Le magie di Essaouira.
Poche parole di di Alighiero Adiansi su Essaouira, una delle città più magiche del Marocco: l'antica Skala, il Taros, la gente... - Inviato il 17 marzo 2004 da Alighiero Adiansi.
Sito o fonte Web: web.tiscali.it/alitour/
Essaouira è tutta magica, è sempre magica, è così magica che la metto sempre alla fine del viaggio per paura di mettere radici. Dov'è la magia?!? E' ovunque: nella piazzetta piena di vita, nel porto pieno di barche e di bandierine colorate, nella pasticceria Chez Driss piena di croissants, nel mercato pieno di tutto. Come è inebriante andare a zonzo in quei vicoli stretti e nei cortili che si aprono improvvisi a destra e a sinistra!
Quando a gomitate e spinte si schizza fuori dalla calca si rimane lì un po' attoniti, carichi di profumi, di puzze, di olive, di arance, di spezie e di lividi, con le orecchie piene di saluti e inviti, la bocca piena di datteri e bestemmie e gli occhi di polvere e lacrime. E che dire delle vecchie mura, l'antica Skala con gli artigiani del legno, i cannoni puntati su Mogador e improbabili pirati, gli spruzzi di acqua e tramonto, il fragore delle onde sugli scogli, lo stridio dei gabbiani che bombardano senza tregua i fotografi insensibili al vento, agli spruzzi, al freddo, ai pittori naif , alla voglia di romanticismo delle ragazze e al paesaggio?
Gira e rigira, la serenità sembra ancora sul tavolino in piazza, tra un the alla menta e un venditore di cappelli, ma la pace vera è due passi più in là. Da fuori non t'immagini neanche che ci sia, sull'angolo della piazza, prima della banca, sopra la pasticceria, dove quei tre barboni spacciano sorrisi e "cioccolata". La porticina è accanto alla libreria, un paio di rampe abbastanza buie che sembra di finire in soffitta e invece, senza capire subito cosa sia - una casa, una biblioteca, un bar, una sala da the, un piano bar, un ristorante, un salotto, un santuario, un pub, una galleria d'arte, un fiorista - si scopre che il Taros è po' di tutto. Il Taros è un ambiente irreale ed etereo, dove si intrecciano teorie sociologiche e sardine ripiene, musiche di Buddha Bar e storie di Tuareg, vapori di menta e fumi di canne, vecchie foto e nuovi re. C'è un'atmosfera così strana, così delicata che sembra di essere dentro una bolla di sapone sospesa sopra un mare in tempesta. Fuori è colore, movimento, rumore, confusione e il Taros galleggia sopra tutto, in balia di un vento capriccioso che lo allontana o lo avvicina al resto del mondo mentre il sole disegna arcobaleni trasparenti sulle pareti sottili. Dentro la bolla nessuno ha fretta, nessuno urla, nessuno rutta, nessuno chiama per paura di rompere l'incantesimo, il delicato equilibrio che impedisce al Taros di trasformarsi in sottile rugiada e diventare una piccola macchia umida, ignorata e calpestata sulla piazza di Essaouira. (Pubblicato il 17 marzo 2004) -
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