Cina. Voglia di Cina?


Inserito il: 07/11/2007 da Fulvio Buccianti
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C’erano dei gruppi che avevano dei cappellini colorati tutti uguali e ci sono stati casi di qualcuno che ha destramente infilato un capellino alla moglie rompiscatole (cinese o giapponese), Spingendola in altro gruppo, e gli è andata bene. Veramente ci si era provato anche qualcuno del nostro gruppo, ma ce l’hanno riportata indietro subito.

Noi avevamo con noi un signore alto un paio di metri che spiccava benissimo in mezzo ai gialli notoriamente di costituzione più ridotta e il nostro riferimento era molto buono, però lui era costretto a stare sempre vicino alla guida perché se sbadatamente si metteva fuori vista, eravamo tutti nel pallone e lo sventolio della bandierina rossa aumentava la confusione. Fu suggerito, per aumentare la visibilità e diminuire il disagio dei partecipanti, di istallare sul cappello del nostro uomo, una penna di struzzo, tipo D’Artagnan, reperibile sul mercato. Ma il signore in argomento, benchè lusingato da tanta attenzione (disinteressata?), essendo una persona rispettabile, lo ha voluto essere anche in Cina e non se ne è fatto di niente.

Della Piazza, oltre lo spazio, non c’è molto altro da vedere e si va nella città proibita, dimora dei vari imperatori, anche questa molto più grande della piazza e io ci ho capito qualche cosa quando ho riletto il libro. Ci sono delle cose belle, ma non molto antiche dato che essendo tutto di legno, molto spesso bruciava tutto e doveva essere ricostruito, sempre in legno. Cose molto belle ma ripetitive che se non siamo profondamente interessati e culturalmente ferrati riusciamo male a digerire.

La Grande Muraglia. Se ne può vedere un piccola parte, tutto il resto si può immaginare. Dicono 6000 chilometri oggi quello che è rimasto, ma sembra che in vari tempi sia stata molto più lunga, altri 10000 chilometri e altri 5000. Addirittura anche attraverso il deserto del Ghobi. Un’opera grandiosa che è servita solo di prestigio a chi la costruiva e che la vera utilità la sta dando adesso col turismo. Ci sono dei tratti che si possono visitare, debitamente restaurati e devo dire che lo spettacolo supera l’immaginazione, per quanto se ne vedano solo pochi chilometri. Il bello viene quando, una volta entrati, cominciamo ad arrampicarci. Sembra facile! A mezza strada del percorso minimo riservato ai nonni ti senti schiantare, ma resisti perché non vuoi apparire il più debole, ma hai delle allucinazioni fantozziane. Ma resisti e con l’aiuto del budda di turno arrivi in cima al percorso (dei nonni) e li con pochi soldi di danno una medaglia (per poco alla memoria) di partecipazione, a me di bronzo, ma c’erano anche gli ori e gli argenti. Cadaveri, stranamente, non ne abbiamo visti, ma è impossibile che tutti i partecipanti siano sopravvissuti. Forse li buttano fuori le mura e i corvi che ci seguono sempre li fanno sparire velocemente.

Poi viene la discesa e se sei bravo e ti agguanti bene alla ringhiera riesci a non fare le scale col culo a terra. Appena fuori del recinto a pagamento, ma anche dentro, un visibilio di bancarelle, molto divertenti perché inizialmente ti chiedano dieci volte il valore, ma non ti fanno andare via a qualsiasi prezzo che tu stabilisci e i nostri "comprador" femmine e maschi si scollavano difficilmente dalle bancarelle, ma l’uscita non era ampia e si doveva passare tutti di li, altrimenti chi leggeva le scritte cinesi del pulman oppure riconosceva l’autista o la guida dato che sono tutti uguali. E ci hanno recuperati al "passo".

Per Nanchino in Aereo, Bene, visitato Mausoleo del dr. Sun Yat Sen fondatore della Repubblica e manco a dirlo in cima ad un’allucinante scalinata (altra medaglia). Altre cose di scarso interesse per noi, oltre ai soliti grattacieli infiniti. Per Suzhou in treno, noi abbiamo viaggiato benissimo, ma abbiamo visto scendere e salire tanta gente che, o il treno era lungo un paio di chilometri, oppure gli indigeni stavano strettini. Qualche giardino, qualche fosso, e via di nuovo in treno per Shangai. Poco divertente anche perché l’accompagnatore (che cambiava ad ogni sosta, i cinesi sono tanti) non era il meglio e ci ha fatto girare in tondo come la coda del maiale. Shangai di notte è uno spettacolo di luci. E’ tutto un porto sul fiume, ma non abbiamo visto molto oltre i grattacieli. Un bellissimo spettacolo alla loro maniera. Templi di Budda & C. interessanti, ma molto simili. La solita visita guidata dallo sciamano cinese che capiva e guariva tutto, a pagamento, piuttosto salato.

Volo per XIAN per vedere il famoso esercito di terracotta, migliaia di statue a grandezza naturale, molte delle quali ancora da scavare. Ci hanno intelligentemente costruito sopra dei capannoni molto belli e il museo è rimasto sul posto originale. Lo spettacolo e grandioso e irripetibile e i cinesi lo stanno adeguatamente valorizzando. Diciamo che un terzo del viaggio lo vale l’armata di terracotta e un terzo la grande muraglia. Rientro a Pechino, qualche visita storica e il mattino dopo, dopo un terrificante ingorgo umano all’aeroporto, si parte con l’aereo per un terzo vuoto. Buon viaggio, anche se eravamo stanchi.

In svariate parti si sono visti dei bellissimi spettacoli caratteristici del luogo. Le città in grandissima espansione, probabilmente il basso costo della mano d’opera attira capitali (benvenuti) stranieri, si demolisce il vecchio fatiscente e si costruiscono esagerati grattacieli. La Cina è un treno che noi da bravi italiani stiamo perdendo. Da come sembra che attualmente sviluppino le risorse economiche, i cinesi siamo noi. Come investitori siamo il fanalino di coda. La risorsa umana è immensa, e anche se a basso costo, anche la vita è a basso costo. La Cina corre a due velocità distinte, quella dei grattacieli e quella delle biciclette. Hanno capito che benché la ricchezza siano le biciclette, se non ci sono i grattacieli, le biciclette si fermano. Il traffico è accettabile. Dicono che non fanno immatricolare auto per non ingorgare il traffico e sembra che ci riescano. Fanno delle grandi opere pubbliche. La gente veste abbastanza bene. Peccato che quando sposano abbiano abbandonato quei magnifici costumi per il classico abito bianco europeo.

Per quanto abbiamo potuto vedere nei luoghi da noi frequentati, sono pulitissimi. E di questo mese un trafiletto su un mensile piombines, che un tizio ha visto un turista cinese, a Milano, scuotere la cenere della sigaretta in un portacenere portatile. Quei maiali a ruote che circolano sulle nostre strade e vuotano i portacenere in strada e gettano rifiuti dal finestrino, avrebbero la vita difficile in Cina, come secondo le leggi di cui tutti si infischiano, dovrebbe essere difficile anche da noi. Ma loro sono barbari...

Un neo grosso sono i gabinetti, quella è una cultura da raggiungere e non sembra a portata di mano. Hanno sì le porte (quelli che le hanno), ma le lasciano aperte. Il massimo, dicono, si raggiunge in quelli femminili per le ben note ragioni. Questo non accade negli alberghi che sono magnifici, le camere buone, i bagni belli e funzionali, ma il bidet è sconosciuto anche se l’Hotel ha più stelle della bandiera USA.

La Cina a mio parere è un grande paese il veloce crescita e quando la maggior parte avrà imparato a lavarsi il culo, faranno vedere sorci verdi a tutti. Se a Piombino ci fosse meno miopia, più accortezza e vera volontà di progredire, ci comporteremmo come i compagni cinesi. Di oggi. Ma loro sono barbari…

Conclusione (mia). La Cina può piacere o no, ma resta sempre n’esperienza diversa da ogni altra. Vedi un popolo che accetta un capitalismo esasperato pur essendo governato dal totalitarismo. La gente lo accetta perché le altre soluzioni non hanno portato miglioramenti. E’ un sistema forse inaccettabile dalla nostra cultura del tutto e subito. A mio parere stanno imbroccando la giusta strada e stanno divenendo un eccezionale potenza economica grazie alla disciplina imposta e accettata. Col tempo, e non molto, mentre noi saremo in recessione, se non rimediamo alle distorsioni economiche e le stupidaggini politiche, la famosa "Valanga gialla" temuta da un certo Benito Mussolini verrà a raccogliere i frutti del suo paziente lavoro. Nella migliore delle ipotesi dovremo lavorare di più e meglio.

Vi è venuta voglia di Cina?

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