Etiopia. Viaggio in Etiopia


Inserito il: 13/11/2007 da Nicola Ferrulli
Email: titina@tin.it
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Nicola+Ferrulli
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I laghi non sono balneabili per la presenza della bilharzia, parassita presente in tutti i laghi etiopi esclusi il lago Langano, l’unico lago di acqua dolce, e Shalla, sempre nella Rift Valley. Pellicani, svassi, cormorani, marabù, aironi, cicogne, ibis, anatre ed oche popolano, indisturbati, ogni specchio d'acqua. Per chi ama questo genere di fauna, i laghi etiopi sono quindi il posto ideale in cui ammirarli: abituati alla presenza dell’uomo, si lasciano avvicinare e fotografare senza problemi. Sulle sponde, trovo anche un’umanità fatta di donne che fanno il bucato, di bambini che giocano e di pastori che portano il gregge all’abbeverata.

Proseguendo verso il sud e poi verso l’ovest, il paesaggio gradualmente cambia. Dopo Awasa, fino a Dilla, la strada è un continuo saliscendi: scompaiono le euforbiacee, compare il grar, l’albero ad ombrello della savana. Sui bordi della strada, donne imballano in fogli di ensete la farina che hanno ricavato dallo stesso albero, prima di portarla ad Awasa, dove sarà ulteriormente raffinata e, quindi, commercializzata. Si arriva a Dilla e si prosegue per Wenago, su una bella strada, frutto della cooperazione israeliana. Il traffico di mezzi meccanici è in pratica inesistente: di tanto in tanto qualche camion che va o viene dal Kenya. La strada da Agere Maryam a Finchawè si presenta butterata di brutte buche e, stranamente, del tutto deserta: niente uomini, niente animali. E' il segno che ci stiamo allontanando da villaggi raggiungibili a piedi. Dal terreno incominciano ad elevarsi enormi termitai in terra rossa. Simili a stalagmiti, si elevano fino a tre metri d’altezza e ci accompagneranno per tutto il sud, in misura più o meno fitta. Si prosegue per Yavello, nel territorio dei Borana.

Per chi avesse interessi di tipo naturalistico, il Nechisar National Park, che comprende i laghi Chamo e Abaya, ed il Mago National Park, danno ospitalità a specie di animali che sarebbero altrimenti già estinte. Nel primo (Nech = bianco e Sar = erba), a pochi Km da Arba Minch, abbondano zebre, gazzelle, facoceri, cervi selvatici, antilopi e babbuini, mentre nelle acque dei suoi laghi si possono vedere coccodrilli ed ippopotami che si godono la frescura dell’acqua mentre l’aria intorno raggiunge in questa stagione i 35 °C. Per arrivarci, da Shashemene bisogna abbandonare la direttrice per il Kenya e prendere a destra la pista che porta ad Arba Minch, dopo aver costeggiato il Lago Abaya. E' l’unica pista possibile. Nel secondo parco, situato sull’argine sinistro dell’Omo, che prende il nome sia dalla vetta più alta, appunto il Monte Mago di 2.528 metri, sia dal fiume che ha lo stesso nome, vi è una una fauna di taglia più grande come il rinoceronte nero, l’elefante africano, lo gnu, le giraffe, il babbuino anubis,il gattopardo e la lince, solo per citare la più importante. Vi si arriva o da Arba Minch o da Yavello: in entrambi i casi occorre arrivare a Konso e da lì proseguire per Kay After, sede di un bel mercato frequentato dai popoli Samai e Bena, poi proseguire per Jinka, attraverso piste che mettono a dura prova gli automezzi. Nel Mago National Park vivono i Mursi, famosi perché le loro donne usano infilare nel labbro inferiore un piattello che può raggiungere anche i 15 cm. di diametro.     continua "Etiopia. Viaggio in Etiopia"

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