Libia sconosciuta: le piste del silenzio
Racconto di viaggio e itinerario fuoristrada in 4x4 sulle piste della Libia, di Robo Gabr'Aoun - Inviato il 13 gennaio 2004 da Robo GabrAoun.
Il Sud Ovest Libico è divenuto ormai patrimonio del Turismo di massa. Il cambiamento avvenuto negli ultimi tre anni è impressionante: in inverno, periodo ottimale per i viaggi in regioni sabbiose, tutte le grandi piste classiche, dalla Gadamesh-Ghat alla Derji-Edri, dalla pista di Takharkhori al Mathendousc, sono affolate quanto una via del centro di Milano nelle ore di punta. La regione meridionale della Ramla Zellaf, famosa per ospitare alcuni tra i 21 laghi del Fezzan orientale, è meta di decine di escursioni giornaliere dalle città del Oued Ajal, a soli 30 chilometri verso sud.
Nello scorso inverno tutti i maggiori tour operator nostrani si trovavano in questa regione, senza contare gli operatori tedeschi e francesi. Il grande affollamento, oltre a provocare sensibili aumenti dei prezzi dei servizi delle guide locali e del carburante ha inoltre contribuito all’aumento degli episodi di brigantaggio ai danni delle piccole comitive.Nonostante questo panorama poco allettante in realtà è ancora possibile viaggiare in Fezzan in zone assolutamente vergini, guidando per giorni e giorni senza incontrare un solo veicolo, a volte nemmeno un pastore nomade.
Viaggiare lungo queste tratte richiede un’ottima conoscenza del territorio e consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti: si tratta di fuori pista in regioni spopolate, ed in caso di avaria sarebbe inutile attendere il passaggio occasionale di altri equipaggi. Ma con le dovute attenzioni è possibile immergersi lungo le Vie del Silenzio, toccare pozzi ed oasi abbandonate, vestigia del periodo coloniale, solcare catene dunarie immacolate, scevre dalle centinaia di tracce che invece martoriano le grandi Ghurdas intorno a Gabraoun e Mandara.
Lasciando le colonne di 4x4 a percorrere la Gadamesh-Ghat e la Derji Edri ci si tuffa nell’hammada navigando a perpendicolo verso Bir Arkat e Gazeil, unico punto su una pista classica, la Derji-Edri o Pista dei Francesi.Di qui, su pianure sconfinate, si punta al pozzo di Hassi En Nahia,ai piedi dell’Adrar Ben Drich. Con un ampio circolo ci si immerge nelle sabbie ocra dell’Erg Idehan a cercare i pozzi di Touil, Dembada, Tiskhaoui, Kartene, per poi piegare verso il Pozzo di El Hassi o pozzo di Barth.Lasciando l’abitato di Edri ad oriente si viaggia nel Oued Zellaf, parallelo al principale Oued Chati, immersi tra distese di sabbia dall’ocra al cremisi, silenziose e sconvolgenti nella loro solo apparente immobilità.
Tra valloni scorrevoli e grandi Afrath, le catene dunarie, si giunge al paradiso dei laghi del Nord, meravigliosi nella loro tranquillità, nel loro apparire incontaminati. Seguendo una rotta da est ad ovest si possono toccare, all’incirca alla stessa latitudine i laghi di Nech Nouchia, Trouna, Oum El Ressas, Oum El Hassan, Tademka,l ussureggianti oasi di acqua cobalto, palme e giunchi, stormi di migratori. Nella notte gli ululati degli sciacalli e le impronte dei Topi Ragno e dei Fennek sulla sabbia dei bivacchi la mattina…
Da quest’angolo di paradiso si può procedere o verso sud est, alla volta dei sì affollati ma pur sempre splendidi laghi di Gabraoun, Mafou, Oum El mha e Mandara (oggi asciuto), incontrando però sicuramente grandi gruppi di turisti. Oppure, se si intende continuare lungo vie al di fuori dell’ordinario, si può tenere la direzione sud ovest, navigando in direzione dei laghi di El Oglhat, sbucando dalle dune direttamente all’abitato di Ubari attraverso facili gassi e spianate. continua "Libia sconosciuta: le piste del silenzio" (Pubblicato il 13 gennaio 2004) -
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