Lisboa 1974, Lisboa 2006


Un breve testo sulle impressioni raccolte nel ritorno a Portogallo. Lisbona trenta anni dopo la prima visita, di Lorenzo Mazzoni

Lisboa 1974, Lisboa 2006 Lisboa, 24 aprile 1974, capitale del Paese più arretrato d’Europa. 47 anni di dittatura. 47 anni di grigio e privazioni.

Lisboa, 25 aprile 1974. Le donne gridano ‘gli uomini in cucina!’. Grandôla Vila Morena, proibita per anni dalla dittatura, rimbomba alla radio. La rivoluzione dei garofani. La rivoluzione pacifica e spontanea portata avanti da ex giovani combattenti, da giovani militari di estrazione proletaria e socialista.

Lisboa, 1 maggio 1974. Mezzo milione di persone in marcia per le vie della città. Il Movimento delle Forze Armate si presenta in grande stile: i soldati hanno garofani rossi infilati nelle canne dei fucili. Marciano a fianco dei lavoratori, portano striscioni che inneggiano al socialismo.

Lisboa, oggi, assediata dall’oceano e dal capitalismo. La lingua nostalgica e strascicata. L’aria retrò. La nebbia che copre il Tago. Migliaia di pendolari che sbarcano ogni mattina.

I quartieri popolari. Le nicchie dell’emigrazione africana. Madragoa, Lapa, Mouraria, Alfama.
I becos, i vicoli ciechi, le grida, il baccalà con le patate, il teatro di strada permanente.

Cesaria Evora canta, si diffonde la sua struggente voce per le salite e le bettole di Alfama.

Un magazzino di vini, la luce delle ruas che contrasta con l’ombra degli interni umidi dei café.
Aria marina, vie strette, curve ad angolo retto. Una falce e martello dipinti a pennello a pochi metri dalla fortezza. (Pubblicato il 28 aprile 2006)