Etosha National Park


Inserito il: 11/12/2007 da Adriano Socchi
Email: adrimavi@alice.it
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Adriano+Socchi
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Al calar del sole prendiamo posto su una delle panchine ubicate sul kopje (piccola collina composta da un cumulo di massi che s’innalza dalla pianura) di Halali. Un grande faro illumina a giorno la pozza d’acqua artificiale dove gli animali vengono ad abbeverarsi al crepuscolo. E’ una bella sera, limpida e calma, persino un po’ fresca. Le prime stelle stanno comparendo nel cielo ancora chiaro e sereno, mentre il mondo della savana è già sprofondato nel buio. Dopo il caldo e la luce insopportabili del giorno, il fresco e l’oscurità del tramonto sembrano impossibili eppure è così. Restiamo più di un’ora, ma di animali neppure l’ombra. Dal buio, una melodia rigogliosa si fa sempre più intensa fino a trasfromarsi in un vero e proprio concerto inscenato da centinaia di uccelli. Ci tiene compagnia. Di tanto in tanto s’interrompe, ma per riprendere, di colpo, immediatamente dopo. La notte ad Halali, nel cuore del parco di Etosha, è suggestiva. La presenza degli animali, là subito oltre il muro di cinta, conferisce al campo un carattere del tutto particolare. Il mondo della savana ti circonda e avvolge e non si riesce proprio a ignorarne la presenza.

Il giorno seguente intravediamo della polvere davanti a noi, lungo la strada. Poco dopo, quando il paesaggio si apre, vediamo all’orizzonte questa nuvola di polvere muoversi. Pare un miraggio, ma a guardar bene si tratta di un grosso branco di springbok, in spostamento. Il gruppo sarà composto da diverse centinaia di esemplari, i quali camminano placidi ed affiancati, in lunga fila. Nel mezzo si vedono, qua e là, saltare in spettacolari salti verticali, i più giovani. Sembra di assistere ad una migrazione. A mattina ormai inoltrata, nel folto della savana vediamo il taurotrago, un antilope che non si incontra di frequente nell’Etosha. Si contraddistingue per essere la più grande tra le antilopi - può raggiungere anche i 170 cm d’altezza - per un bel paio di corna e per il mantello grigio chiaro striato di bianco. Lo vediamo sbucare dai cespugli e uscire nella radura, insieme ad un esemplare più giovane.

In prossimità di un piccolo lago troviamo un incredibile varietà di uccelli, che farebbero la felicità degli amanti del birdwatching. Peccato non essere un intenditore per distinguere le diverse specie. Tra i tanti colpiscono, per quantità, degli uccelli che sembrano appartenere alla stessa famiglia, alti 50, 60 cm, tutti rigorosamente a terra, alcuni dal delicato color grigio e altri neri da capo a piedi. Prima di lasciare il parco, siamo deliziati da un ultimo spettacolare incontro con un gruppo di giraffe, una trentina tra grandi e piccoli. Subito ne scorgiamo due intente a cibarsi di foglie di acacia, proprio sulla strada. Ci fermiamo per osservarle, e nel frattempo vediamo spuntare dagli alberi i lunghi colli di altre quattro. Infine l’intero gruppo abbandona il piccolo bosco, per attraversare tutte insieme la prateria.

Ho descritto gli incontri più emozionanti, ma per dovere di cronaca e di quanti fossero interessati a compiere un safari all’Etosha Park, nel mese di febbraio, elenco, gli animali che abbiamo avvistato nei due giorni trascorsi nel parco: manguste, sciacalli, suricati, antilopi roana, cervicapra, gnu, impala, kudu maggiore e molte specie di uccelli. A mesi di distanza questo safari vive ancora nella mia memoria e credo lo resterà a lungo. L’essere andato per la savana senza ranger, ha senz’altro impedito di vedere molti più animali, ma l’eccitazione di scoprirli per conto proprio è di per sé un’esperienza forse impagabile che mi rimarrà cara.

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