Il cielo sotto


Inserito il: 25/09/2009 da Claudio Montalti
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Mondo perduto

È a Katoomba, al centro del Parco Nazionale delle Blue Mountains, ad appena 100 chilometri all’interno di Sydney, praticamente dietro l’angolo per le misure australiane. Circondato su tre lati dal precipizio, il paese offre spettacolari panorami da cartolina, ma vale la pena scendere nella sottostante Jamison Valley, meglio se con una dettagliata cartina in mano, per toccare con mano uno dei tanti miti australiani: il bush. Traducibile con “boscaglia”, il termine serviva in realtà a indicare lo spazio, aperto e non coltivato, che iniziava appena oltre le - poche - aree già colonizzate. Numerose le bush-walk, trekking dove non c’è nulla e nessuno, di poche ore o di diversi giorni, che si possono effettuare.

Mille sono i posti in cui fermarsi nella risalita verso nord, ma un paio valgono da soli il lungo volo downunder. Byron Bay, ex capitale della Beat generation che conserva ancora oggi una comune che richiama frotte di nostalgici figli dei fiori, o i nuovi adepti, e punta più orientale del continente, è una esplosione primordiale di mare e natura 800 chilometri a nord di Sydney. Ottimo spot per il surf, Byron Bay è anche il luogo in cui avvistare le balene transitare in settembre o aprile appena al largo da un promontorio verdissimo, sulla cui sommità il grande faro bianco si erge alla stessa maniera di un bastone di zucchero candito.

Brisbane

Spartiacque tra la selvatica Sunshine Coast a nord, e la tremendamente globalizzzata Gold Coast a sud, la capitale del Queensland è una moderna ed attraente città che si sviluppa sulle rive del fiume omonimo poco lontano dal mare. Città assai più ospitale di Sydney, oltre a musei, grattacieli, parchi, mercatini, un ponte storico e infinite piste ciclabili, Brisbane offre la lunga boardwalk che costeggia il fiume sul lato opposto alla City: con bar, saloon, punti di sosta e di ristoro, questa passeggiata è il vero fulcro e centro vitale della città. A poche ore d’autobus si trova Harvey Bay, porta di accesso al luogo tra i più sorprendenti che avrete mai occasione di calpestare: Fraser Island, l’isola di sabbia più grande del mondo.

Si tratta di un vero gioiello naturale in gran parte ricoperta da rain forest, oppure da giganteschi pini, eucalipti, acacie e sequoie attorno cui si attorcigliano piste di sabbia, uniche strade dell’isola insieme alla lunga spiaggia di oriente continuamente battuta e spianata da venti e maree, “highway” a scorrimento veloce solo nelle quattro o cinque ore a cavallo della marea più bassa. La sensazione di volare a fianco di impalpabili nuvole bianche e spumosi cavalloni marini è sempre netta. Spettacolari molti dei circa 200 laghi di acqua dolce. Non esistono parole per descrivere il McKenzie Lake. Il Lake Wabby è invece un laghetto color smeraldo dentro cui si tuffa una alta duna sabbiosa. Risalendola, si arriva a una distesa di dune mobili che il vento ridisegna in continuazione. Da apprezzare il Rainbow Gorge, un angolino di nudo e rovente deserto dove dune di diversi colori si stagliano sotto il cielo di un azzurro molto carico. Affascinante è anche e soprattutto la maniera in cui l’isola si visita: con un self drive safari autogestito, con pernottamenti in tenda e pasti cucinati su fuochi di legna nelle diverse aree attrezzate dell’isola.     continua "Il cielo sotto"

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