Rimini e nebbia...


Inserito il: 04/02/2007 da Alberto Angelici
Email: a.angelici@gmail.com
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Aziza
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E' domenica e gli scafi dondolano silenziosi e vuoti, irti d'attrezzature, festonati da reti, tubi in gomma e cime. Ogni tanto una macchina mi sfila accanto ma il suo rumore scompare in fretta, assorbito dalla nebbia che pare un effetto speciale da film noir e l'unico vero rumore e' il ruvido, sommesso strisciare sul cemento dei vecchi pneumatici usati dai pescherecci come parabordi.

Ci sono scafi bianchi di vernice, alti sull'acqua, orgogliosi dell'evidente solidita' dell'acciaio inox che brilla nonostante la foschia, altri, meno fortunati, mostrano i segni del tempo, saldature rifatte, strie di ruggine, strutture logorate dal lavoro quotidiano in un ambiente aspro e duro come pochi altri.
Due gabbiani sfidano la brezza e l'umido dall'alto di una torretta irta di radar e antenne radio e inconsapevolmente finiscono in una foto.
Poco oltre, il vecchio faro ottocentesco lampeggia il suo segnale, accompagnato dal lamentoso gemito del corno da nebbia che segnala l'imboccatura del porto.
Brutto affare, comunque, essere in mare ora, se privi di un buon radar, perche' con questa nebbia poco puo', il faro, e il verso della sirena si spande nel grigio ed e' arduo capire da dove provenga.

Ovunque, sui ponti dei pescherecci, a terra sulla banchina, bancali di cassette, scatole di polistirolo, rotoli di funi, una fila di stivali gialli in attesa di un equipaggio, segni di un'attivita' solo sospesa e che domani riprendera', nebbia o non nebbia, con qualunque tempo o quasi, perche' noi a casa si possa preparare un fritto di calamari, una coda di rospo alla griglia o gli spaghetti con le vongole.

Un unico bar e' aperto, sul lato opposto della strada che lambisce il porto-canale, tra un'agenzia marittima e le vivaci foto a colori che pubblicizzano corsi per sub.
L'interno e' caldo e profuma di bomboloni alla crema e di caffe' espresso. Anche di dopobarba, veramente, e il responsabile mi passa accanto mordendo un cornetto.
In un angolo alcuni pescatori discutono di pregi e difetti di non so quale apparecchiatura elettronica; uno scuote il capo chiaramente in disaccordo, l''altro sostiene le ragioni della sua scelta, il terzo sfoglia pigramente le pagine rosa della Gazzetta sportiva e, a seconda dei casi, approva o critica. Volti conciati dal vento e dal salino, mani che sembrano scolpite nel legno completano a gesti la morbida parlata romagnola e resto un poco ad ascoltare, non visto, l'affascinante (per chi ne e' estraneo) ma duro mondo di chi va per mare ogni giorno.

Prima di uscire compero una brioche per Anna che, ne sono certo, mi sta gia' aspettando in camper.
Dopo la sua colazione, altra camminata, questa volta molto piu' lunga, sulla spiaggia, a frugare con la punta delle scarpe tra cio' che il mare ha trascinato a riva, a guardare i cani correre dietro a un bastoncino, incrociando qualcuno che corre e perfino una coppia di solitari cavalieri in groppa a un paio di animali niente male. Anche loro finiscono nel piccolo hard disk della mia digitale.

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