Da Keflavik ad Egilsstadir (d’inverno)
Racconto di un viaggio in auto da Keflavik ad Egilsstadir, in Islanda, durante l'inverno, di Adriano Socchi - Inviato il 10 luglio 2004 da Adriano Socchi.
Sito o fonte Web: www.adrimavi.com
L’Islanda… un luogo atemporale dove si è conservato un frammento di paesaggio di un tempo che fu. Un viaggio in questi arcani scenari naturali lo sognavo da sempre e sapevo che un giorno sarebbe arrivato il momento in cui sarei partito, mai però immaginavo di andarci in inverno. L’occasione si presenta quando si aggregano, a me e Mavi, altri “due pazzi” come noi. Paola, socia dell’azienda responsabile del nostro sito internet, la quale si dimostra fin da subito decisa e convinta a partecipare all’avventura. Nel corso del viaggio si contraddistinguerà per la sua “verve” di bevitrice tanto da essere soprannominata “grappa Piave”. Cristiano, esuberante e brioso collega di lavoro di Mavi, un tipo sciolto, sarà, invece, il re indiscusso delle nostre serate islandesi per via dei succulenti pasti che amerà prepararci.
Alcuni mesi prima della partenza inizio a preparare scrupolosamente il difficoltoso progetto di viaggio. In questo periodo mi resi conto di conoscere l’Islanda in modo superficiale, più per i luoghi comuni che la identificano che non per le sue reali caratteristiche. Mi documentai, innanzi tutto, sulle ore di luce e le condizioni delle strade. Verificato che il sole sorgeva alle 8.30 e tramontava alle 19.00, concedendoci ben undici ore di chiaro, e che la “Ring Road”, salvo improvvise bufere di neve, era percorribile, non rimaneva che preparare l’itinerario.
Il viaggio era fattibile! Obiettivo compiere il periplo dell’isola percorrendo la Strada Circolare che l’attraversa - la statale 1 - (la “Ring Road” appunto), la quale fu completata soltanto nel 1970.
Le informazioni acquisite sulle guide e quelle prese dai resoconti dei vari reportage di viaggio non mi sono servite a molto essendo, per lo più, inerenti a descrizioni di viaggi estivi. Durante le letture una domanda, in particolare, mi aveva colpito, quella che uno, tra i tanti autori, rivolge a se stesso, il quale testualmente scriveva: «… tutti ci chiediamo come sarà l’inverno, ma non credo che ci sia mai dato scoprirlo, non di persona almeno! Abbiamo trovato strade chiuse, brutto tempo e freddo ad agosto figuriamoci a febbraio!»
L’Islanda in qualsiasi modo si avvicini rappresenta di per sé una sfida, tanto più d’inverno. Questo è vero, ma oggi con l’aiuto delle super-jeep, speciali veicoli equipaggiati in modo particolare e in grado così di percorrere anche le calotte glaciali, sono possibili spedizioni anche in inverno, così i tour vanno diffondendosi anche in questo periodo dell’anno.
Un buon fuoristrada, come nel nostro caso, è sufficiente per percorrere la “Ring Road”. Un Gran Vitara 4x4, dotato di pneumatici larghi e nuovi, ma soprattutto con delle gomme ben chiodate, è il mezzo di trasporto da noi utilizzato.
L’inverno aggiunto alla naturale bellezza dell’isola rende il viaggio ancor più speciale. Il paesaggio regna solitario, remoto e selvaggio com’è in questa stagione. Tutto ciò, oltre a dare la sensazione di stare veramente facendo un’impresa, offre l’occasione unica di assaporare le bellezze islandesi, nella più assoluta solitudine. Un tour, quindi, ben diverso da quelli estivi, ci sono meno ore di luce, ma tanti, tanti meno turisti, anzi proprio non se ne incontrano e così i luoghi da visitare sono deserti.
Rammento, ancora, l’impegno messo nello scattare le fotografie come se dovessi immortalare le meraviglie Islandesi per l’ultima volta, prima che diventasse troppo tardi farlo. Nelle foto scattate alla laguna di Jökulsárlón e come se nessun’increspatura avesse mai mosso la superficie dell’acqua e nella penisola di Reykianes nessun piede avesse mai calpestato i campi di lava ricoperti di muschi. Questa è l’emozione che si prova e vive visitando l’Islanda in inverno.
La sensazione di essere degli esploratori e, per una volta tanto, non turisti. Un viaggio d’altri tempi con tutto ciò che un’avventura del genere comporta in termini d’imprevisti. continua "Da Keflavik ad Egilsstadir (d’inverno)" (Pubblicato il 10 luglio 2004) -
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