MTB estrema sulle Ande


Inserito il: 12/04/2008 da Maurizio Doro
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Sito web: http://www.mauriziodoro.it
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Quando mi fermo non avverto più la fatica perché tutti i muscoli non sentono il carico della bici e mi sembra di rinascere. Il solito rito, riparare il fornello a benzina dal vento e far scaldare l'acqua per le buste di cibo. Alle 22 e' notte e o sono già coricato e nella tenda ho tutto sotto mano. La gola e' sempre secca e godo quando bevo. I volti della mia famiglia sono come le foto appese e li vedo lampanti e ben definiti fino a che non mi addormento. In tenda a volte la temperatura e' scesa anche a meno 8-10 gradi, ma io ho tutto il necessario per non patire il freddo. Ogni tanto esco la notte, sopporto il freddo e ammiro per qualche minuto il firmamento, e' una distesa infinita di puntini luminosi che si perdono nel nero spettrale, quasi vengo assorbito dalla via lattea e nebulose. Sopra la mia testa riconosco sempre la costellazione del guerriero. Il giorno dopo la stanchezza e' generale e così non mi accorgo se sono veramente stanco. Qualche tratto di pedalata mi da entusiasmo e non penso all'acqua che va consumandosi, ma ho la certezza di essere sulla direzione corretta puntando verso il Vulcano Peinado, vedo il suo particolare e inconfondibile cono in lontananza.

Continuo nella sua direzione e mai lo raggiungo, il percorso e' molto sinuoso, a volte il sole e' alle spalle e il vento a favore, a volte e' in fronte e il vento mi sputa la sabbia sotto gli occhiali. Le colate di lava che risalgo spingendo la bici, sono fatte di sassi neri che fanno un rumore metallico affondati nella sabbia finissima. Procedo molto lentamente a 4700 m, ansimo e mi fermo spesso dandomi in continuazione dei punti di arrivo, poche decine di m a dir il vero. Avanzo a piccoli passi scivolando nella sabbia che entra nello scarpone anche se io ho stretto i pantaloni alla caviglia. Testa bassa, guardo solamente 2 m avanti per dare la direzione migliore alla bici. La trascino dal canotto della sella. Non ho grande fretta, so che dovrebbero mancare circa 50-80 km 2-3 giorni, il mio pensiero rafforzato negli anni mi ha fatto capire che muovendosi, anche lentamente fa sempre arrivare.

Bisogna muoversi, fare, costruire, anche lentamente e sicuramente si arriva, si crea, si realizza. Una cosa e' certa se si sta fermi, se si aspetta immobili, non si arriverà mai. Questo e' certo, è sicuro. Certo ci vorrà del tempo, ma prima o poi muovendosi si arriva al traguardo. Spingo ed e' una fatica estrema che ho cercato e che io amo, e' una sorta di meditazione. Cerco ora in questo momento della mia vita di trasmettere queste emozioni e pensieri ai miei figli, e mi auguro che crescano sicuri e resistenti a questa grande avventura che e' questa bellissima vita. Il sole picchia, la quota mi fa ansimare, la gola e' arsa e incollata, mi porto appresso la mia bici, e' indispensabile e' la mia unica sicurezza non la posso abbandonare, la devo curare, fa parte di me, e' la mia scialuppa.     continua "MTB estrema sulle Ande"

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