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La Paz: la città dei mercati

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Racconto della visita a La Paz, capitale della Bolivia, e ai suoi mercati, di Adriano Socchi - Inviato il 13 gennaio 2004 da Adriano Socchi.

La Paz: la città dei mercati

Sito o fonte Web: www.adrimavi.com Il nome della città di La Paz echeggia, in tutto il mondo, perché è la capitale più alta sulla terra. Proprio per questo il viaggiatore è attratto a visitarla, semplicemente incuriosito di come possa svolgersi la vita in una metropoli "alta" quanto il Gran Paradiso. Per restarne subito impressionati bisogna, però, arrivarci via terra, dalla strada che dall’altopiano del Titicaca porta fino al centro della città.

Tutti gli autobus turistici che collegano Copacabana a La Paz, si fermano sulla bretella stradale che corre intorno alla capitale per dar modo all’ospite straniero di scendere ad ammirare e immortalare il grandioso panorama. La città, infatti, sorge, come adagiata, sul fondo di un vasto canyon circolare, a 3650 metri, e si sviluppa sulle pendici, per più di 400 metri, dove si trovano i quartieri poveri.

Di giorno o di notte, non importa, il risultato è sempre lo stesso. L’incredibile cornice naturale che s’aprirà davanti agli occhi non si dimentica facilmente. Con la luce si resterà colpiti dalla mole dell’Illimani (6.462 metri), la cima che incombe su La Paz, e dal cielo terso e blu. Di notte sembrerà di trovarsi davanti ad un enorme presepio e facilmente confonderete le luci della città con le stelle del cielo.



La Paz fu fondata dagli spagnoli nel 1548, con il nome di Ciudad de Nuestra Señora de la Paz (Città di Nostra Signora della Pace). All’epoca lo storico Cieza de León la descrisse come «un ottimo luogo dove trascorrere l’esistenza. Il clima è mite e la vista delle montagne ispira a rivolgere il pensiero a Dio». Noi concordiamo per quel chenriguarda per l’incantevole posizione, ma per il resto non ci è sembrato un posto cui valga la pena passarci la vita, e il clima è tutt’altro che mite, in ogni periodo dell’anno.

Dal punto di vista architettonico le sue chiese non possono fregiarsi dell’appellativo di opere d’arte e se proprio si desidera visitarne una, scegliete la Iglesia de San Francisco. Per gli amanti dei musei è interessante la visita, se non altro per l’originalità, del Museo de Etnografía y Folklore e del Museo del Charango. Nel primo la principale attrattiva è senza dubbio la collezione di tessuti e manufatti del gruppo etnico dei chipayas. Il secondo, allestito nell’abitazione del maestro Ernesto Cavour, espone una raccolta di charango, lo strumento più popolare della musica boliviana. Si tratta di un piccolo mandolino a cinque corde doppie.

Ben altri sono i musei e le opere d’arte di La Paz: i mercati, la sua gente, gli spettacoli di peñas. Tanti e ovunque. Di tutti i generi. Animati e variopinti, più di quanto si possa immaginare. Ogni barrio (quartiere) ne allestisce uno. Unico inconveniente: la fatica. Girare per i mercati di La Paz richiede un certo sforzo fisico in quanto si passeggia costantemente tra i 3.600 e 4.000 metri d’altitudine. Un consiglio è quello di alternare la visita dei mercati dislocati lungo le strade in salita con quelli delle piazze o avenida del centro, come il mercado Lanza, per esempio. Così facendo si spezza il ritmo camminando, per un po’, in piano.



Meglio ancora, interrompete il giro visitando alcuni dei tanti saloni di artesanía (negozi dell’artigianato) dove si celano i migliori acquisti per via della qualità dei prodotti, migliore rispetto a quella dei venditori ambulanti dei mercati, in strada. All’interno, uno accanto all’altro, si trovano botteghe specializzate nella vendita dello stesso prodotto, per lo più oggetti in argento, cinture, borse, musicassette e dischi, ceramiche, tappeti e arazzi.

Ma nella stragrande maggioranza delle artesanía si vendono articoli di lana, di ogni sorta: maglioni, giubbotti, chullos (berretti), guanti, sciarpe, calze, nonché i caratteristici ponchos, l’indumento tipico dell’uomo andino, e gli ahuayos, i coloratissimi rettangoli di stoffa che tutte le donne tengono a tracolla, per portare la mercanzia e i bambini. I venditori, qui, sono meno disposti a mercanteggiare, ma con un po’ di pazienza e arte nel contrattare si riescono ad ottenere lo stesso ottimi prezzi.

La lana d’alpaca è la più pregiata. Di più lo è quella di baby alpaca, particolarmente morbida e soffice. Prestate attenzione però, chiunque cercherà di spacciare la lana d’alpaca con quella di baby alpaca. Oggi è di nuovo possibile procurarsi prodotti di lana di vigogna, la più bella del mondo, un tempo riservata a forgiare gli abiti degli imperatori Incas, tornata sul mercato dopo che si è scongiurato il pericolo d’estinzione delle vigogne, uno dei quattro camelidi delle Ande. Ma trovarla resta difficile anche nelle boutique del centro. (continua "La Paz: la città dei mercati" (Pubblicato il 13 gennaio 2004) - Letture Totali 168 volte - Torna indietro



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