Il cielo di maiolica blu


Inserito il: 16/04/2010 da Federica Giuliani
Email: fede@illettosultetto.net
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=traveltotaste
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Il paesaggio continua a cambiare, si passa dai verdi prati, ai dorati campi di grano al nero delle rocce laviche al blu del Lago Van, che del mare ha le dimensioni e l’acqua trasparente.

Nel cratere del Vulcano Nemrut vive d’estate Ramazan. La sua dimora è una tenda piantata sulle sponde del lago di cristallo; in questo luogo incantato, anche perché solo nelle favole si trovano i gabbiani a 2300 metri d’altitudine, vende bibite fresche e offre giri sulla sua sgangherata barchetta. In inverno studia ingegneria e, per noi, ha superato la sua avversione per il pesce pulendoci un’enorme carpa che ci ha offerto per cena.
Sulle rive del Tigri, però, penso di aver incontrato la persona più singolare di questo viaggio.

Hasankeyf è un particolare quanto bellissimo paese in piena Mesopotamia e che, per la costruzione di una diga, entro quattro anni verrà completamente sommerso dalle acque del fiume. Osman è un simpatico ragazzo curdo che sta facendo il militare nell’esercito turco ad Ankara; grazie a lui abbiamo dormito sulle sponde del Tigri sotto un tetto di luminose stelle ed abbiamo conosciuto un esuberante dottore che, appena saputo che eravamo turisti italiani, è saltato in piedi, dentro il suo abito bianco latte, con un grosso melone in mano dicendo di volercelo offrire come ringraziamento per essere venuti a visitare il suo paese.

Hamit, questo è il suo nome, si ferma a parlare con noi e si fa scattare numerose foto che chiede gli siano spedite via mail. A prima vista ci è sembrato un po’ “svitato” ma era solo un uomo davvero riconoscente verso delle persone che, come noi, sono andate oltre a ciò che si racconta della Turchia dell’est, dei terroristi e dei pericoli che si possono correre.

E poi si arriva in Cappadocia, a Uçhisar, dove rivediamo gli amici di sempre come Faruk, il più bravo e onesto commerciante di tappeti che si possa trovare, e dove ogni volta ci si possono fare amici nuovi come Hasan e la sua famiglia; è vero, loro il resto dell’anno vivono in Italia ma che importa? Sono sempre amici turchi. E qui troviamo anche il nostro amico Enrico, ormai quasi turco, sempre disponibile ad aiutare e consigliare chi passa di lì. Tutto questo è la Turchia dove, sotto un perenne cielo di maiolica blu, una donna per strada ti può chiamare per regalarti della verdura.

“Güle Güle” Sorridi Sorridi, dice chi resta al viaggiatore. “Allahismarladik” Ti affido a Dio, risponde chi se ne va.

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