Il Grande Mare di Sabbia...


Inserito il: 21/11/2008 da Claudio Montalti
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Mi faceva un certo senso correre e percorrere velocemente chilometri e chilometri di nero asfalto spesso perfetto in luoghi di cui non si sapeva l'esistenza fino a 50 anni fa, e che solo lunghe carovane di cammelli percorrevano impiegando mesi. Come sono cambiati i tempi... Eppure, isolandomi nelle mie fantasticherie, ho assaporato un po' il senso di luoghi e tempi che non esistono praticamente più, e li ho apprezzati a dovere. Fin dal primo minuto sull'autobus ho conosciuto gli abitanti di quelle oasi, che non sono affatto come mi ero immaginato, bensì cittadini del nostro tempo, gente che il lavoro porta spesso verso il Nilo, quindi lontano da casa, cui ritornano solo per brevi vacanze. Al-Kharga si è poi rivelata sorprendente moderna, carina ed ordinata, tanto che sono stato tentato di fermarmi, complice il bus successivo che era in partenza a sera inoltrata, ovvero la prospettiva di un arrivo a notte fonda a Dakhla, la tappa che avveo scelto. Ma le informazioni in mio possesso dicevano che solo proseguendo sarei riuscito ad organizzarmi qualche escursione in condivisione, e calpestare un po' di deshret. E così ho proseguito nella notte.

Anche Dakhla era carina e ordinata, un gioiellino di città nata attorno all'antica fortezza medievale (ormai in rovina) con belle strade e bei marciapiedi. Molto bello il tramondo dalla sommità della cittadella di Mut, centro principale dell'oasi, che - complice con alcuni ragazzini che giocavano - mi ha trasmesso le stesse immagini de "Il cacciatore di aquiloni". Le scene quotidiane di Mut erano diverse: pochi uomini portavano la galabja e ho visto, finalmente, qualche donna completamente senza velo. Particolare è poi osservare gli artigiani al lavoro direttamente sulla strada, che chiacchierano, intrattengono e ridono con vicini e clienti, facendo innumerevoli pause. Comprensibili dal momento che per molti il lavoro inizia alle 10 e finisce a mezzanotte. Ma in tutto l'Egitto si vive sulla strada, riservando la casa al solo riposo notturno, caratteristica che ho molto apprezzato. Se devo coniugare una sola parola per Dakhla direi... Pace! Nessuno ti importuna, ma tutti scambiano un saluto con te. Nessuno offre servizi o merci, ma non appena chiedi qualcosa si fanno in quattro per accontentarti...

A Dakhla non ho vissuto il deserto presente nell'immaginario di tutti, ma i ragazzi del Farfan Hotel, ( www.elforsanhotel.piczo.com elforsan1@yahoo.com ), Mahid soprattutto, sono stati i miei simpatici e informati ciceroni per due giorni, e mi hanno introdotto e poi aiutato ad capire quelle realtà di quando ancora non c'erano macchine e case ed infine ad amare ciò che loro amavano. Bellissima e fresca nei suoi infiniti vicoletti la cittadina medievale di Al-Qasr, in piena restaurazione, che pare riportarti indietro nel tempo tanto è accurata, e carino il villaggio mamelucco di Al-Gedida, testimoni di due differenti dominatori. Li consiglio proprio, loro e il loro hotel, ed anche Dakhla stessa, che offre gli spettacolari sfondi delle falesie che l'abbracciano, come base per organizzare il vostro itinerario fino alla successiva Farafra e lo splendido White Desert, per me il Top Spot di quel che ho visto nel deserto egiziano, un luogo magico in cui vale la pena spendere ben più tempo che quello dal tramonto all'alba come io ho fatto. Nulla, in Egitto, ha eguagliato un tale spettacolo, nemmeno le immortali testiminianze faraoniche, o lo stesso Nilo.

Il White Desert è un'area relativamente piccola (3000 Kmq) in cui la natura si è divertita a creare decine di migliaia di "statue" di un bianco che più bianco non si può, dette chalk, costituite dai resti di microscopici animali marini depositatisi oltre 80 milioni di anni fa e poi lavorati da sabbia e vento. Si ergono dalla sabbia di pastello rossiccio ognuna con la sua identità unica e fantasiosa. Con lo sfondo del cielo che va scurendosi o schiarendosi, quando cambiano di colore e poi di forma, fino a diluire nel buio più completo, si torna bambini ed è divertente cercare di indovinare a cosa assomiglia questa o quella formazione surreale. Faraglioni color rosa, grotte, acace millenarie, fonti circondate da palmeti, e ovviamente una stellata da paura, completano l'offerta di questo Parco Nazionale. In siffatta magia, posso permettermi di consigliare un tour a piedi (dovrebbero essere 3 giorno e 2 notti) con guida e cammello a trasportare le cose? Ne ho visto uno, e ho subito pensato che deve essere meraviglioso. Prima o poi lo farò anch'io...

"Prendere" il White Desert da Bahariyya, come io ho fatto, può essere un errore e uno stress perchè questa oasi dista 250 km, che si percorrono su asfalto e molto velocemente, troppo! Poi il White Desert mi ha fatto dimenticare tutto, ma se si è in due o più è bene organizzarsi da Dakhla, che al contrario di Farafra - molto scarna - merita una tappa. Se si è soli, e non ci si vuole svenare (l'auto con guida costa normalmente 600 LE al giorno, compresa di pasti) si è invece costretti ad arrivare a Bahariyya (l'oasi più vicina a Cairo) che è fin troppo organizzata, e anche sgarbata devo aggiungere. Il business turistico è qui forte e in mano a pochi operatori, tutti molto aggressivi, arroganti, maleducati. Di tutto il mio viaggio, Bahariyya è l'unico luogo la cui gente non mi ha lasciato nulla, ma solo e costantemente fornito il senso di attaccamento ai soldi, e trasmesso una fretta che non ha proprio nulla a che vedere con quei luoghi, e col viaggio in genere. Non potrò mai dimenticare la scena del giapponese sceso dal bus proveniente da Cairo: la somiglianza di un osso finito in pasto ai piranha è stata netta... E sì che di queste scene ne ho vissute e viste parecchie, ma mai un tale accanimento... Inoltre, nemmeno Bahariyya offre lo stesso lindore e atmosfera speciale di Dakhla. In definitiva, vale proprio la pena organizzarsi di qui... o da Siwa se si prende il Deserto Occidentale da nord verso sud.

Per quel che mi riguarda, la gente di Bahariyya non mi ha dato la minima possibilità di organizzare un trasferimento in 4x4 fino a Siwa a prezzo decente ed essendo lontanissima da me l'intenzione di dare loro la minima soddisfazione dopo essermi fatto imporre il White Desert fatto di corsissima a prezzi fuori del mercato (spacciandomi per due giorni (?!?) un tour che inizia alle 14 e finisce alle 9.30 del giorno seguente!!!) e una serie di maleducazioni... Così sono giunto a Siwa 8 giorni dopo, dopo una pauusa rilassante nel Mar Rosso di Dahab (anche questa merita davvero) e la visita di Alessandria.     continua "Il Grande Mare di Sabbia..."

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