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Vietnam. Da Lao Cai alla baia di Halong, attraverso la capitale Hanoi


Inserito il: 18/02/2011 da Adriano Socchi
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Un trekking di quattro ore fino al villaggio di Ban Pho, situato nei dintorni di Bac Ha, permette di calarsi nella realtà sociale e di osservare lo stile di vita dei h’mong fioriti.

Tra le colline riecheggiano suoni antichi e rurali delle persone che lavorano nei campi. Coltivano riso, grano e anche oppio. Sono molto ospitali vedendovi arrivare per strade raramente battute dai turisti vi inviteranno ad entrare nella propria casa. A fine giornata la gente lascia i campi e ritorna a casa, uomini, donne e bambini tutti con una gerla piena sulle spalle.

A Bac Ha, il suono degli altoparlanti diffonde i programmi della radio dell’emittente Voice of Vietnam che riecheggia tristi ricordi, ma solo per due o tre ore al giorno cioè quando viene elargita la corrente elettrica. Alla sera colpiscono le strade scarsamente illuminate dai lampioni con lampade che sembrano quasi bruciare da un momento all’altro.

Il mercato domenicale di Bac Ha, il principale della zona, è preso d’assalto dalla gente già di buon mattino. Davanti ai negozi e alle bancarelle i venditori fanno colazione seduti sul gradino del marciapiede. Mangiano il pho bo, tagliolini in brodo caldo speziato. Per orientarsi basta seguire il flusso della gente. Gli uomini portano, a differenza di quelli del sud, un casco coloniale che fa parte dell’abbigliamento quotidiano che durante la guerra apparteneva alla divisa dell’esercito del nord. Oltre alle solite bancarelle si trovano negozi le cui vetrine sono autentiche collezioni di porcellane. Nella zona riservata allo scambio degli animali oltre a polli, maiali, buoi d’acqua, colpiscono i cuccioli di cane che vengono fatti ingrassare per poi essere ammazzati e cucinati.

I magici paesaggi Vietnamiti
Dalla montagna si ridiscende in pianura, utilizzando questa volta la strada asfaltata n°70 e non più la ferrovia, per ammirare i classici paesaggi che più identificano il Vietnam: la Pagoda dei Profumi e Tam Coc.

Giunti al fondo della vallata, s’attraversano campi intensamente coltivati dove su un fazzoletto di terreno lavorano centinaia di persone, gomito a gomito. Uomini occupati a guidare un rudimentale aratro trainato dai buoi e donne impegnate a rastrellare il terreno. Sono contadini stipendiati dallo stato. Arrivati a My Duc una diramazione dalla strada principale porta a Chùa Huo’ng da dove in sampang, imbarcazione a remi, stretta e bassa, simile alla canoa, si parte alla volta della Pagoda dei Profumi, risalendo un braccio del fiume Song Day, in mezzo ad uno spettacolare paesaggio roccioso. I barcaioli sono rigorosamente donne poiché il governo Vietnamita ha riservato questo lavoro alle famiglie che hanno avuto padri, mariti o figli uccisi in guerra. Dopo circa 2 ore si lascia la barca e inizia il sentiero che porta in cima al monte. Lungo la salita s’incontrano altre pagode, ma è l’altare buddista sulla vetta il luogo più sacro oltre ad essere il più bello dato che si trova in una enorme caverna che si raggiunge dopo aver sceso una lunga scalinata….Ora che i sampang, sulla via del ritorno, si lasciano trascinare, ma solo appena, dalla tenue corrente, le donne martire remano senza fatica e le conversazioni, sul fiume, passano da una barca all’altra. Si sentono aleggiare i suoni di questa strana lingua di monosillabi.

Prima di Tam Coc una deviazione porta al parco di Cuc Phuong, inaugurato da Ho Chi Minh in persona nel 1963, ultima area vietnamita rimasta incontaminata, dove flora e fauna selvatiche si sono miracolosamente preservate. Percorrendo un circuito di 8 km si prova l’emozione di avventurarsi in una rigogliosa foresta tropicale senza il pericolo di perdersi, attanagliati dalla soffocante umidità della vegetazione e dagli incredibili suoni degli animali… E se proprio non doveste vedere i gibboni, scimmie endemiche in via di estinzione, si potranno osservare al Centro per il Soccorso dei Primati dove una volta tratti in salvo, vengono curati e preparati a reinserirsi nel loro ambiente naturale: la giungla.

A Tam Coc si segue, naturalmente in sampang, avvolti da un panorama impareggiabile il corso serpeggiante, questa volta, del fiume Ngo Dong che di tanto in tanto scompare sotto ai grossi cucuzzoli verdastri e noi con esso. La caratteristica paesaggistica sono le enormi formazioni rocciose che emergono impressionanti e imponenti dal terreno. Ve ne sono dappertutto, all’apparenza invalicabili si superano passandovi sotto con l’imbarcazioni a remi sospinte dalle donne mezze sdraiate che azionano i remi con i piedi. Il caldo del mezzogiorno comincia a farsi sentire. L’andirivieni di sampang nelle ore più calde cessa. Le canoe restano ormeggiate in acqua in attesa delle ore più fresche.

Baia di Halong
Nella baia la geologia si è sbizzarrita creando un surreale paesaggio marino costituito da migliaia di pinnacoli calcarei che emergono dalle acque color smeraldo del Golfo del Tonchino. Sembra il panorama creato dall’incantesimo di una magia, unico al mondo, tanto da essere stato dichiarato patrimonio dell’umanità. La traduzione vietnamita di Halong è: “dove il drago si inabissa nelle acque”. E se la leggenda del drago che immergendosi nelle acque del mar cinese creò la baia di Halong è ormai comunemente accettata, così non è per la misteriosa creatura marina, nota con il nome di Tarasco, che infesta la zona. Verrebbe da dire la versione vietnamita del famoso mostro di Loch Ness. Una cosa è certa Tarasco è, almeno in oriente, diventato altrettanto famoso del suo omonimo cugino irlandese Nessi. Gli avvistamenti sono sempre più frequenti. Marinai e pescatori sempre più spesso raccontano di aver avvistato la misteriosa creatura dalle dimensioni gigantesche.

Tarasco a parte reali sono le visite alle stupefacenti grotte illuminate di Dau Go e Thien Cung i momenti di relax sul ponte della barca a prendere il sole e gli infiniti bagni nelle calde acque del mar cinese. Man mano che si procede nell’esplorazione della baia s’incontrano veri e propri villaggi galleggianti. I bambini non giocano per strada, ma in acqua. I taxi non sono automobili, ma barche.

Nella baia di Titop Island la luna è un cerchio quasi perfetto sopra di noi, in questo mondo perduto sembra impossibile che appena 30 anni fa’ si combatteva una terribile guerra.

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