Il volo dell'uccello
Inserito il: 07/09/2006 da Arianna Pulsoni
Email: rubina696@hotmail.com
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Jerba la douce.
La luna sognatrice.
Un ventaglio intriso di sale... che vanitoso brilla al sole.
Una maschera rosa nasconde la donna profumata che fugge dallo sguardo invadente del
turista incapace.
Un gioco di specchi lussuriosi che fanno rumore.
Bambini che si nutrono di vita e corrono liberi tra asini e palme.
Le Tende sulla spiaggia profumano di zucchero a velo... dentro le donne bianche e
truccate cucinano, mentre i bambini si stendono sul mare e si lasciano trasportare lontano
dalla corrente.
Ho toccato l'acqua... mi sono immersa nella terra ardente... ho sentito la vita
sventolare nella sua leggera bellezza.
C'era una volta il rumore forte della vita che si accende con la luce surreale della
sera... ho visto una candela addormentarsi tra stelle di rara bellezza, stoffe colorate
e dadi sfioriti.
Mercati dolci come datteri, culle di cactus, occhi caldi color pioggia, spiagge solitarie
s'innamorano del meraviglioso mare sempre confuso, in perenne trasformazione tra un
tramonto lontano e un'alba invadente.
La finestra si apre sulla strada la donna guarda le dissolvenze della vita e non si lascia
guardare, si aprono numerose possibilità come mosche mattiniere.
Siamo tornati tutti bambini.
L'entusiasmo soffocante che brilla brillo, saltimbanco tra il vecchio souk e la gatta
incinta.
Ho soffiato a lungo nella bolla d'incontri profumati e caldi che hanno scaldato di
nuovo, come profumi antichi, il mio corpo.
Tamburi della notte, pane caldo, mandorle in cerca di luce, melodie nelle preghiere,
matrimoni lunghi 4 giorni con cammelli vestiti eleganti e calessi ornati d'oro, la nuvola
prepotente è passata... anestesia totale.
Uno sciamano mi ha ipnotizzato.
Girotondo tra piccoli villaggi dimenticati da dio.
Tutto ha un ordine, un frastuono, un disordine, una melodia dolce, una danza
sfrenata... se dio vuole inshalla.
Ebrei con la loro sinagoga maestosa ad Errihad, convivono pacifici con i mussulmani e le
loro 300 moschee.
Ho mangiato la vita con le mani, mentre il pescatore con il cavallino bianco attraversava
l'orizzonte.
A jerba si dimentica tutto... si vive nell'oblio del passato come momento incondizionato
e incondizionante per il presente, nel lusso dei sensi, tutto è preso al volo nella sua
carica affettiva che limita riqualificando lo spazio.
Mi sono innamorata di un cavallo nero che sfidava la perfezione divina, ho galoppato senza
sella per sentire il rumore delle onde... il gufo sul filo della luce era estasiato
dalle stelle che pendevano brillando come folli pietre preziose.
A Jerba c'è una casa calda, piena di profumi, bambini e tanti dolci alle mandorle, per
tutti quelli che viaggiano quando viaggiano perché sanno andare attraverso.
Il 7 novembre. È nato il nuovo presidente. Niente droga e niente terrorismo.
Ho cambiato i vestiti.
Aspetto di sapere chi sarò domani.
Il viaggio è appena iniziato.
Sopra un ramo spesso come un filo seduta lì tra fiori che mutano in frutti nella
straordinaria bellezza della precarietà della vita non, mi tengo stretta, mi dondolo
beata in cerca del vento e dei suoi sospiri .adorando.
Persa in frutteto.
Scivolo nella clessidra con il pendolo che si è dimenticato del tempo ... ubriaca di
acqua marina.
"Il filo si è spezzato è l'uccello è volato via" Herman Hesse
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