Dnieper: vado, lo vedo e torno

BACAU (Romania) - capitolo I
Negli Stati Uniti, i passeggeri che vanno da New York a Washington o viceversa, preferiscono viaggiare con il treno che fa la traversata in tre ore e non con l’aeroplano che ritarda quaranta minuti...
(Tomás Eloy Martínez)

Il tredici giugno 2007, dall’aeroporto di Cuneo-Levaldigi, l’aereo per la città rumena di Bacau parte con tre ore di ritardo. Considerando che l’intero tragitto ne richiede due e un quarto potrei anche arrabbiarmi, ma non voglio rodermi il fegato per questo: sono in vacanza. Inoltre, accettare di buon grado questa attesa, è propedeutico per chi intende allontanarsi dai serrati ritmi occidentali. Il tempo perso si rivela comunque utile perché, bighellonando in aeroporto, incontro Silvio, un ex funzionario di banca ed ora titolare della Gelateria Italiana, situata davanti alla monumentale cattedrale ortodossa in costruzione a Bacau.
Finalmente ci si accoda per i controlli. I passeggeri sono in stramaggioranza rumeni e tra loro prevalgono le donne. Mentalmente le divido in badanti, mogli di italiani danarosi e professioniste, secondo un criterio basato in ordine calante di età e crescente di bellezza. È una valutazione vagamente razzistica, tutta da provare e me ne vergogno pure, ma serve a ingannare l’attesa e mantenere sveglio il cervello costringendo il lato destro, quello diabolico, a dialogare col.... (scarica il file zippato su sinistro...http://www.viaggiatorionline.com/download/43.zip) (Pubblicato il 07 dicembre 2007) - Letture Totali 71 volte - Torna indietro

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