Angeli e sedie

Racconti e Articoli di Viaggio

Breve racconto di un viaggio lungo l'Alaska, Usa. Stati Uniti, in bicicletta, a cura di Irene Russo (staff AllAmericanBikers) fullcontact@allamericabikers.com

Angeli e sedie

Sito o fonte Web: www.allamericabikers.com Ormai siamo in viaggio da una settimana. Abbiamo percorso 700 km, l'Alaska è già dietro di noi. Ci siamo ustionati, inzuppati d'acqua, per metà congelati. Siamo stati oggetto di ammirazione e di insulti, siamo stati re e medicanti. Spesso la sera, seduto sulla riva di un lago di fianco alla tenda, penso: «Porca puttana, perché non ho una sedia?». E ogni volta l’angioletto sulla mia spalla sinistra dice: «A cosa ti serve una sedia? Riusciresti a vedere meglio questo panorama magnifico?». E prima che il diavoletto sulla spalla destra abbia il tempo di controbattere, rispondo io per lui: «Sì che ci riuscirei!». Non ho più voglia di strisciare per terra, di papparmi il contenuto delle lattine piegato su me stesso. Preferirei una doccia a questi bagni da shock di un secondo e mezzo in laghi di montagna mezzo gelati. Sono un essere umano, non una botola.

È ora di far sosta in una città, ma qui non è mica facile. La settimana scorsa ne abbiamo trovata una, Dot Lake. Avevamo bisogno di acqua potabile e l’abbiamo trovata al primo edificio pubblico, il Postoffice. C’era scritto a lettere cubitali che quella casa era destinata a uso privato. Ma che ci importa, abbiamo solo bisogno d’acqua. Bussiamo, chiamiamo, bussiamo un’altra volta, ma l’unico segno di vita dall’interno è l’acuto abbaiare di un cagnolino da salotto. Facciamo un tentativo nelle altre quattro case del posto, con lo stesso risultato, soltanto che lì non c’erano a casa neanche gli abitanti a quattro zampe.

Questa, allora, è la “città” Dot Lake. Voglio sperare che il turismo non sia la principale fonte di reddito della città. Abbiamo bisogno di una città nell'accezione europea del termine. Broki vuole un burger e io una sedia.

“Whitehorse” si chiama la nostra stella al cielo notturno, anche se buio qui non fa mai. Ma la metafora è chiara. Ancora 360 km e arriveremo nella capitale dello Yukon-Territory. Suona proprio da fastfood, bar e letto.

E se mi va un panorama fantastico, compro un bel volume illustrato.


Questo è il breve racconto di una parte di un lungo viaggio lungo le americhe, in bicicletta. Potete seguire l’intero viaggio su www.allamericabikers.com (Pubblicato il 05 settembre 2006) - Letture Totali 56 volte - Torna indietro



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