Indonesia. Kawa Ijen:


Inserito il: 28/12/2007 da Marcella Vinciguerra
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La successiva discesa al cratere è lunga e impegnativa. Incrociamo i minatori carichi di preziose pietre gialle che, sputando e tossendo in continuazione; risalgono a passo lento il piccolo sentiero di pietre. Mi fermo per farli passare, sul loro volto le rughe e le smorfie per la fatica lasciano il posto ad un sorriso, quando allungando la mano ci chiedono una sigaretta. Noi gli diamo biscotti. Non oso immaginare il colore dei loro polmoni!

Sono emozionata, voglio raggiungere la bocca dell’inferno, voglio vedere. Inzuppiamo d’acqua i nostri fazzoletti e ce li infiliamo tra i denti. Le folate di zolfo sono portentose: arrivano dritto dritto alla bocca dello stomaco togliendo il respiro, scuotendo le budella. Finalmente, a gran fatica (il sentiero è scivoloso), arriviamo al lago. Una enorme spaccatura gialla si apre davanti ai miei occhi. Dobbiamo sorpassarla per non essere investiti dalla densa massa fumosa. Corriamo coprendoci naso e bocca e occhi, tossendo, piangendo sputando, divincolandoci tra i massi di zolfo, rischiando di cadere o, peggio, di precipitare nel lago.

Infine, arriviano dove decine di uomini spaccano a picconate lo zolfo concentrato. I più esperti si avvicinano ai bocchettoni che sputano fuori il liquido rosso misto a fumo e vapore. Qui si trovano i pezzi migliori, i più pregiati, dalle forme simili a stalattiti. E' come se la terra si ribellasse e sputasse fuori tutto il sangue che l’avvelena, che la distrugge, per darlo in pasto all’aria che in pochi secondi lo trasforma in solide e puzzolenti pietre gialle. Questa sì che è la fine del mondo.

Ci tratteniamo una mezz’ora. Tempo di riprenderci e imprimere nel cervello tutte le immagini che ci circondano. Più di tanto, quaggiù, non si può resistere. E ancora una volta provo un’enorme ammirazione per questi uomini, che lavorano duramente per una vita degna. Guadagnano solamente 300 rupie per ogni chilo di zolfo, per un totale di circa 2 dollari e mezzo a carico, tre per i più forti e in forma, una giornata di lavoro e fatica. Ma gli "zolfatari" sono fieri del loro lavoro, perché non tutti possono farlo: per diventare minatore devono passare tre prove pratiche. Il primo viaggio con 50 chili, il secondo con 60, il terzo con 70.

"90 chili" ci risponde un piccolo omino cui chiediamo quanto pesa il suo carico. "Ed io ne peso 55" aggiunge con orgoglio.

Quando ritorniamo all’inizio del bosco siamo stanchissimi, affamati e puzzolenti. E i nostri zainetti pesano sì e no 4 chili.

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