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Disavventure e riflessioni di un giorno a Bangkok


Inserito il: 10/12/2007 da Ivan Sgualdini
Email: info@ivanweb.net
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Ivan+Sgualdini
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Peccato non sia quello che vogliamo fare noi, e non c'è verso di scegliere posti diversi da quelli che dice lui. A questo punto le carte in tavola sono svelate, l'antifona è ben chiara ed è come tutti me l'hanno raccontata nelle loro esperienze: ci sono persone che sembrano gentili e poi si rivelano procacciatori, niente di diverso dai tanti altri. Bisogna imparare a riconoscerli. Nella nostra confusione e scetticismo il signore nel frattempo ferma un tuk-tuk e gli spiega tutto il tragitto, ma noi insistiamo che non siamo interessati. Il problema è che non sappiamo minimamente cosa fare, abbiamo dato per scontato di visitare il Wat Pho stasera e non abbiamo altre mete chiare in testa. Grandissimo errore, da non commettere mai più! Bisogna avere sempre le idee chiare a Bangkok, sapere precisamente dove si vuole andare e avere almeno un'opzione di riserva.

A volte in ripresa sembra intraprendere gare con gli altri colleghi a fianco: si guardano, ridono, si sfiorano di pochi centimetri e corrono, mentre noi in un misto di tensione, paura e divertimento, con l'adrenalina a mille, ridiamo come se stessimo facendo le montagne russe col giro della morte a Disneyland. L'emozione è esattamente la stessa! Decidiamo a questo punto per curiosità di visitare solo la prima meta che propone il nostro caro procacciatore, questa sorta di Budda fortunato, come lo chiamano loro per i turisti, e provare l'ebbrezza del tuk-tuk, che come tutti raccontano è un'esperienza imperdibile, almeno una volta, qui in Thailandia. Ed è davvero così! Appena saliamo in questo piccolo veicolo a tre ruote con motore truccatissimo che romba come quello di una Formula 1, il guidatore comincia a correre e sfrecciare come un pazzo furioso tra il traffico terribile di questa città. E' un caos incredibile, molto peggiore di quello di Napoli che credevo fosse il regno più anarchico dei patentati. La sola differenza è che qui a Bangkok rispettano i semafori. Non certo i pedoni: attraversare è una vera impresa e le strisce pedonali non esistono. Il fatto comunque che questo veicolo chiamato tuk-tuk sia così piccolo e agile comporta il vantaggio di infilarsi dappertutto dove ci sono colonne di auto e file, e di certo il conducente non manca di farlo notare con le manovre più assurde! A volte in ripresa sembra intraprendere gare con gli altri colleghi a fianco: si guardano, ridono, si sfiorano di pochi centimetri e corrono, mentre noi in un misto di tensione, paura e divertimento, con l'adrenalina a mille, ridiamo come se stessimo facendo le montagne russe col giro della morte a Disneyland. L'emozione è esattamente la stessa!

Avendo due ore di luce prima del tramonto, insistiamo nel voler camminare per arrivare alla Golden Mountainl, senza successo. Un altro tuk-tuk ci lascia all’ingresso dei giardini, dove una strada porta in alto alla visita del monumento. Superato il cancello, come negli altri templi entriamo in un altro mondo. Pace e silenzio rimpiazzano il caos. Pochissimi turisti e nessun thailandese, possiamo finalmente camminare in santa pace, come vogliamo e dove vogliamo. Giungiamo alla terrazza d'ingresso al Wat Saket. Fantastico il panorama a 360° che si gode salendo in cima.

Tra foto e riflessioni sulle incredibili contraddizioni di Bangkok, contempliamo lo skyline di Bangkok per una buona mezz'ora. Una città in cui un attimo prima sei pressato, snervato e confuso, e un passo oltre il cancello di un tempio trovi un mondo di pace e relax. Una città dove alla linea dei modernissimi e alti grattaceli si contrappongono case decadenti e diroccate, in condizioni precarie igieniche e strutturali. Una città dove alle ossessionanti piccole, colorate e vivaci bancarelle attaccate una sull'altra nel marciapiede che vendono di tutto, si contrappongono centri commerciali immensi, grigi, alti e tecnologici.

Una città dove migliaia di turisti passano tre/quattro giorni in hotel a quattro stelle lussuosissimi, facendosi una nuotata in piscina e godendosi le comodità dello splendente bagno della loro stanza, spendendo una cifra irrisoria grazie alla propria valuta, e milioni di persone passano invece una vita in una casa di lamiere di ferro arrugginito lavandosi nel piccolo affluente del Chao Praya, in quell'acqua fangosa e tremendamente inquinata. Sono queste cose che, viste tutte in una volta e in un solo giorno con i miei che mi fanno riflettere. Nessuno me le aveva dette così chiaramente. Non le ho mai trovate nelle guide e nemmeno nelle esperienze delle altre persone. L’Europa è lontana anni luce. L'Oriente è qui.     continua "Disavventure e riflessioni di un giorno a Bangkok"

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