Le jineteras


Inserito il: 10/12/2007 da Aldo Galvagno
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E' in questi istanti che il meccanismo apre le porte al desiderio di ripartire il prima possibile. Iniziano fitte relazioni fatte di lettere che non arrivano e telefonate fatte ad ore impossibili (ci sono sei ore di differenza di fuso orario), che si accompagnano a serate troppo lunghe da passare in compagnia. Cuba, la jinetera, ha colpito con successo: si riorganizza un nuovo viaggio, fatto questa volta, seguendo le "dritte" ricevute da Cuba. Non più alberghi (non fanno entrare i cubani residenti) ma una bella casa particular che costa meno, è più discreta e ci puoi portare chi vuoi. Non più agenzie di viaggio (se non solo per acquistare il biglietto aereo), non più ostacoli. Solo le valige dove mettere tutto quello che occorre e che da Cuba hanno richiesto (merce che servirà alla jinetera per farsi bella ma anche per rivendersela una volta partito nuovamente il turista), ed un mucchio di dollari...

Il successo di questo costume innovativo, lo si riscontra nei dati degli arrivi turistici. Il 1998 ha visto il consolidarsi dell'oltre il milione di visitatori soggiornanti a Cuba. Successo, questo, che non può essere ricollegato solamente al motto "spiaggia bianca e mare cristallino". Anche se ora lo Stato Cubano ha iniziato una politica di moralizzazione delle jinetere (non potendole eliminare totalmente cerca di ridurne il raggio d'azione), le stesse sono sempre a caccia di turistas. In alcune località - Varadero ne è l'esempio principe - sono quasi totalmente assenti e, quelle che restano il più delle volte sono in contatto con la polizia locale (per svelare le identità di turisti "pericolosi" a caccia di droga o prostituzione minorile), oppure rischiano di essere cacciate con il foglio di via o rinchiuse in una struttura di "riabilitazione". Nei centri minori, tipo Santa Maria a Playa del Este oppure a Santa Lucia, e a l'Avana, continua la possibilità di relazionarsi - ma con più discrezione di prima - con il turista che arriva a Cuba.

Fatto che va annotato è che in alcuni casi (comunque la minoranza) le jinetere sono riuscite a stabilire una relazione così forte con il loro turista che ne sono divenute la moglie (non ufficiale) cubana. Alcuni uomini, ad esempio, conducono una duplice esistenza: quella tradizionale, composta dalla propria famiglia italiana con moglie e figli che ignorano il fatto che il proprio marito e padre, abbia una unione con una ragazza cubana, e forse con la stessa abbia anche dei figli ai quali (forse) ha dato il proprio nome. Ovviamente, l'acquisita famiglia cubana conosce a perfezione che il turista in questione abbia già una posizione regolare all'estero, ma apprezza tutti i vantaggi e tutte le risorse che lo stesso può assicurarle di contrabbando dalla famiglia regolare, a quella nuova cubana. Casa di proprietà (5/10.000 dollari per una confortevole villetta) intestata alla propria novia, oggetti per la casa faticosamente spediti dall'Italia, vestiti ed altro portati in numerose valige ad ogni suo viaggio a Cuba (2 o 3 volte l'anno), rimesse bancarie in dollari effettuate periodicamente per alimentare il sostentamento della sua famiglia acquisita. Il nostro eroe, quindi, conduce una doppia esistenza fatta di ipocrisie in Italia e finto benessere a Cuba, destreggiandosi tra sogni e menzogne per continuare a vivere il suo sogno d'amore.

E' altresì corretto non identificare il fenomeno delle jinetere come unico modo per relazionarsi con i cubani. Oltre alle prostitute di professione (quelle che si trovano sulla Rampa del Vedado e chiedono 100 dollari per una notte di sesso) e le jinetere professioniste, troviamo a Cuba anche ragazze semplici che hanno piacere di fare incontri con stranieri che possano arricchirle di notizie del mondo esterno. Spesso, ed erroneamente, vengono scambiate per jinetere ma, decifrando il loro comportamento, ci si accorgerà che si sta parlando con una persona che non altri interessi che fare una semplice conoscenza.

E' vero, purtroppo, che il fenomeno del turismo sessuale che tanto ha generato polemiche e indotti turistici inaspettati, non è esaurito. Uomini rispettatibili a casa loro continuano ad accompagnarsi con ragazzine di 17 anni bisognose di dollari. E' giusto, dal mio punto di vista, non fornire giustificazioni ed abili ragionamenti a questi comportamenti (anche se tali episodi investono anche ragazzi non proprio "attempati"), ma usare con loro lo stesso metro di severità, come anche va condannato il jinetero cubano che funge da trait-d'union tra la richiesta (tanta=turismo sessuale) e l'offerta (leggi=bisogno). Purtroppo, il clima sociale cubano, così aperto e al di fuori dei nostri schemi rigidi e bigotti, può essere confuso con una libertà di costumi, a volte fraintesa. Non bisogna, quindi, generalizzare il fenomeno. La pagina che avete appena finito di leggere NON vuole essere un incitamento a recarvi a Cuba per fare sesso. E' semplicemente, una constatazione, alquanto riduttiva, di un fenomeno sociale prodotto durante il decennio passato e che ha funzionato da cassa di risonanza pubblicitaria di una Cuba estremamente turistica e compiacente. La realtà è che Cuba è anche, e sopratutto, cultura, storia, etnie differenti, usi e tradizioni, dignità, capacità e coraggio: tutti fattori che il fenomeno delle jinetere, non può e non deve far dimenticare.

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