Namibia sconosciuta


Inserito il: 28/11/2007 da Robo Gabr'Aoun
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Ci accampiamo poco oltre il passo, dopo qualche altro chilometro di mulattiere sassose, in una radura di giganteschi Mopane, già nel territorio degli Himba di montagna. Otijtanda ci accoglie al mattino;. Per puro caso, ritroviamo riuniti nel villaggio numerosi capi clan della zona perché uno di loro è morto e tutta la comunità si raccoglie per celebrarne il rito funebre. Oggi, numerosi buoi verranno sacrificati e le loro corna andranno ad ornare la tomba del defunto, a sottolinearne la grandezza. Le donne, ricoperte di ocra rossa e grasso animale, si aggirano nel gelido mattino coperte del solo gonnellino di pelle, a seni nudi, i capelli raccolti in trecce sottili.

Gli uomini macellano i buoi, in vista della cerimonia. Offriamo al capo villaggio tabacco, farina, zucchero in cambio della visita del suo campo. Gli Himba delle montagne non sono ancora stati inquinati dal turismo di massa, e qui ancora non è giunta la degradazione dell’alcolismo né l’abitudine alla questua, infausti regali di un turismo superficiale che pur di rubare un’inquadratura mette tra le mani di questa gente denaro a fiumi sradicando la millenaria consuetudine dello scambio.

Ancora ripide erte montane, spesso tra le vacche di questi nomadi allevatori, scacciati sui monti dai guerrieri Herero in secoli di dominazione e ritroviamo il fiume Kunene. Anche se il raggiungerle ci immerge nella Namibia classica, quella dei minibus e dei Lodge di lusso, uno shock non da poco dopo 10 giorni di assoluta solitudine, la meraviglia delle Epupa Falls ci lascia ancora una volta senza fiato. Per discendere a sud puntiamo su Opuwo lungo direttrici secondarie, tralasciando le piste maggiori, avendo cura di scoprire angoli di Namibia ancora puri, seppur a pochi chilometri dal flusso turistico. Ancora più a sud, la Barriera Veterinaria - reticolato che divide in due parti il Paese a tutela della salute del bestiame della Namibia Meridionale - ci introduce nel cuore pulsante del turismo organizzato: l'Etosha Park. Lo raggiungeremo domattina, ma intanto trascorriamo l'ultima notte di campo a sud di Obatere, accompagnati dal latrato delle iene e dal profondo rantolo del leone.

Il sole ancora non è sorto quando, per l’ultima volta, arrotoliamo le nostre tende e ci dirigiamo al Galton Gate per entrare in questo splendido Parco Africano. Più di 70 pozze, sparse in 22000 kmq di parco, ci permetteranno di osservare, in due giorni, un numero impressionante di animali, tra cui ben 12 leoni. Il Toyota impolverato è ora parcheggiato accanto ai grandi Bus delle Organizzazioni Turistiche, quasi fuori luogo con la sua carrozzeria spigolosa e rude, vicino alle linee morbide delle brillanti carrozzerie di questi gioielli della comodità. Appoggiato al grande cofano, mi accendo una sigaretta. Il ticchettio ritmico del 6 cilindri mi culla come una armoniosa melodia… Ho sete di piste, di sassi e di dune. Ho voglia ancora di silenzio e di una coperta di stelle. Quest’oggi ritorneremo a Windhoek, la capitale, 600 km più a sud; poi, tra pochi giorni, ci immergeremo in nuove piste, nuova polvere, nuove emozioni…

Un colpo d’acceleratore ed il motore risponde col suo respiro profondo, cupo.

Andiamo… ci aspettano nuove sabbie.

Alcune specifiche di viaggio. Il viaggio appena descritto si è sviluppato per un totale di circa 4000 km, di cui circa 3300 su pista. Dopo una parte di approccio, rappresentata dalla visita al Namib Park di Sossusvlei ed alla cittadina rivierasca di Swakopmund, l’itinerario, previo l’impegnativo “prologo” tra le dune di Sandwich Harbour, si è sviluppato tra gli altopiani del Damaraland e le vette del Kaokoveld risalendo i fiumi ugab, hoanib, huarisib ed altri, fino a raggiungere le meravigliose vallate di Marienflus, al confine angolano. Oltrepassato il temibile Van Zyl Pass ( da ovest verso est) ci si è spinti fino ai dimenticati villaggi Himba di Otjtanda e Othjende, fino a raggiungere Okangwati e la normale pista per le Epupa Falls, sul medio Kunene. Il tutto in 10 indimenticabili giorni di fuoristrada puro e campi al di fuori di qualsiasi circuito turistico. Per terminare il viaggio sono stati spesi tre giorni per la visita dell’Etosha Park, appoggiandosi alle strutture dei Lodge di Okaukuejio, Halali e Namutoni. Il supporto logistico ed i mezzi sono stati forniti da Latitude 24 (Ziegler Strasse 39,Whindoek, fax +264-061-221056 ) cui si appoggiano alcuni tra i più rinomati operatori italiani tra i quali Kel 12 Dune, cui questo viaggio si riferisce.

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