Thailandia 2001


Inserito il: 09/11/2007 da Marco Ciccone
Email: ciccone.marco@inwind.it
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Il panorama è lo stesso magnifico: il verde degli alberi si riflette nel verde del lago tanto che è difficile distinguere la linea che li divide. Non ho parole per il crepuscolo: l’oscurità che a mano a mano scende, accompagnata dagli innumerevoli e sconosciuti rumori che solo una foresta tropicale sa offrire, completamente immersi in un’atmosfera fiabesca, sensazioni che diventano più forti dopo il calar del sole, quando la vita tutt'intorno sembra esplodere. E' un ambiente in cui l’uomo non può essere che lo spettatore estraneo, e ammirare lo spettacolo offerto dalla natura.

Il mattino seguente abbiamo camminato per qualche ora prima di raggiungere l’ingresso della grotta Tham Nam Thalu che ha la particolarità di essere abitata da un considerevole numero di pipistrelli. La guida mette in guardia dai pericoli dovuti soprattutto al torrente, in piena durante la stagione piovosa, che scorre all’interno della caverna, ma essere attrezzati con torce impermeabili, buone scarpe da trekking e spirito d’avventura è in genere più che sufficiente per vivere emozioni forti. Evitate però di portare peso inutile (come macchine fotografiche o videocamere) perché dovrete guadare, e spesso nuotare, in quel torrente che attraversa la grotta.

I miei compagni di viaggio mi avevano chiesto di tralasciare questa parte del racconto, nel tentativo di mantenere il più possibile incontaminato questo luogo, ma voglio lo stesso documentarlo perchè ho notato che il turista che vi arriva è ancora attento e responsabile dell’ecosistema che lo circonda, e anche i ranger sembrano vigilare affinché tutti mantengano un atteggiamento rispettoso. È un territorio non ancora rovinato dalla presenza umana, ricordatevene se un giorno deciderete di passare da questo angolo di mondo. Al di là dell'avventura, e della grotta coi pipistrelli, l'escursione permette di ammirare formazioni calcaree meravigliose. Nel fare ritorno al quartier generale del parco, ci siamo fermati per una breve visita al wat che sorge un paio di chilometri prima dell’ingresso di Khao Sok. Non è certo stato elegante come quelli di Bangkok, o maestoso come quelli di Angkor, però qui abbiamo avuto la possibilità di conoscere un po’ meglio gli usi e i modi vivere della comunità che vi abita.

Ci siamo imbarcati per Samui in una località chiamata Don Sak, dopo Surath Thani, girando a sinistra alla prima indicazione per i ferry. L'attesa per l’imbarco sembrava infinita, ma i battelli partivano ogni mezzora. Dopo due ore siamo sbarcati a Samui. Dopo avere visitato luoghi magici, spesso isolati, felici di scambiare le nostre esperienza con ogni straniero che incontravamo, è stato scioccante trovarci catapultati in una dimensione, quella del turismo di massa e del divertimento ad ogni costo, che e solo la nostra stanchezza e la necessità di qualche giorno di mare e di relax, ci ha convinti di rimanere. Paradossalmente, nonostante i prezzi più che doppi rispetto al resto della Thailandia, e anche rispetto a ciò che è riportato sulla guida EDT, probabilmente per il periodo di alta stagione, abbiamo faticato a trovare un posto letto. In ogni caso, è sulla via principale di Chaweng (Chaweng Beach Road) che ci sono innumerevoli sistemazioni, e più vi allontanate dal centro e più queste sono a buon mercato.

Qualche consiglio: per gustarsi un cocktail in riva la mar è molto suggestivo approfittare dell’happy hour (l’orario varia a seconda del locale dalle 18 alle 20); l'attrattiva principale di Chaweng sono senz’altra le discoteche tranne quando sono in programma le feste sulla spiaggia, nei pressi dell’aeroporto, frequentati da moltissime "ragazze" locali (da quello che abbiamo potuto notare la gente si riversa fino alle 3 al Green Mango o al Reggea Pub, per poi tirare l’alba al The Club.In tutti questi posti l’ingresso è libero e le consumazioni costano 60 o 100 bath per le birre e fino a 150 per i cocktail); vale la pena una sera assistere allo spettacolo offerto dai travestiti al Christy’s Cabaret, in cui però le consumazioni sono abbastanza care; c’è uno stadio per la Thai Boxe in cui si organizzano incontri due volte la settimana (il biglietto costa 500, 700, 1000 bath a seconda dalla distanza dal ring e dai ventilatori. Purtroppo qui abbiamo assistito anche al combattimento tra due bambini; innumerevoli sono i locali per i massaggi thai, dagli ambulanti sulla spiaggia (150, 200 bath) ai saloni sulla strada; noleggiando un motorino (150 bath al giorno, ma fate attenzione perché non siete assicurati e ogni danno sarà risarcito a vostre spese) permette di visitare il resto dell’isola e raggiungere calette e spiagge più isolate; le chiamate in Italia costano 300 bath al minuto, quelle per confermare il vostro volo di ritorno 100 bath.

Noi abbiamo prenotato un volo per Bangkok, con la Bangkok Airways, per 3150 bath, più il 3% per le commissioni con carta di credito, e 400 bath per la tassa di imbarco (sommarne altre 500 per l’analoga da Bangkok). La Bangkok Airways organizza almeno 10 voli giornalieri per questa tratta, ma una volta in aeroporto, dopo due ore di attesa, abbiamo scoperto che quei voli si riducevano a molti meno per evitare che il mezzo partisse vuoto. Assicuratevi quindi un discreto margine di tempo per evitare problemi con le coincidenza per le altre destinazioni. Una volta a Bangkok, per raggiungere l’aeroporto internazionale abbiamo preso la navetta gratuita che parte ogni quarto d’ora. Abbiamo lasciato il bagaglio al deposito (70 bath a collo) e abbiamo approfittato delle due ore per fare un giro nella vicina Don Muang. Camminare nel grosso mercato alimentare per thailandesi, tra negozi di ogni genere, è stata se non altro una buona occasione per respirare per l’ultima volta l’aria e l’atmosfera speziata di Bangkok e della Thailandia.

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