Straordinaria, stupefacente Sardegna: Seconda Parte

Lo straordinario insediamento è costruito ai piedi di una enorme dolina crollata su se stessa in un luogo così assurdo agli occhi del visitatore, raggiungibile solo con un bellissimo trekking che dà un’idea precisa della grandezza e delle difficoltà geografiche di questi posti. Da non perdere le tombe dei giganti, come quella di Sena Thomes tanto per fare un’esempio, o la fonte sacra di Su Tempiesu ad Orune, unico esempio di questo genere in Sardegna dal punto di vista architettonico, davvero affascinante e suggestiva.

Un trekking completo - parecchio tecnico e lungo (ci vuole praticamente una settimana) - tocca tutti questi punti. Il suo nome è Il Selvaggio Blu. Il suo ideatore lo definisce "il percorso più straordinario e selvaggio di tutto il Mediterraneo: sicuramente un’esperienza indimenticabile, da fare con guide competenti viste le zone impervie, i sentieri non sempre segnati e la facilità di perdere l’orientamento." Molti tratti possono essere comunque essere fatti anche da soli, informandosi preventivamente, procurandosi una cartina adeguata e seguendo le giuste segnalazioni, come ho fatto io.

Per ultimo, ma non ultimo in ordine d'importanza, lascio l’impatto del turismo su questa zona. Il turismo che qui si è sviluppato è quello dei naturalisti, dei camminatori, degli arrampicatori e degli speleologi, e tale deve rimanere, forse più organizzato, promosso o segnalato, ma senza stravolgere niente di più di quello che già ha fatto fino ad oggi (qualche scempio è stato purtroppo messo in atto). Da questo punto di vista, e credo di parlare a nome di tutti gli autori delle guide che ho letto, di tutti i naturalisti e delle persone che ho sentito e che hanno visitato questi luoghi, voglio ribadire che è assolutamente fondamentale non far arrivare il turismo di massa, non far costruire strada asfaltate che arrivino fino ai monumenti più importanti, non riempire di cemento la costa e il supramonte, tutte cose che porterebbero ad una modifica eccessiva e radicale del paesaggio e della popolazione, con la conseguente distruzione del fascino che circonda questo posto.

La bellezza di queste calette è quella di poterla condividere con pochi, circondati da una natura maestosa e straordinaria, camminare per ore per goderle, come già succede in estate quando sono decine le imbarcazioni che quotidianamente giungono scaricando centinaia di utenti. Se il turista vuole uscire dall’hotel o dalla sua casa in affitto per le vacanze e ritrovarsi di fronte al mare, o se vuole arrivare con la strada asfaltata e parcheggiare dietro la spiaggia, sbaglia a venire qua: che vada in altri posti, ce ne sono così tanti qua in Sardegna! E se vuole vedere i monumenti (sia naturali che costruiti dall’uomo) nascosti nei luoghi più impervi, se li guadagni facendosi una bella sudata che gli darà senz’altro alla fine una ricompensa senza eguali: altrimenti se ne vada a vedere Barumini o il pozzo di Santa Cristina, altrettanto belli e interessanti, ma privi della suggestione dei posti che ho menzionato prima. Non so bene a chi rivolgere questo mio monito, se ai politici, se alla coscienza dei turisti o alla popolazione del luogo, ma a tutti in generale chiedo di riflettere bene, prima di compiere opere o azioni che possano compromettere definitivamente la salvaguardia di questa meravigliosa regione nella regione Sardegna.

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