La terra degli Himba


Inserito il: 24/04/2009 da Viaggiatori Web
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Dal deserto all'oceano

Dopo un lungo percorso sterrato, raggiungiamo l'oceano e la nebbiosa Skeleton Coast a nord di Swakopmund, gradevole cittadina turistica di impronta tedesca, ove i namibiani benestanti possiedono la casa per la villeggiatura e dove abbiamo potuto cenare con dell'ottimo pesce. Nei pressi della città sono assolutamente da non perdere due esperienze naturalistiche: una colonia di migliaia di otarie presso Cape Cross, e la colonia di fenicotteri a sud presso Walvis Bay. Chi volesse percorrere il tratto più settentrionale della Skeleton Coast deve avere un permesso, una 4x4 e rifornimenti (non ci sono strade né adeguati punti di appoggio). Rientrando da Walvis Bay per piste interne, percorriamo la cosiddetta moonlandscape, una regione impervia con caratteristiche veramente "lunari", costellata di dossi e crateri.

E' qui che abbiamo l'opportunità di ammirare, insieme a ampie macchie di licheni, una pianta unica al mondo: la Welwitschia. Presente con esemplari maschili e femminili distinti, ha uno sviluppo lentissimo, che può raggiungere i mille anni, e ha trovato nel terreno desertico della Namibia il luogo in cui sopravvivere, sfruttando l'umidità proveniente dalle nebbie atlantiche.

Dalle dune del Nabib al Kalahari

Proseguiamo verso sud per inoltrarci nel deserto del Namib e avvicinarci alla meta più affascinante e suggestiva del viaggio namibiano: le dune e l'oasi di Soussvlei. Per godere lo spettacolo entriamo nel parco la mattina presto, quando le luci radenti permettono alle dune di stagliarsi contro il cielo con contrasti netti (anche ai fini fotografici). Se, come noi, volete assaporare con calma queste cattedrali naturali e fare l'esperienza di arrampicarle per godere lo spettacolo e incontrare i piccoli animali che vi abitano, è necessario prevedere un'intera giornata.

Dopo l'esperienza delle dune, il nostro tragitto ci porta a sud, verso un altro spettacolo naturale che raggiungiamo al tramonto: il Fish River Canyon. Questa spaccatura del terreno, lunga 160 km e profonda oltre 500 metri nel punto più interno, è bellissima e unica in tutta l'Africa. I namibiani lo definiscono il canyon più imponente dopo il Grand Canyon americano, ma forse in questa classifica c'è un po' di esagerazione. La strada non è facile e l'ultimo tratto, prima di raggiungere i principali punti di osservazione, è una pietraia che mette a dura prova le sospensioni dell'auto.

Dormiamo in un lodge che sembra un villaggio western e che conferma la buona ospitalità incontrata pressoché ovunque nel nostro percorso. Vale la pena ricordare che la regione sud-est della Namibia, non lontano da dove ci troviamo, è off-limits per chiunque, in quanto area diamantifera, gestita da multinazionali del settore e protetta da sorveglianza armata. Le ultime tappe ci portano verso nord-est, ai limiti del deserto del Kalahari.     continua "La terra degli Himba"

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