Cessata guerra civile
Novembre 2003. Cessata guerra civile in Costa Avorio
Il cessate il fuoco firmato nel luglio 2003 ha posto fine ai terribili scontri in Costa d'Avorio, culminati in una brutale guerra civile che durava da dieci mesi. Tuttavia alla fine di settembre la decisione dell'ex capo dei ribelli, Guillaume Soro, di ritirarsi dalla nuova coalizione di governo rischia di mettere in forse la pace da poco raggiunta. Un contingente francese di 4000 uomini rimane nel paese per difendere il cessate il fuoco e monitorare le tensioni fra il nord musulmano e il sud cristiano. Non si sa quali conseguenze potrà avere il ritiro del leader dall'accordo. I viaggiatori sono invitati a prestare la massima attenzione.
Ottobre 2003. Un colpo secco alla sbarra di ferro che per un anno aveva chiuso il confine di Laleraba: così un ufficiale burkinabè ha riaperto ieri la frontiera tra Costa d’Avorio e Burkina Faso. Un gesto dal valore simbolico ma anche dall’immediato risvolto pratico: due convogli di auto hanno subito oltrepassato il posto di confine, in provenienza da direzioni opposte, festeggiando il tanto atteso momento con festosi suoni di clacson. A settembre dell’anno scorso la barriera che separa i due Paesi venne chiusa in seguito alla crisi esplosa con il golpe del 19 settembre. Da allora le comunicazioni sono rimaste interrotte e per i tre milioni di cittadini burkinabè che vivono in Costa d’Avorio è stato assai arduo fare rientro nel proprio Paese. Interrotti anche i traffici commerciali dalle zone ivoriane del nord al Burkina, con gravissime ripercussioni sull’economia dei due Paesi. Ieri, sotto una pioggia leggera, centinaia di persone hanno oltrepassato la frontiera a bordo di auto, camion stipati all’inverosimile con suppellettili, animali e bagagli d’ogni genere. “Sono per la festa con i miei genitori” dice un giovane indicando le tre galline che trasporta sul tetto di una vettura in pessime condizioni. E’ diretto a Bouaké, la roccaforte dei ribelli che ora siedono nel governo di Abidjan. Una donna accompagna il padre ottantenne verso il Burkina. “E’ nato lì 80 anni fa - spiega - e ora che è molto malato vorrebbe morire nella sua terra”. Fino a due giorni fa non era possibile. Clima disteso anche sul versante ivoriano della frontiera, ancora sotto il controllo degli ex-insorti (che ora si chiamano ‘Forze Nuove’) come tutto il nord della Costa d’Avorio. Hanno ricevuto consegne precise: facilitare il flusso di veicoli e non ‘importunare’. Cioè non sottoporre a saccheggio i veicoli in transito, che da oggi - con tutta probabilità - saranno moltissimi. Ma non tutto fila liscio. La frontiera era stata chiusa per timore di ‘infiltrazioni terroriste’. Il governo del presidente Laurent Gbagbo aveva accusato i vicini di aver organizzato il ‘golpe’. Ora alcuni autotrasportatori burkinabé sono preoccupati. Temono che i balzelli normalmente pagati ai posti di controllo possano aumentare e gravare eccessivamente sulle loro tasche. Per raggiungere Abidjan, oltrepassata la frontiera, dovranno infatti percorrere molti chilometri nelle zone dell’ex ribellione, per poi passare in quelle ‘governative’. Riaperta una frontiera, potrebbero trovarne un’altra. (Pubblicato il 29 gennaio 2004) -
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