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Salvador: tradizione, riti voodoo e mistero

Racconti e Articoli di Viaggio

Due giorni vissuti intensamente, di Alberto Gregori

Salvador: tradizione, riti voodoo e mistero

Sito o fonte Web: digilander.libero.it/albertoviaggi Programmando un viaggio in Brasile mi sono domandato più volte sull'opportunità di inserire Salvador Bahia nell'itinerario. Il tempo a disposizione di due giorni al massimo implicava un certo tour de force da me non gradito. Volo di due ore fino a Rio, tre ore di attesa per la coincidenza, altre due ore di volo, trasferimento, nuova sistemazione, bagagli, altro volo dopo due giorni... il tutto per dedicare una giornata alla visita di una città...

Ma Salvador non è solo "una città", è qualcosa di più. Visitarla significa comprendere l'intero Brasile, la forza del suo spirito, le tradizioni della sua gente, il significato del termine "tropicale" o "afro-brasiliano".

Ed ora che l'ho visitata, ringrazio il giorno in cui ho deciso di fermarmi. A Salvador non puoi capitarci per caso. La sua visita dev'essere programmata e studiata nei minimi particolari. Non puoi arrivarci senza conoscere i termini "Candomblè" o "Capoeira".
Non puoi pretendere di capirla senza apprendere la sua storia. Conoscere le origini della sua gente, lo sviluppo della religione, la storia degli edifici e delle piazze, i soprusi, le sofferenze e il sangue versato dai tanti africani strappati dalle loro terre per essere importati qui come schiavi.

Altrimenti potresti al massimo apprezzare la bellezza della sua baia, delle sue viste infinite, degli angoli suggestivi; ma te ne andresti senza alcun arricchimento per non aver compreso la vera realtà del luogo.

Osservare una lotta di Capoerira, una festa di bambini, una processione religiosa senza capirne il significato sarebbe una limitazione. E tutte queste cose, con un pò di fortuna, a Salvador le si possono vedere anche in un solo giorno. Numerose sono le ricorrenze, e quando non è giorno di festa è come se lo fosse.

A Bahia il 70% della popolazione pratica il Candomblè, una religione importata dalle popolazioni provenienti dall'Africa durante il periodo di schiavitù e conservata nel corso dei secoli a costo di grandi sacrifici umani contro le persecuzioni. Una religione che si basa sulle forze della natura, che hanno l'obiettivo di mantenere e sviluppare l'axé attraverso canti, balli, riti e tradizioni: una forza sacra che permette di essere in armonia con il mondo.
Un rito quotidiano nella vita di Bahia, un aspetto intrigante e misterioso per il visitatore.

Un altro culto mantenuto dall'epoca della schiavitù è la Capoeira, una fusione tra danza, canto e arte marziale e che vuole rappresentare un simbolo di libertà.

I lottatori si muovono all'interno di un cerchio di persone che accompagnano i movimenti cantando e battendo le mani. L'ambientazione e le ardue mosse, frutto di agilità e di duro allenamento, rendono il tutto molto suggestivo.

Ogni angolo della città è una scoperta della tradizione: dalle bancarelle di acarajé (frittella ripiena di gamberetti), specialità gastronomica baiana, alle classiche "mami", che passeggiano per la città indossando gli abiti d'epoca, sfidando la calura in cerca di qualche real in cambio di una foto ricordo.

Un'alternanza di finzione turistica e momenti di vita autentica, come una scuola di capoeira di bambini che si esibisce nel mezzo di una piazza. Indimenticabile.

Ma una cosa che non può passare inosservata è la povertà, decisamente superiore ad altre città brasiliane come ad esempio Rio. La città è invasa da "ninos de rua", che con insistenza cercano di procurarsi un pasto serale o qualche moneta da portare, si spera, a casa. Dico si spera perchè spesso quanto racimolato viene utilizzato per l'acquisto di qualche droga a basso costo, che solitamente sono le più nocive. Pertanto, piuttosto che elargire denaro, sarebbe meglio acquistare un pasto in uno dei tanti ristoranti locali a chilo, un'azione che non costerebbe più di due o tre euro.

Salvador si divide nella città alta e bassa, unite tra di loro dall'Elevator Lacerda, un ascensore spettacolare che in pochi secondi permette di trasferirsi da una parte all'altra (2 centesimi di euro...). Il centro storico, il famoso Pelourinho, è Patrimonio dell'Umanità e si trova nella parte alta. Una passeggiata di 3 ore permette di visitare tutte le sue vie e piazze caratteristiche. Ma le distrazioni sono tante, per cui le tre ore si trasformano nell'intera giornata.

All'uscita dell'ascensore si apre la Praça Thomè de Souza, ma soprattutto una fantastica vista sulla sottostante Baia de Todo Santos. Oltrepassata Terreiro de Jesus, una delle piazze più suggestive della città vecchia, circondata da antiche costruzioni, ed abbellita in alcuni tratti da alberi e palme reali, si prosegue verso Praca da Se, un'altra vasta piazza dove si trova tra l'altro la Cattedrale.

E' qui che ho incontrato l'unico personaggio scortese del Brasile, un rappresentate di un gruppo di Capoeira che chiedeva una lauta offerta unicamente perchè mi è capitato di girare lo sguardo nella sua direzione. I gruppi di Capoeira sparsi per la città sono molti, alcuni pregevoli altri meno, ma con una comune caratteristica: incassare real a scapito del turista. Ma per vedere la Capoeira autentica vi suggerirò in seguito un'indicazione.

Da qui iniziano gli angoli più incantevoli del Pelourinho, con la Piazza Sao Francisco, un angolo favoloso con le case allineate dai colori pastello e il Convento São Francisco, la più suggestiva delle 360 chiese della città, un trionfo del barocco con interni finemente decorati e pareti che sembrano tappezzate d'oro.

Poco oltre ed ecco il luogo più incantevole di Salvador, Largo Pelourinho, una lunga via in discesa ed interamente lastricata che regala un fantastico colpo d'occhio, con le torri-campanili delle chiese che sovrastano le abitazioni coloniali riportate al loro antico splendore. Questa è la piazza dove venivano venduti gli schiavi e puniti con frustate i ribelli. La bellezza del luogo è in forte contrasto con i suoi ricordi, fatti di soprusi, torture e ingiustizie.

Al termine della discesa, il Pelourinho prosegue con una nuova ripida salita che culmina con la Igreja da Ordem Terceira do Carmo con la scultura del Cristo morto, scolpita nel legno di cedro con le gocce di sangue del Cristo formate da circa 2000 rubini.

Se Bahia ha un limite, questo è rappresentato dal fatto che non è possibile compiere un giro circolare, per cui, ad eccezione di qualche breve alternativa, bisogna percorrere a ritroso il percorso per ritornare al punto di partenza.

Qui si riprende l'ascensore Lacerda per raggiungere la Citade Baixa, dove oltre che visitare il mercato Modelo, enorme mercato turistico artigianale, si osserva lo splendido colpo d'occhio della parte alta.

Il Pelourino è talmente affascinante che va visto anche di sera: i ritmi incalzano, le luci e i colori si trasformano, l'allegria si fa contagiosa.

Prima di cena recatevi al teatro Senac per una vera dimostrazione di canti e balli più autentici del nord-est, naturalmente Capoeira inclusa (ore 19.00, ingresso real 7 - € 2,50). Al termine dello spettacolo, il piano superiore del teatro ospita un ristorante tipico, dove si possono assaggiare tutte le specialità della regione in due buffet ben distinti, uno con ingredienti "normali", l'altro con piatti conditi a base di "dendè", un olio tipico di Bahia ricavato dalle palme. Da assaggiare ma senza abusarne in quanto potrebbe portare disturbi a chi non è abituato (prezzo irrisorio della cena, real 25 - € 9,50 oltre bevande e servizio).

Molti tour operator locali vendono questo "pacchetto" come escursione al costo 100 real a persona, praticamente poco meno di quanto da noi speso in cinque.

Rientrerete in hotel soddisfatti per la splendida giornata, ma anche con il cuore in gola e con uno strano senso di colpa per la povertà realmente toccante come in pochi altri luoghi capita di vedere.

Ci sarebbe ancora molto da dire e da vedere a Bahia, come le sue spiagge chilometriche che partono da Barra in pieno centro fino ad arrivare in periferia, oppure la Lagoa de Abaeté, dove altissime dune bianche sovrastano una laguna.

Spesso Salvador viene associata e ridotta al turismo sessuale, una piaga sicuramente reale: ma se lo scopo della vostra visita è altro, se i vostri occhi sono qui per osservare, e il vostro spirito vuole capire il passato e il presente, ve ne andrete con il cuore pieno di tanti ricordi indelebili.

Obrigado! (Pubblicato il 11 luglio 2009) - Letture Totali 78 volte - Torna indietro



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