Navigando nella Storia


Inserito il: 02/07/2010 da Claudio Montalti
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EDFU

È mattino presto quando giungiamo al Tempio di Edfu, dedicato al dio falco Horus, il più grande dopo quello di Karnak. Splendidi i bassorilievi all'interno, ma è la navigazione che torna con molta naturalezza a rapirci. Non è solo perché il tempio è una copia “recente” di quelli di Luxor e Karnak: la Valle del Nilo tra Luxor e Assuan è sicuramente uno dei più bei paesaggi di tutto l’Egitto. A Faris sostiamo per una veloce passeggiata tra i palmeti, qui rigogliosi, mentre a Bachir saliamo in cima ad una bassa collina da cui si domina uno splendido panorama su Nilo e deserto. Qui riconosciamo l’odore, secco, della sabbia e della polvere, fino a quel momento vinto dai colori brillanti della vegetazione e delle fioriture, delle dune e delle rocce, del cielo e delle nuvole che sembrano fare a gara nello specchiarsi nel blu intenso del fiume vicino a riva, dove è sempre placido.

Verso sera la bellezza del paesaggio raggiunge il suo apice. Accanto al risveglio della natura, una vera esplosione di vita - gabbiani del Nilo che giocano a pelo d’acqua, neri bufali che si abbeverano e bagnano beati, falchi che volteggiano alti e Martin Pescatori che si tuffano per pescare - il sole scende e infiamma le palme, i profili ad ovest e il cielo con mille sfumature insanguinate. Un vero sogno ad occhi aperti è il preludio a stellate da paura, non per nulla dettagliatamente riportate nei soffitti di numerosi templi, centellinate secondo dopo secondo prima di prendere sonno cullati da impercettibili dondolii della feluca alla fonda.

KOM OMBO

A Kom Ombo, sopra un’ansa in cui i coccodrilli sacri si crogiolavano al sole, si trova l'unico santuario dedicato a due divinità, Sobek (dio coccodrillo) e Haroeris (Horus il vecchio), probabilmente per reperire offerte sufficienti alla sua costruzione. Anticamente numerosissimi, oggi i coccodrilli sono completamente scomparsi a valle di Assuan, così come i ben più pericolosi ippopotami.

Di qui in poi, il panorama cambia più decisamente. Il Nilo comincia a perdere la battaglia col deserto, e accesi toni gialli si sostituiscono sempre più al verde impolverato dei campi. La scarsa vegetazione risalta le abitazioni imbiancate a calce o con tinte vivaci per difenderle dal sole. Gli uomini in galabiya, le donne vestite completamente di nero e i bambini - al loro seguito per apprendere i mestieri - non mancano mai di salutarci mentre sono alle prese coi lavori quotidiani. Tutto, anche i shaduf, bilancieri manuali per il sollevamento dell’acqua, risulta praticamente identico a quello che altri viaggiatori devono avere visto centinaia d’anni fa.     continua "Navigando nella Storia"

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