Il mio Perù


Racconto di viaggio in Perù, con fotografie, di Massimo Musetti

Il mio Perù Nazca. Misteriose "Linee", enormi ed intriganti disegni geometrici tracciati sul deserto e visibili solo dall’alto. Una studiosa tedesca, Maria Reiche, ha dedicato tutta la sua vita a studiare queste Linee e ha ritenuto che, siano state fatte dalla cultura Paracas e di Nazca, nel periodo che va dal 900 a.C. e il 600 d.C. Si trovano nel deserto di Nazca, a 20 chilometri dalla città. Negli anni passati, sono state formulate diverse ipotesi sul significato di questi disegni, la più credibile, sembrerebbe quella che le "Linee" identificano un calendario astronomico usato per favorire l’agricoltura. Purtroppo dall’alto, si intravedono anche i segni che alcuni irresponsabili hanno fatto con i fuoristrada.

Cimitero di Chauchilla, distante circa 30 chilometri da Nazca. Vediamo mummie, frammenti di stoffe e di ceramiche risalenti ad un periodo compreso tra il 900 e il 1300 d.c. . Le mummie ed i frammenti, sono custoditi in tombe sotto la superficie del suolo, ma la cosa che più stupisce é che basta spostare la terra, per far venire alla luce altri piccoli frammenti di ossa, e anche qualche pezzo di stoffa.



Arequipa. La "città bianca", ricca di monumenti ed edifici coloniali bellissimi, balconate di chiara origine coloniale che si affacciano sulle stradine strette del centro con lo sfondo del vulcano El Misti, che con la sua vetta (5822m) si erge maestosamente dietro i monumenti. Plaza de Armas è la zona più bella della città, il punto di ritrovo di migliaia di persone ed un luogo dove poter trovare interessanti prodotti d’artigianato ed invitanti ristoranti.

E’ difficile per me, qua in Perù, non comprare un braccialetto, una collana, di fronte alla richiesta di una ragazzina, o un qualsiasi piccolo oggetto d’artigianato che mi viene proposto da un altro bambino. Per non parlare delle "donnine" e delle "vecchiette": sono spettacolari. Alcune di loro si lasciano fotografare tranquillamente, mentre altre, soprattutto le più anziane, non vogliono. Ne ho incontrata una che, di fronte all’obbiettivo è addirittura scappata, mi hanno poi spiegato che alcune persone anziane, non hanno simpatia per questo "oggetto strano" che gli viene puntato contro, pensano che gli venga mandata qualche maledizione o malanno.



Ogni tanto, il treno, fa delle soste in fatiscenti stazioni ferroviarie per permettere ai passeggeri di scendere, quindi, ne approfitto per scattare alcune foto, mi colpiscono soprattutto le famiglie che aspettano sedute sulle panchine con il loro "bagagli", formati quasi sempre, da sacchi contenenti frutta ed ortaggi da vendere o da usare come merce di scambio nei mercatini locali. I bambini, ma anche i più grandi, quando vedono passare il treno, salutano incuriositi i passeggeri, sembrano addirittura divertiti nel vedere questo treno delle Ande che, due o tre volte alla settimana, stracarico di gente, sale sempre più sù e sparisce dietro le montagne. continua "Il mio Perù"

(Pubblicato il 12 gennaio 2004)