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L'asfalto scivolava via veloce...


Inserito il: 28/11/2007 da Robo Gabr'Aoun
Email: robogabraoun@hotmail.com
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Robo+Gabr%27Aoun
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Alicante. Abbiamo già fatto un bel po’ di strada. Guida Anto quando piombiamo nella più mostruosa coda di auto ferme che mai ricordi di aver visto. E’ rapidissima nell’evitarla imboccando una provvidenziale uscita che ci porta però dritti in centro città. Caos disumano. Ma, incredibile, pappagalli che svolazzano lieti tra gli alberi dei viali cittadini. Non sto a raccontare lo scoramento di quando, verso sera, ci troviamo nuovamente imbottigliati in un’altra eterna colonna di auto, alla fine della strada a due corsie, ad ovest di Almeria. Riusciamo finalmente ad uscirne e, stavolta davvero distrutti, ci fermiamo in un hotel lungo la strada per Gibraltar, oltre Marbella; sono le 2 del mattino.

Alle 9 del giorno successivo siamo ad Algeciras, con i nostri bei biglietti in mano! Piove a dirotto, ma l’Africa è così vicina. Alle 12 siamo alla sbarra di Ceuta. Vengo letteralmente assalito dai mitici "aiutanti" che si offrono di sbrigare le pratiche di ingresso. La mole di "ma vaff..." che riesco ad elargire in brevissimo tempo impressiona persino me. Me la cavo da solo, mentre Anto sposta a millimetri il nostro PaTrolone nell’immane caos di fuoristrada ammassati, e finalmente esco dal gabbiotto con i documenti a posto e, dichiarato che non ho mitra né bombe a mano, mi tuffo nel caos inumano di auto marocchine che sfrecciano verso Tetouane. Evito un’auto che sorpassa in senso inverso per un soffio, ma non mi fermo. Sono ancora troppo spaesato per incavolarmi.

Finalmente saliamo sul Riff. I torrenti giù in basso sono ricolmi di acqua limacciosa, ed i ponti mettono angoscia. Li passiamo pestando a tavoletta! La pioggia si fa infernale. Oltre Ouezzane un torrente tracimato blocca la strada.

"Andiamo?" "E certo che andiamo!"

Ridotte e passiamo, tra gli applausi dei marocchini fermi e un breve momento di panico quando il retrotreno si sposta per la corrente e l’acqua profonda. Altro guado circa 30 chilometri più a sud est, insomma un macello. Verso sera la pioggia cessa, lasciando il posto ad un cielo colore del carbone con piccoli lembi rosso fuoco: sui campi delle colline sopra Meknes sembra che un pittore si sia divertito a dipingere tutto di nero. Scendiamo velocemente verso Fes. Nugoli di altri "aiutanti" ci attorniano all’imbocco del viale d’accesso, ma non li considero e vado avanti verso il centro. Ci infiliamo in Fes El Bali, in piena Medina, con l’auto. L’enorme Nissan passa appena tra l’incredibile massa di gente in movimento. E’ bellissimo, sembra di stare in un film. Lascio Anto in auto e salgo in un alberghetto per trovare un posto per la notte.

"Cacchio è un bordello! No grazie, mi sono sbagliato."

Fuggo, e continuo la fuga oltre le mura merlate e mi dirigo nel centro della città nuova. Ci fermiamo all’Hotel de la Paix. Affido l’auto ad un ragazzino, a cui do' un po’ di denaro per farle la guardia di notte. La cena all’hotel è ottima, con una meravigliosa tapine alle prugne.

Mattino. Un sole timido ma caldo cambia aspetto alla città. Scendiamo dall’hotel verso la periferia e ci infiliamo in una stamberga per bere un caffè e mangiare un’ottima tortina di pinoli. Il Nissan non va: il pedale della frizione è quasi bloccato. Il fango dei guadi di ieri dev’essere entrato nella campana. Smonto i cappucci ed ingrasso tutto. Va meglio, ma solo un pochettino. Costeggiamo le mura di Fes El Jedid e puntiamo verso Est, dritti verso l’Algeria. Tutt’intorno alla strada i segni tangibili di una recente inondazione. Saliamo verso le Gole di Friouato, e pare di inerpicarsi sulle nostre Alpi. Piove di nuovo, ma non fa freddo.

L’altopiano della sommità è una meraviglia: tutto verde. Quando anni dopo lo rivedrò in agosto mi sembrerà di trovarmi in un altro luogo. Saliamo alle famose grotte, grande delusione, per discendere a valle nella piana della ex rivoluzionaria Taza. Troviamo un alberghetto di fronte alla Gendarmeria e ci facciamo pranzo in camera, con il profumo di pasta al sugo che invade le scale del palazzo. La città vecchia è meravigliosa. In un cortile interno una giostra di altri tempi, con tanti cavallini di legno, è ricoperta da centinaia di bimbi in festa. E' un’emozione guardarli giocare. La sera vaghiamo per le vie del centro, movimentatissime per il mercato serale. Siamo gli unici occidentali di tutta la città. Ceniamo in un baretto della piazza dove c’è la TV, ma mia moglie è senza dubbio l’attrazione del momento. Ce ne sbattiamo e continuiamo a cenare, tra l’altro con ottimi cibi. Ancora una passeggiata nel mercato e concludiamo la giornata con un buon tè, fatto nella nostra stanza. Domani ci aspetta la fascia predesertica: siamo eccitatissimi. Andiamo a dormire.

Il profumo di spezie e il vociare della gente per strada ci invita al più dolce dei sonni e dei sogni…

Siamo in Africa. Ancora non lo so, ma la sabbia è già in me...

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