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Tutti pronti? Si parte… dalle terre della Sibilla

Racconti e Articoli di Viaggio

L’eco della Sibilla propone itinerari sempre più esotici per ampliare gli orizzonti del déjà vu, e c’è persino chi prospetta di varcare i confini terrestri verso avveniristiche mete interplanetarie, di Anna Maria Piscitelli (anny@elissa.net)

Tutti pronti? Si parte… dalle terre della Sibilla

Sito o fonte Web: www.elissa.net Rari e privilegiati escursionisti dello spazio siderale, investendo milioni di dollari, hanno già vissuto una rischiosa quanto effimera emozione nel ‘macrocosmo’ a bordo di uno shuttle!

Ma per chi si accontentasse di un microcosmo stellato, da toccare con mano per carpirne i misteri più ascosi, si offre a buon mercato l’altrettanto insolito viaggio on the road per i “Sentieri delle Stelle”…

un’alternativa guidata, lasciandosi trasportare da una virtuale Macchina del Tempo che, ingranando la marcia indietro, catapulta in un mitico passato, e inserendo la sesta marcia, proietta ancor oltre le fantascientifiche avventure di ‘Star Trek’.

Un viaggio a tappe attraverso un percorso costellato da emblematici simboli sparsi sulle antiche vie di comunicazione, con altrettante soste nell’incanto di un presente fatto di spazi tridimensionali di conoscenza, d’indelebili segni d’appartenenza a un’umanità, di genere e di specie, la cui storia nelle storie, va a tratteggiare una sottile linea di demarcazione fra la nostra vita e altre forme ‘aliene’. L’appuntamento, dunque, per chi vorrà salire sul nostro veicolo virtuale ed eco-compatibile, è nel cuore d’Italia, in quel territorio geograficamente ubicato a confine tra l’Umbria e le Marche e tradizionalmente considerato una delle porte d’accesso a dimensioni ‘altre’; quel regno posto, da tempi immemorabili, sotto la giurisdizione di un’unica regina, la mitica Sibilla Appenninica, Matriarca e Leader della community dei Monti Sibillini. Oggi, protetta nella sua integrità paesaggistica dal perimetro di un Parco Nazionale, questa area ha un know-how culturale ancora poco espresso, pressoché sconosciuto ai tour operator, e solo parzialmente valorizzato nei circuiti del turismo ambientalista.

Scelto non a caso come punto di raccolta e di partenza per la nostra esplorazione fra le stelle e come hangar della nostra ‘Enterprise’, questo crocevia dell’antica viabilità, questo centrale snodo di una fitta rete di scambi e commerci, questa enclave sibillina di nome e di fatto, si rivelerà, inaspettatamente, come una specie di Pinacoteca della Comunicazione, come un data base secolare di traffici e informazioni, come prototipo di una stratificazione culturale archeologica ma incredibilmente attuale, da cui ogni Strategic Planner potrà attingere spunti ed elementi riciclabili nel marketing job, ed spendibili nel communication plan più all’avanguardia.

Sicuramente l’apparire inaspettato dell’architettura raffinata di piccoli borghi e agglomerati deserti, quasi fantasmi di pietra occhieggianti fra la macchia pedemontana, non potrà sfuggire neanche al viaggiatore più distratto dalla cornice naturale, così marcata e selvaggia, che fa da sfondo a questi luoghi fatati.
E così, addentrandosi fra i vicoli invasi dai rovi, il velo della storia inizierà a lacerarsi, consentendo la messa a fuoco di una fioritura di stelle scolpite su portali e architravi sfocati dal tempo che, come lembi d’azzurrognolo cielo, paiono quasi ingoiarle, per restituirle solo quando l’occhio si fa più insistente e attento. In queste terre, la gente amava vivere e produrre al ritmo scandito dai cicli agricoli, mentre pellegrini e cavalieri erranti, provenienti da tutt’Europa, accolti da un’ospitalità sobria e cortese, si soffermavano per rifocillarsi, curarsi e apprendere l’antica arte dell’Alchimia e della distillazione quintessenziale di fiori, erbe e sostanze medicamentose.
 
Ed è proprio per indicare la presenza di laboratori alchemici, di ospitali, di scuole e accademie in cui si apprendevano le scienze della natura, l’astronomia, la filosofia, le arti e i mestieri, e in cui circolava ogni cultura funzionale alla ricchezza e al benessere collettivo, che questa abbondanza di simboli fioriti e stellati, antesignana delle odierne insegne luminose e dei poster pubblicitari, esplodeva sulle pietre degli edifici, catalizzando lo sguardo del viandante con uno specifico brand, atto a individuare e promuovere questi siti di comunicazione, d’accoglienza e di civiltà. D'altronde il business d’intere corporazioni di maestri scalpellini concentratosi in queste aree, come gli annali della storia tramandano, non potrebbe parimenti giustificare un’opera di decoro così insistente, monotematica, persistente e così avara di variazioni sul tema, se non fosse stato attribuito a questi simboli un preciso significato certamente condiviso e coralmente accettato da tutta la comunità.

Infatti, questi simboli stellari costituirono il brand ‘brevettato’ di una ‘Tradizione Sapienziale’ che trovò nei Cavalieri Templari i top-manager, gli abili e creativi Strategic Planner, della comunicazione e del marketing imprenditoriale del tempo. Ma lo scopriremo meglio nel nostro prossimo excursus sui Sentieri delle Stelle, unitamente a mille altre curiosità, emergenze e… golosità, e man mano sollevando, ad uno ad uno, tutti i misteriosi veli dell’Odalisca dei Sibillini… parola di Sibilla! (Pubblicato il 19 marzo 2010) - Letture Totali 71 volte - Torna indietro



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