Il volo dell'uccello

Il volo dell'uccello.

Innamorarsi di un tuffo folle nel cotone: Jerba.

Il pavone vanitoso, il pesce blu, un occhio solitario.

Simboli e credenze giocano d'azzardo.

Superba la mano di Fatima protegge la vita che si dimentica di respirare.



L'isola delle grandi elaborazioni.

La stoffa ricamata ha il fascino delle radici spolverate... della vita che corre e si consuma.

Si rivivono archetipi condivisi... lontano dalle grandi passioni

Occidentali... impossibile non essere rapiti dalle libertà che ci lasciano regredire
allo stato infantile.

Annullare dolcemente tutto quello strato grasso di civiltà che ci rende ciechi e sordi.

Il camaleonte e la sua metamorfosi colorata.



Petali.

Jerba vive nelle tradizioni, nelle notti calde senza giorni, nelle poesie senza parole e nei quadri dei pescatori senza volto.

I turisti sono confinati nei grandi alberghi sul mare che si agitano come lunapark per i
ciechi... la vita si svolge nell'eterna poesia in movimento che canta la sua storia
all'interno, tra vecchiette piegate nelle stoffe colorate e giovani uomini che in piedi
galoppano su cavalli velocissimi.



Un segreto.

Il lago salato si è innamorato della terra... trasformandosi dentro essa.

Tutti mi hanno sussurrato il loro segreto.

Se vissuto fino in fondo è un'isola capace di creare un caos primitivo e sano, capace di
tagliare il cordone ombelicale tra ceramiche e occhi verdi troppo esotici quasi
spaventosi.

Il meta viaggio si è trasformato come il paesaggio in favola, poesia dagli occhi blu,
dramma inglese, sintesi analogica, romanzo rosa, giallo e in un saggio sterminato come il
deserto in una tempesta di sabbia. continua "Il volo dell'uccello" (Pubblicato il 07 settembre 2006) - Letture Totali 123 volte - Torna indietro

Ti è stato utile (ti è piaciuto) questo contributo? Votalo!