Londra toccata e fuga


Un lungo weekend a casa di amici di Londra per assaporare le atmosfere, di Laura Barile

Londra toccata e fuga L’occasione è di quelle ghiotte: un’offerta davvero stracciata per il volo (praticamente gratis, salvo le immancabili tasse!), la possibilità di essere ospitati a dormire a casa di una persona che vive a Londra e l’opportunità di trascorrere un week-end diverso in allegra compagnia di mia sorella e del suo fidanzato (che appunto vive lì).

Questi i presupposti della nostra breve visita nella capitale britannica; per me, in particolare, la voglia di tornare, dopo undici anni, a riscoprire posti che nei miei ricordi avevano ancora il sapore agrodolce della gita scolastica. Per mio marito la scettica curiosità di andare a vedere un posto che certamente non era nella sua top-ten e che, invece, (come prevedevo) ha ampiamente superato le sue aspettative. Per noi due la gradevole prospettiva di festeggiare in questo modo i nostri primi sei mesi di matrimonio.



E così eccoci catapultati nella notte londinese, accolti all’aeroporto di Stansted da una specie di umido nevischio e da un vento abbastanza freddino che ci ha indotti a sfoggiare subito i cappucci impermeabili delle giacche mentre facevamo la fila per salire sull’autobus che collega al centro. All’una di notte (le due in Italia) sbarchiamo in Liverpool Street e ci disponiamo in una coda lunghissima ma ordinata e paziente, nonostante la pioggia, in attesa di un taxi.

Il mattino dopo mi risveglio un po’ stranita e, ancora incredula, mi soffermo a lungo a sbirciare dalla finestra dalla quale si vede il profilo tondeggiante della cupola di Saint Paul e un cielo incredibilmente soleggiato, dove le nuvole corrono a velocità folle. Colazione – non inglese – e via alla scoperta di questa poliedrica città. La scelta della meta è praticamente infinita ma noi non siamo qui per visitare bensì per vivere con calma l’atmosfera di qualche angolo londinese. E allora quale posto migliore di un mercatino per cominciare?!



Scartiamo Portobello perché troppo lontano e inflazionato e ci dirigiamo a Camden Market, a due sole fermate di metrò, dove trascorriamo un paio d’ore curiosando tra le bancarelle e nei negozietti sotto la soprelevata della ferrovia, costeggiando il canale con le chiuse dove le case (moderne) sorgono direttamente dall’acqua come a Venezia e assaporando gli odori forti dei banchetti di cibo etnico: c’è già chi mangia nonostante siano solo le dieci del mattino, noi preferiamo limitarci a guardare…

E’ molto carina questa zona che è stata ampliata negli ultimi anni proprio a ridosso del canale: ci si trova un po’ di tutto, dall’abbigliamento, all’artigianato di vario tipo, dai libri usati ai vasi soffiati, mentre la strada principale è il paradiso del tattoo & body piercing e della moda un po’ dark, della musica metallara e (per gli amanti del genere) delle manette di peluches!



Altro giro in metropolitana e altro scenario completamente diverso: riemergiamo all’incrocio tra Oxford Street e Regent’s Street e percorriamo quest’ultima in direzione Piccadilly: qui sullo sfondo ci sono palazzi bianchi ed eleganti, una fila quasi ininterrotta di bei negozi, di grandi firme, di nomi prestigiosi… Lo shopping non è per tutte le tasche, ma le vetrine sono un piacere per gli occhi. C’è un negozio di tè e tisane davvero accogliente che ci tenta con l’assaggio di un infuso buonissimo a base di miele e albicocca. Non resisto alla tentazione e me ne compro una scatola (tra l’altro molto colorata e graziosa!). continua "Londra toccata e fuga" (Pubblicato il 03 novembre 2005)