Trans-Africa Solo Cycling


Somalia. TransAfrica Solitary Cycling: un viaggio incredibile, ma VERO, on the road a dorso di una bicicletta per realizzare un atto di solidarietà e oltre...

Trans-Africa Solo Cycling Sito o fonte Web: www.overlandtravel.com Salve lettore... mi chiamo Giuseppe Di Clemente, sono nato nel 1946 e sono originario della Somalia una nazione situata nell’Africa Orientale o Corno d’Africa, dove ho vissuto fino al 1969. Mia madre era somala e mio padre italiano, vivo nella città di Lugano, felicemente sposato e padre di tre figli. Nel 1969, data della mia partenza dalla Somalia, mi sono trasferito in Kenya e poi in Tanzania, Uganda e Zambia. Li ho intrapreso il mestiere di tour operator e ho acquisito la conoscenza dei viaggi, è stata la mia formazione professionale. Dopo centinaia di viaggi con svariati mezzi nell’arco degli anni ed avendo acquisito una formidabile esperienza, conoscenza di molte aree del territorio africano mi sono trasferito definitivamente in Europa.

Tuttora lavoro nell’ambito dei viaggi, dove tra l’altro essendo un inguaribile ottimista, ho realizzato una buona parte dei miei sogni di “Globetrotter”. Tuttavia, da un paio d’anni ho maturato un idea che vorrei realizzare, questa volta non più da professionista dei viaggi, ma come persona che vorrebbe realizzare un sogno di pace, amicizia, fraternità, solidarietà e che mi ha portato all’elaborazione d’un ambizioso viaggio in bicicletta, che mi farà percorrere una buona fetta del Continente Africano. Nel contempo nella medesima traversata è abbinata un opera di solidarietà per la mia natia Somalia. Mi spiego: fare della solidarietà per il mio Paese è il motivo che mi ha legato a questa impresa.

Il mio sogno è quello di creare un villaggio attrezzato per donne vedove e bambini orfani nella città portuale di Kisimayo, nella Regione somala del Basso Giuba, situata a Sud, verso il confine kenyano. Chi conosce la storia recente della Somalia, sa che è in corso una guerra civile da dodici anni. Tale guerra ha creato miseria, distruzione, una massa enorme di profughi, un paese senza governo in piena anarchia sociale, giuridica ed istituzionale. La Somalia oggi è un fenomeno unico nel pianeta terra. Nonostante ciò, c’è un silenzio dei media mondiali. Questa anomalia ciclicamente riporta la Somalia sotto i riflettori dei media solo in casi di eventi distruttivi, tipo il terrorismo e l’integralismo. L’ultimo episodio è legato alla caccia di Osama che si pensava avrebbe anche potuto rifugiarsi in Somalia.

I maggiori enti istituzionali tipo ONU, Unicef, CRI, Medicin sans Frontiers operano in incognito in Somalia, mettendo a rischio e a repentaglio la stessa vita degli operatori umanitari, che in più di di un caso sono stati coinvolti in rapimenti e sparatorie. Decisamente sono uomini di buona volontà al quale bisogna dare maggiore disponibilità d’aiuti e sostegno. Pubblicamente ringrazio questi Enti internazionali e gli uomini che li rappresentano. L’altruismo dimostrato in questo e in altri milioni di casi sa dell’eroico.

Grazie, grazie e grazie. A questo grazie, a mia volta, vorrei aggiungere il mio piccolo contributo per creare la struttura suddetta: un villaggio completamente attrezzato, autosufficiente, con una struttura sanitaria e un fabbisogno di medicinali di pronto soccorso, una scuola attrezzata e il materiale didattico, pozzi di acqua alimentati con mulini a vento per pompare l’acqua, un impianto solare per l’energia primaria per alimentare i/il frigorifero per la conservazione dei vaccini, un trattore per arare, le semenze etc.

Come poter creare tale villaggio nell’anarchia del paese? Vorrei personalmente sopraintendere a tale creazione. Tuttavia, se ciò per un motivo o l’altro non potesse fisicamente avvenire, desidererei tramite l’ANCIS (Associazione Nazionale Comunita Italo/Somala) che ha la sua sede a Roma e Milano, di cui sono membro, congiuntamente ad un Ente Internazionale fare direttamente una donazione con finalità precise e vincolanti tipo vaccinazione ai bimbi (UNICEF), o donare medicinali a Medicin sans Frontier etc.

Questa è la parte del progetto TransAfrica Solitary Ciclyng Tour a cui tengo maggiormente e, che fermamente desidero raggiunga o abbia pieno successo; ripagandomi della fatica e del sudore che butterò sui 32.000 Km che percorrerò in tutto il continente. Come detto antecedentemente, e per un motivo di precisione informativa, i fondi rimasti dal mio Tour saranno integralmente destinati nel fondo Solidarietà per la Somalia. Spero di essere stato chiaro nell’esposizione e spero di un fattivo sostegno che mi consenta di realizzare il mio sogno e, alla mia voglia d’aiutare donne e bambini. Conto in un sostegno morale ed economico ampio, che mi faccia raggiungere i due obiettivi dell’impresa. Vi ringrazio e vi saluto. (Pubblicato il 14 luglio 2004)