La Danimarca


Inserito il: 29/02/2004 da Maria Rapisardi
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Tra questi uno rimane vivo nel mio ricordo, Il Castello di Egeskov ( Egeskov Slot), vicino a Kvaerndrop a 10 km da Ringe, sull’isola di Fyn. Quel giorno ci accompagnava un sole splendente e caldo. Il Castello si stagliava armonioso nel grande parco dove molti giardinieri erano costantemente occupati a tagliare ogni singola fogliolina che volesse farsi strada nella perfezione della potatura di siepi ed alberi. Un prato verdi, curato, con giardini settecenteschi ed aiuole con rare specie di fiori e piante, gli faceva da cornice naturale. I proprietari, che vivono in un’ala del Castello, continuavano la loro vita quotidiana come se non ci fosse nessuno. Effettivamente, ai visitatori non saltava nemmeno in mente di fermarsi a sbirciarli. Qualcuno, da lontano, faceva un lieto gesto di saluto al quale rispondevano con un altro gesto accennato, ma cordiale. E’ un castello rinascimentale, costruito su palafitte di quercia verso la metà del XVI secolo che si specchia nell’ampio fossato (un tempo era un lago) che lo circonda. Ci prese un grande senso di pace e di letizia, di grazia quasi in quel panorama di così largo respiro.

La tappa successiva fu dedicata ad Odense, città natale del favoliere Andersen. Qui si può visitare la casa dove nacque e visse fino ai 14 anni. Tutta la cittadina parla di lui, e i personaggi delle sue favole che ancor oggi accompagnano nel sonno tanti bimbi sono vivi e presenti nella vita della città. Dopo una punta a Nyborg, un altro breve viaggio per mare ed eccoci sull’isola Sjaelland in viaggio verso Koebenhavn, ossia Copenhagen. Il viaggio è breve. La Danimarca ha più isole e chilometri di coste che strade. Le autostrade sono diritte poco frequentate e… gratuite. Arriviamo al campeggio sul mare. E’ la spiaggia frequentata anche dai danesi. Rabbrividisco al pensiero di mettere un dito in acqua, però è bella e il camping spazioso. Una breve passeggiata e ci si ritrova in città: il supermercato, la stazione ferroviaria alcuni bar e negozi e parecchie ville con giardini fioriti. Niente recinzioni. Bimbi biondissimi, mamme sorridenti e ciarliere.

Il giorno dopo, in 20 minuti di treno siamo alla stazione centrale di Copenhagen. La conosciamo già da precedenti viaggi ed è simpatico dire ogni tanto "ti ricordi?", oppure "ecco,se vai a sinistra dovrebbe esserci il Palazzo Reale". Copenhagen ed i suoi abitanti, credo siano unici. La gente è veramente allegra, spontanea piena di vitalità. Nelle strade del centro, isola pedonale, esiste un mondo variopinto e genuino che si diverte con poco Attorno ad un piccolo palcoscenico ruota un Festival del Jazz. Varie orchestre si alternano. Gli spettatori, dai bambini ai nonni, partecipano con entusiasmo: ascoltano attentamente, applaudono, sorridono e chiedono dei bis. In un’altra via, nasce spontaneo un corteo di suonatori e ballerini mentre la gente ai lati si ferma e partecipa. Ci stiamo gustando un’ottima birra quando passa un giovane padre in bicicletta che traina una carrozzella in legno su ruote. Una piccola testa - tanto bionda da sembrare bianca - fa capolino da quella specie di scatola viaggiante. Un po’ più in fondo ci sono le statue umane, immobili, bianche, blu. Ed ancora un teatrino improvvisato dove le teste delle marionette sono attaccate a sacchetti di tela che vengono infilati sulle mani e sulle che li animano: sono i Pupi del Nord, chiamati Kasper . E sempre tanti bimbi, e sempre sorrisi e sempre briosa partecipazione.

Copenhagen non è solo la città della sirenetta di Andersen. Sì, la statua a pochi metri dalla riva alla fine di un bellissimo parco richiama sempre tanta gente, tante fotografie, ma dagli anni 70, da quando la vidi per la prima volta, l’ho ritrovata sempre più circondata da gru, dal porto. Insomma, oggi mi fa un po’ pena… Povera Sirenetta sempre e per sempre, con lo sguardo rivolto verso il mare, costretta ad attendere il suo principe tra brutte costruzioni,barconi semi arrugginiti ed un braccio di mare non più romantico coem lo era una volta…     continua "La Danimarca"

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