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Soccorso stradale tra i boschi canadesi


Inserito il: 11/08/2006 da Alberto Angelici
Email: albe@iol.it
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Aziza
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In due minuti Hemut fa la diagnosi: rottura del giunto omocinetico di un semiasse. Impossibile ripararlo e serve dunque il ricambio. A poche miglia di lì c'è una grossa stazione di servizio che dovrebbe avere, come molte, un'area officina a disposizione dei clienti. Compare un grosso cavo, poche parole e siamo al traino. Un quarto d'ora ed ecco il piazzale, alcuni grossi trucks, un'insegna ad arcobaleno dice che qui si può avere benzina, cucina cantonese, caffè caldo e ciambelle fatte in casa. Il nostro salvatore va a cercare il gestore e torna con lui, un gigante dall' addome a mongolfiera ma sorridente da un orecchio all'altro. Saputo il nostro problema, si gratta il cappellino verde e giallo della John Deere e… "No problem, it's so easy!"

Salta fuori l'elenco telefonico ed è lui stesso a chiamare il magazzino ricambi Wolkswagen: per fortuna c'è anche il numero di casa. Poche parole, pare che il proprietario lo conosca, e abbiamo la garanzia che la mattina dopo, pur essendo sabato, qualcuno verrà ad aprire apposta per darmi il ricambio. Ci andrò in bus: il Greyhounds ferma proprio qui alla gas station. E per montarlo? "No problem!" Questa volta a dirlo, sorridendo, è Helmut. Lo farà lui, usufruendo del carro-ponte dell'officina, naturalmente! Naturalmente. Non ci posso credere…non posso davvero credere che uno mai visto prima sia disposto a fregarsi l'intero week-end di pesca per riparare il nostro furgone! Pure è così e lui mi guarda con l'espressione stupita di chi non capisce il mio stupore. Non so cosa dire e mi limito a ringraziare e spero che il mio sorriso e gli occhi dicano un po' di più.

Il grosso autobus arriva rombando allo scoccare del minuto e ferma con un sonoro scoppiettio d'aria compressa. Saliamo in due, io e un vecchio indiano alto e dall'aria svanita che puzza più di una distilleria. Tutto sembra incastrarsi perfettamente, perfino la fermata che risulta proprio di fronte alla facciata tutta vetro della concessionaria. La porta è aperta. "Mr Engelìsi?" Il nome è, come al solito storpiato, l'ometto mi guarda con espressione seria. Chissà, penso io, magari è scocciato con me per essere venuto fin lì apposta per me. Il pacchetto – dice - è pronto e ci ha messo anche un tubo di grasso speciale per trasmissione. Ennesimo "No problem!…Like a cup of coffee?" Al mio grazie per aver aperto in un giorno festivo rimedio pure un'enorme tazza di caffè bollente.

L'uomo, anziano ma dall'aria vispa, mi guarda, sempre serio, attraverso piccoli occhiali di forma antiquata. "Don't worrry about, guy. Next bus will be here in 45 minutes, so you have so much time!" Si china e da sotto il banco tira fuori una scatola di polistirolo con due paste alla marmellata e la piazza accanto al caffè. Al mio rientro, circa due ore più tardi, trovo il nostro mini camper già sul ponte, la trasmissione smontata, un ingranaggio ha due denti di meno.

"Così non perdiamo tempo! – fa Helmut - rispondendo alla mia inespressa domanda e mostrando le mani nere di un grasso vischioso che pare argilla. Il lavoro di montaggio si rivela più difficile di quanto preventivato, e alle 2 del pomeriggio siamo ancora lì, Helmut a litigare con gli ingranaggi che non vogliono ritornare al loro posto, spiegando che ci sarebbe voluto un apposito attrezzo, ed io sempre più imbarazzato. Finalmente alle 16 tutto è pronto per il collaudo. Metto in moto, inserisco la retro marcia. Momento di tensione, poi il van scende docile dal carro ponte e arretra sul cemento, con Helmut che esulta e grida per la soddisfazione e noi con lui. Perfetto!

Chiedo quanto gli dobbiamo…tutto quel lavoro…un'intera giornata persa. Scoppia in una risata, butta indietro la testa poi chiarisce che lui non fa mica più il meccanico, è ingegnere, ora, e progetta macchine utensili!. Quindi a posto così e lui è molto felice che tutto sia andato a posto e anche di averci conosciuti. Sua moglie si chiama Debra cucina ottime bistecche, abitano a Dearborn, vicino Detroit e hanno una camera per gli ospiti, quindi se vorremo passare a trovarli ci farà sentire la sua birra originale made in Austria!. Non riusciamo a offrirgli neppure un caffè e, fermi sul piazzale, guardiamo il camper imboccare la strada e sparire tra gli alberi.

Adesso lo capite perchè, anche se l'amministrazione Bush mi sta sull'anima, amo gli Americani?

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