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La Dèsirade, sorprendente

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La Dèsirade, Guadalupa: piccolo gioiello di origine vulcanica dagli scenari naturali contrastanti, di Stefano Mappa - Inviato il 10 luglio 2021 da Stefano Mappa.

La Dèsirade, sorprendente

Spinto da un sempre rinnovato spirito d’avventura e di conoscenza, la quinta giornata di permanenza alla Guadalupa, la dedicai interamente all’isola de la Dèsirade.

Mi alzai prestissimo, ed alle ore 06,00 presi il primo bus per St.François. A quell’ora il cielo mostrava un'alba variopinta dalle tonalità che andavano dal rosa al rosso ed al violetto. Ne approfittai per immortalarla con alcuni scatti fotografici, salii sul bus, e dopo circa venti minuti di viaggio arrivai al molo d’imbarco con 1 ora e 40 minuti di anticipo rispetto all'ora di partenza del battello, lo stesso molo dal quale è possibile raggiungere le due paradisiache isole di Petit Terre, isole che visiterò a termine viaggio.

Chiaramente non c'era nessuno, e la stazione marittima era completamente serrata.



L’attesa la dedicai ad una sana lettura di un testo interessante dedicato alla scrittura creativa, ed a buttare giù qualche idea sul mio smartphone.

Alle 8,15 (in ritardo!) partii per la Dèsirade.

La Dèsirade è una piccola isola di origine vulcanica scoperta nel 1493 da Cristoforo Colombo nel suo secondo viaggio verso questa isola della Guadalupa. Essa conserva testimonianze risalenti alla fase più antica della storia geologica delle Piccole Antille ed il suo nome è stato dato dai membri dell'equipaggio del navigatore genovese.

Questo gemma caraibica è altresì un piccolo gioiello selvaggio, immerso nelle calde e celesti acque del mar dei Caraibi, con spiagge e fondali bellissimi, quasi a fotocopia, qualche rovina di antichi manufatti, ed aree dell’isola dalle caratteristiche lunari, aride che scivolano in ripidi pendii direttamente a mare.



Dopo circa un'ora di traversata misi piede sull'isola insieme a tanti turisti. Il programma prevedeva sole e solo sole sulla spiaggia duSouffleur, ma l'astinenza da bici mi suggerì di noleggiarne una per ampliare le conoscenze del posto e nel contempo non impigrire i miei quadricipiti!

E così fu. Ispirato da un signore incontrato sul traghetto che sulla maglietta riportava scritto: "Ride a bike keep moving", ne presi una ed in compagnia di una cartina topografica, m’involai per l'isola alla scoperta delle sue bellezze naturalistiche e storiche.

Il tour mi vide percorrere per lungo e largo tutte le strade che portavano ad ammirare qualcosa d’interessante, facendo particolare attenzione agli attraversamenti delle iguane, così come indicato dalla simpatica segnaletica stradale (ne avessi incrociata una di iguana!), molto ben posizionata lungo i margini delle strade.

Due le principali vie di comunicazioni presenti sull’isola. La prima è posta sul versante sud, attraversa l’intera isola per oltre 5 chilometri costeggiando il suggestivo litorale; l’altra invece, denominata la randonnée alla Morne du Souffleur, si allunga lungo il plateau della montagna ed è percorribile, in un paio di ore, soltanto con mezzi fuoristrada.

Seguendo il modello di navigazione dei bikers orientisti, iniziai il mio tour con un’efficace lettura della mappa, quindi con la memorizzazione dei siti da visitare, ed infine con la scelta del percorso da seguire in bici.

La scelta privilegiata fu quella di seguire il versante sud dell’isola lungo il quale fu infatti possibile raggiungere il centro città, le 4 principali spiagge, i tre manufatti, ormai decadenti, la graziosa Cappella di nostra Signora del Faro, il grande faro ed infine le due estremità dell’isola.



Senza alcuna esitazione, e consapevole che la giornata sarebbe stata piena di emozionanti scoperte, dal noleggio bici, adiacente al molo d’attracco dei traghetti, mi portai subito sulla piazzetta centrale del piccolo borgo di pescatori di Beausejour, Place duMaire mendiant, dove si trova la chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione ed il monumento dedicato ai 4 giovanissimi francesi locali caduti durante la prima guerra mondiale.

Dedicai alcuni minuti a visitare e fotografare queste attrazioni, quindi il via per la strada del versante sud iniziando l’escursione ai siti storici.

La pedalata lungo questa strada, caratterizzata da molti saliscendi, si mostrò, metro dopo metro, molto interessante. A sinistra le meravigliose spiagge bianche con le tipiche palme di cocco, a destra la folta vegetazione che si arrampicava sino al vertice del caratteristico plateau sul quale erano posizionate imponenti strutture eoliche.

Dopo pochi chilometri ecco incrociare il grande faro, maestoso perfettamente funzionante a favore delle tante imbarcazioni che giornalmente solcano l’oceano Atlantico, quindi, a seguire, i tre manufatti: l’antica stazione meteo, le macerie del cotonificio e del famoso lebbrosario, struttura, quest’ultima, attiva dal 1728 al 1956.

Che dire. Niente di che! Al mio stupore si univa quello di tanti altri turisti che nel frattempo avevano raggiunto la mia posizione. Ma aldilà dei siti, la natura della punta sud, invece, con i suoi scenari mozzafiato si mostrò molto suggestiva.



La punta sud, Pointe Doublé, si presentava arida e lunare; posta a ridosso dell’ansa Devant-y-Bon ed a quella des Galets, il luogo mi regalò attimi carichi d’intense emozioni.

In lontananza era visibile Petit Terre, due piccole isole, Terre-de-Haut, strettamente interdetta al pubblico in quanto riserva naturale, e Terre-de-Bas, invece accessibile al pubblico e soprannominata il faro della fine del mondo. Entrambe sono circondate da una barriera corallina riconosciuta riserva naturale, marittima e terrestre. Qui infatti trovano infatti dimora le iguane antillesi, paguri, uccelli sedentari e migratori, e una grande varietà di specie di pesci e tartarughe marine.

Tra foto, video e momenti di pura contemplazione dagli scogli di Pointe Doublé, sentii in me accrescere il desiderio di andare a scoprire le altre attrazioni dell’isola, sicuramente più suggestive.

Invertii la marcia in direzione Point des Colibris, l’altra estremità dell’isola, e passai in rassegna le meravigliose spiagge della Dèsirade, fino a quel momento, da me conosciute in fase di programmazione del viaggio navigando su alcuni siti web.

Quattro le spiagge che ebbi il piacere di scoprire nell’arco dell’intera mattina.

Partendo da quella più a sud, la prima che visitai fu quella della Petit-Rivière. Situata nell’omonima baia, la bianca spiaggia, seppur coperta da alghe scure, manteneva inalterata la bellezza del posto. Su questo sito, la presenza della barriera corallina consente ai locali centri immersioni di organizzare spettacolari escursioni dei fondali, e quella mattina erano in tanti a optare per questa esperienza, rispetto a quello dei deludenti ruderi!

Appagato di così tanta bellezza, risalii la strada che conduceva alla spiaggia, e mi portai nuovamente sulla litoranea del versante sud per visitare la graziosa Cappella di nostra Signora del Faro. Gli dedicai qualche minuto (le dimensioni non consentivano ampi tempi di visita!) e quindi proseguii per la spiaggia del Souffleur.

Il lido del Souffleur si estende per alcune centinaia di metri in direzione nord dell’isola. Anche qui c’era la classica sabbia bianca sulla quale prendevano posto maestose palme di cocco e qualche carbet, all’interno dei quali è possibile trascorrere fantastici momenti di contemplazione con vista mare oppure sostare per consumare i pasti. Io chiaramente optai per primo. Troppo bello per non farlo.



Dopo aver opportunamente documentato anche questo lido, inforco di nuovo la bici, e sotto un sole molto caldo che faceva segnare almeno 30 gradi, mi diressi sulla spiaggia più rinomata della Dèsirade, la Fifi.

Collocata a circa 200 metri da Beauséjour, la spiaggia Fifi si estende per un’area molto ampia dove anche qui, alte palme ed una sabbia bianchissima fanno da sfondo ad uno specchio di mare cristallino dai colori celeste e verde intenso. A pochi metri dalla riva una passarella di circa 20 metri formata da grandi cubi galleggianti, conduce ad una piscina artificiale delle dimensioni di 25 metri per 10, anch’essa strutturata con i medesimi cubi. Su questo lido trovano posto dei graziosi carbet ed un bar ristorante molto caratteristico, il tutto nel rigoroso rispetto dell’ambiente circostante.

Qui la sosta fu d’obbligo anche per riprendere fiato dalle affannose pedalate e farmi una bella nuotatina all’interno di quella originale piscina. Senza esitare mi portai a ridosso del bagno asciuga, distesi la bici sulla sabbia, e con un bel tuffo mi immersi nelle calde e spettacolari acque di questo lido improvvisando una seduta d’allenamento non troppo impegnativa ma sicuramente efficace.

La bellezza e la magia del posto, mi suggerirono, dopo avere visitato la spiaggia successiva ed il versante nord dell’isola, di tornarci per consumare il pasto ed attendere disteso sotto una palma di cocco l’ora dell’imbarco per il rientro a Grande-Terre.

E così feci. La mia mountain bike era lì pronta ad essere nuovamente sollecitata dai miei potenti quadricipiti, da giorni a digiuno dai faticosi e lunghi allenamenti. Si fa per dire, chiaro!

Superai il centro abitato di Beausejour e mi portai sulla spiaggia à Galets.

Sita sulla sinistra del piccolo aeroporto, la spiaggia è inserita all’interno dell’Anse d’Echelle; raggiungibile percorrendo la via principale dell’isola in direzione Pointe des Colibris, si presenta selvaggia, con dei carbet al riparo di un boschetto di palme di cocco, ed una spiaggia di sabba chiara. Niente a vedere rispetto a quella appena lasciata, ma comunque interessante per chi vuole isolarsi e godersi il mare in assoluta tranquillità.

Anche qui, sosta doverosa e poi via per l’ultimo sito della giornata, Point des Colibris.

Pointe des Colibris si caratterizza per la presenza di una vegetazione rigogliosa, completamente diversa da quella rada e secca di Pointe Doublé. L’area, momentaneamente coperta da cantieri, vedeva la presenza di alcuni alberi sui quali svolazzavano graziosi colibrì, e di cannoni risalenti al XIX secolo rigorosamente puntati in direzione dell’oceano.

Chiuso il tour, interessante ed anche un po’ faticoso per la temperatura, mi diressi, rosso come un peperone e con le spalle quasi ustionate, nuovamente sul quella paradisiaca spiaggia dell’isola, Fifi, che a mio avviso, insieme a quella della Feullièresull’isola di Marie-Galante, è la più bella dell’intero arcipelago della Guadalupa.

Arrivato sul posto presi posto all’interno di un carbet e consumai il pasto con lo sguardo rivolto verso il mare e la consapevolezza di aver aggiunto un’altra preziosa esperienza al mio viaggio in solitaria in questo speciale angolo dei Caraibi.

Il pensierino finale che feci prima di risalire sul traghetto veloce?

“Oggi posso dire di aver fatto l’en plain, turismo, sport e relax.”

E dopo aver minuziosamente raccolto le idee, selezionate le foto e, come ogni giorno, preparato il mio schema per raccontare anche quest’altra favolosa esperienza, mi diressi all’imbarco per il rientro a St. Anne su Grande-Terre.

Per non lasciare lo sguardo dall’isola, presi posto accanto ad un finestrino e, nonostante metro dopo metro la Dèsirade si allontanava sempre di più dai miei occhi e dal mio cuore, iniziai a descrivere con tanta nostalgia un’altra pagina importante del mio diario di viaggio alla Guadalupa.

L’unico rammarico fu quello di non aver avuto il tempo da dedicare alle immersioni alla grotta degli squali posta ad oltre 20 metri di profondità ed al trekking lungo i tanti sentieri escursionistici. Sicuramente un giorno in più sarebbe stato l’ideale per tornare a casa con un bagaglio di conoscenze maggiore. Ma va bene così, anche perché il mio pensiero fu quello di far ritorno alla Guadalupa quanto prima, per scoprire e documentare tanti altri bellissimi posti e siti.

Al di la di tutto, chiusi con grande soddisfazione il capitolo Grande-Terre. Tornai a St. Anne e trascorsi le ultime ore della giornata a girare per i coloratissimi mercatini affollati da molti turisti. L’indomani sarebbe iniziata una nuova avventura sull’altra ala della Guadalupa, quella posta ad ovest, rigogliosa, lussureggiante, dal fascino unico, dal nome Basse-Terre.

Au revoir mes amies.

Stefano (Pubblicato il 10 luglio 2021) - Letture Totali 243 volte - Torna indietro



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