

Di per se le perle sono sempre state un gioiello desiderato da tutte le donne del mondo e, in tutte le epoche, dall’antica Grecia ai giorni nostri ma, non si conosceva la perla di colore più scuro o meglio era rarissimo trovarne qualcuna , tanto che è conosciuto da tutti la frase che descrive una rarità “…che sarà mai …. Una perla nera !!?? “ .

In effetti, senza l’intervento preventivo dell’uomo , di perle scure ce n’è solo qualche unità al mondo. Fu poi scoperta una qualità di ostrica che poteva produrre questo tipo di perle in Pacifico e da qui lo sviluppo della coltura delle perle varietà Pinctada Margaritifera in Polinesia .

Le più grandi coltivazioni di perle o meglio “ Farm Perlier “ sono localizzate nell’arcipelago delle Gambier e, sono di norma anche le più apprezzate , altre coltivazioni si trovano nelle Tuamotù e nelle isole della società , in particolare Tahaa, Raiatea e Huahine .

Come si formano le perle.

Come tutti sanno le ostriche hanno il manto interno ricoperto di madreperla , una sostanza prodotta dall’animale che ha la funzione di proteggerlo da elementi esterni che potrebbero danneggiarlo , infatti spesso potrete notare delle piccole protuberanze , segno che l’animale ha inglobato e poi ricoperto dei piccoli granelli di sabbia od altro. A partire da questa osservazione è iniziata la coltivazione delle ostiche perlifere.

Dalle giovani ostriche alla Perla

Tutto parte dall’introduzione in mare , accanto a delle ostriche già formate , di una piccola e fitta rete normalmente in nailon , alla quale si attaccano le spore prodotte dalle ostriche nel periodo di riproduzione . Da qui nasce il “naissian” , ossia una rete nella quale cominciano a crescere le giovani ostriche . Questa resta nelle acque trasparenti e ricche delle lagune per circa tre anni , prima di divenire una ostrica pronta a produrre . A questo punto l’ostrica viene leggermente aperta in modo da non recarle nessun danno e inserito un nucleo perfettamente rotondo nella sacca dell’organo sessuale dell’ostrica . Questa operazione è una operazione direi chirurgica poiché i ferri sono appositamente studiati per questa operazione e assolutamente sterili . La maggior parte di coloro che eseguono questa operazione sono giapponesi e vengono strapagati poiché da questo dipende la gran parte del risultato finale ; infatti come in un qualsiasi trapianto c’è il pericolo di rigetto da parte dell’ostrica . A questo proposito si è evidenziato che il nucleo che da il minor numero di rigetti a parità di esecuzione è quello ricavato da una conchiglia del Missisipi, quindi una conchiglia di acqua dolce. Insieme al nucleo e solamente la prima volta viene inserito anche una piccolissima parte del labbro esterno del mollusco , labbro che ha una colorazione scura ma non definibile ad occhio nudo poiché è la somma di tantissimi pigmenti che vanno dall’argento al nero passando per il viola, verde, azzurro, blu , melanzana etc . Sono appunto questi pigmenti o meglio il pigmento che l’animale sceglierà in modo casuale che determinerà il colore della perla una volta formata La prima volta che viene inserito il nucleo , questo ha di norma un diametro del 5 o 6 millimetri . L’ostrica riconoscendo un corpo estraneo lo ricoprirà con la madreperla durante i 18, 20 mesi che resterà in acqua . In questo periodo l’ostrica è soggetta a tante cure , ossia verrà portata fuori dall’acqua e pulita, aperta più volte per controllare che tutto vada per il meglio e non ci siano stati fenomeni di rigetto. Tenete presente che solo un 40% delle ostriche produrrà delle perle e, avendo un “ graffeur “( chi esegue l’operazione di inserimento del nucleo) molto bravo e accurato si potrà arrivare ad un massimo di 50, 60% del totale .

Passati i 18, 20 mesi l’ostrica avrà ricoperto il nucleo con almeno 1,6/1,8 millimetri di madreperla e quindi viene estratta dalla sacca per essere poi commercializzata e contemporaneamente viene reinserito un nucleo di 8 millimetri in modo che il mollusco non si accorga della sostituzione e continua per altri 18,20 mesi a ricoprire anche questo di madreperla. Normalmente l’impianto riesce per 2 o 3 volte , non di più . Ovviamente la terza volta verrà inserito un nucleo del 10 , in modo da avere poi una perla intorno ai 12 millimetri . Come vedete dietro c’è un gran lavoro e non tutte le ostriche produrranno perle , come non tutte riusciranno a produrre perle rotonde come il nucleo ma, spesso di svariate forme . Ciò anche per giustificare il prezzo che troverete per quelle di classe A , ma dopo vi dirò anche della classificazione.

Ogni tanto vedrete delle piccole casette in bordo laguna o addirittura in laguna e generalmente intorno un gran numero di boe color arancione : queste sono delle farm perlier.

Il GIE PERLE sta lavorando molto in questi anni per evitare che sul mercato possano esserci delle perle che non abbiano lo spessore di garanzia ( 1,6 millimetri come si diceva prima) . Anche qui qualche furbetto di origine cinese od occidentale cerca di accorciare i tempi e immette sul mercato perle con spessori di 0,8 / 1,0 millimetri. Peggio ancora su qualche bancarella ci sono delle perle dal colore decisamente nero e direi perfettamente rotonde a prezzi molto bassi : non fidatevi , potrebbe essere solo della Malachite e non certo una perla.

Quindi il mio consiglio è di comprarle in un negozio che dia la garanzia e la fattura o in una farm perlier . Dopo aver comperato tante perle per me, amici e conoscenti e l’avere un amico proprietario di una farm a Tahaa , io le prendo in un piccolo negozio di Bora poiché è quello che ha la scelta più ampia e ciò , perché compra le perle una per una e non all’ingrosso e quindi riesce ad avere una scelta ampissima di colori . In una farm probabilmente riuscirete ad avere un prezzo migliore , non di molto ma più basso , ma non avrete la scelta che può avere un negozio che si rifornisce da tante farm a seconda delle esigenze della clientela ed è giustificato il costo leggermente più alto.

E’ un gioiello, non un prodottino artigianale quindi conviene spendere con accuratezza.

Allego di seguito la traduzione, che ho fatto appunto per questo negozio, della classificazione ufficiale delle perle di Tahiti e la traduzione dell’iter che bisogna seguire per non pagare l’iva sull’acquisto e come aver cura delle perle una volta a casa .

CLASSIFICAZIONE UFFICIALE
Delibera del Governo N° 2001-88 Decreto del 12 luglio 2001

La perla di Tahiti è una perla di coltura dal colore naturale
e proviene dall’ostrica perlifera “Pinctada margarifera var. cumingii”

QUALITA’ DELLA SUPERFICE
La qualità di una perla di coltura di Tahiti si può apprezzare ad occhio nudo.
La qualità è data dal mix : stato della superficie e lucentezza . Una bella lucentezza corrisponde ad una riflessione totale della luce e dona un effetto specchio.

QUALITA’ A
Perla che presenta al massimo una imperfezione od un gruppo molto localizzato e concentrato su meno del 10% della superficie. La lucentezza è molto bella.

QUALITA’ B
Perla che presenta qualche imperfezione concentrata su un terzo ( 1/3) della superficie. Lucentezza bella o media

QUALITA’ C
Perla che presenta delle imperfezioni leggere concentrate al massimo sui due terzi (2/3) della superficie. Lucentezza media.

QUALITA’ D
Perla che presenta sia delle imperfezioni leggere sui due terzi della superficie sia delle imperfezioni profonde concentrate su più della metà della superficie . Poca lucentezza

TAGLIA
La taglia della perla di coltura di Tahiti si determina a partire dal suo diametro, che varia generalmente da 7,5 a 14 millimetri .

FORMA
Si possono trovare 4 forme di base ( rotonde, semi-rotonde, semi-barocche e barocche ) e una categoria a parte per le cerchiate.

CRITERI ADDIZIONALI
Il colore di base e le sfumature di colore, come pure il peso e la forma delle perle semi-barocche, sono ulteriori criteri di valutazione.

MODALITA’ DI DETASSAZIONE

Avete comprato una Perla di Tahiti e questa è assoggettata all’IVA del 16%.

Vi è stato consegnato un prestampato in 3 copie . Quando partirete da Tahiti per ritornare in Italia dovrete dichiarare l’acquisto e far timbrare dalla Dogana dell’Aeroporto di Tahiti-Faaa il prestampato . Una copia Rosa sarà trattenuta dalla Dogana, l’altra Rosa dovrete metterla nella busta preaffrancata che vi è stata consegnata e metterla nella cassetta della posta che è a vostra disposizione in aeroporto Di solito c’è una cesta alla destra dello sportello dogana . La copia verde resta a voi insieme alla fattura .

Questa operazione vi costerà solo un paio di minuti al controllo dei bagagli da parte della Dogana ma la copia timbrata che ci invierete è indispensabile per giustificare la non applicazione dell’IVA al Vostro acquisto.

Grazie della Vostra cooperazione.

Vi consiglia il modo migliore per prendervi cura delle Vostre Perle

Non è difficile prendersi cura delle vostre perle, basta rendersi conto che questo è un gioiello prodotto da un’ostrica, un prodotto naturale e, come le ostriche, anche la perla ha bisogno di umidità.

- Conservare le perle separatamente da altri gioielli, meglio ancora in un sacchetto in tessuto.
- Conservarle in un tessuto leggermente umido se sono in un ambiente molto secco.
- Pulire immediatamente la perla che occasionalmente è stata a contatto con prodotti chimici, acidi o alimentari.
- Utilizzate un tessuto pulito ed umidificato con acqua pura( non clorata) per pulire la perla, quindi asciugatela con un tessuto pulito ed asciutto.
- Dopo averle indossate pulitele con un tessuto asciutto
- Se avete acquistato una collana, controllate regolarmente la robustezza del filo e all’occorenza farle reinfilare dal vostro gioielliere di fiducia.

Evitare
- Tutti i contatti con il Trucco, prodotti solari, profumi e prodotti di bellezza;
- Sudore, sapone,detergenti, acqua clorata e acidi in genere;
- Talco. Sporcizia e sabbia;
- Graffi che possono essere provocati da altre pietre cristalline od oggetti metallici;
- Vapori di Aceto e acidità dei succhi di frutta.

Attenzione
- Alla disidratazione provocata dalla permanenza prolungata in tessuti di cotone;
- Le perle non sopportano temperature oltre i 100°C, evitare di esporle o conservarle vicino a fonti di calore. (Pubblicato il 19 marzo 2008) - Letture Totali 159 volte - Torna indietro



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