Playa Esmeralda


Il racconto, triste e malinconico, dell'evoluzione di un angolo di paradiso di Cuba velocemente sommerso dal turismo di massa, di Roberto Goracci

Playa Esmeralda C’era una volta una spiaggia, una stretta striscia di sabbia bianca fra l’azzurro dell’oceano e il verde intenso degli alberi di uva caleta. La gente la chiamava Estero Ciego (laguna cieca) per via della piccola laguna circondata dalle mangrovie, che si sviluppava a pochi metri dal mare, alle spalle della spiaggia. Era un paesaggio semplice e selvaggio che parlava con il respiro dell’aliseo e il fruscio delicato delle onde sulla sabbia. Poi arrivarono gli ’80. Gli anni in cui Cuba... (continua su http://www.viaggiatorionline.com/articoli/dettaglio.asp?id=206&catid=3&categoria=Esperienze%85) (Pubblicato il 10 gennaio 2004)